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La fine dell'Impero romano d'Occidente

Gli assalti dei barbari all’ Occidente romano L’ impero d’ Oriente, detto poi bizantino, durerà fino al 1453. Nel 476 d.C. cadrà l’ Impero d’ Occidente principalmente a causa dell’ ondata di invasioni barbariche che danneggiarono confini e stabilità.

I Goti Visigoti e Ostrogoti

I Goti durante l'età imperiale avevano assunto una posizione di preminenza tra le altre genti barbare. Erano di stirpe germanica e si stanziarono in origine vicino al mar Baltico e poi migrarono verso sud-est dove crearono una sorta di “Stato” gotico ed ebbero così numerosi scontri con i romani. Nel 271 d.C. occuparono la Dacia e nel periodo successivo ci fu la loro suddivisione in Visigoti e Ostrogoti e l’inizio degli attacchi che contribuirono alla disgregazione dell’impero. Nel IV secolo i Visigoti invasero i territori romani sconfiggendo Valente ad Adrianopoli e costringendo Teodosio ad accoglierli all’interno delle province danubiane in un regime di ospitalità permanente.

I VANDALI

I vandali erano una popolazione germanica e probabilmente originari della regione baltica. Migrati col tempo verso le pianure meridionali della Pannonia (tra le odierne Austria e Ungheria), subirono le pressioni degli Unni che provocarono i massicci spostamenti verso ovest.

Gli Unni

Con il termine Unni si definisce un insieme di popolazioni di origine asiatica. Essi si insediarono nelle steppe asiatiche mescolandosi con le tribù locali. Erano guerrieri valorosi, abili nel combattere a cavallo. Si mossero verso ovest ed erano diventati il terrore di altre genti barbariche. Intorno al 370 d.C. gli Unni avevano superato il fiume Don e nel 405 d.C. passarono il Danubio.

L’impero d'Occidente e la politica di Stilicone

Il giovane Onorio, Augusto d’Occidente, era stato affidato all’esperto Stilicone, era convinto che la politica di assimilazione e integrazione delle genti barbariche operata da Teodosio fosse l’unica possibile in quel delicato momento storico. Stilicone nel 402 d.C. inflisse una dura sconfitta presso Pollenzo ai Visigoti guidati dal re Alarico, che aveva invaso l’Italia del Nord. Egli rinunciò però a proseguire la guerra contro gli invasori, che rientrarono nelle loro terre, perché credeva in una possibile fusione con i barbari più“civilizzati”. Nel 402 d.C. la capitale venne trasferita da Milano a Ravenna , città ritenuta più sicura. Stilicone dovette fronteggiare un’incursione di Ostrogoti in Italia nel 406 d. C. e assistere allo sfondamento del limes del Reno nel 407 d.C. da parte di una coalizione germanica formata da Vandali, Suebi e Burgundi: molti di loro occuparono le Gallie e si spinsero fino in Spagna. Non ottenuti i risultati sperati Stilicone con tutta la sua famiglia fu ucciso nel 408 d.C., durante una congiura ordinata dalla corrente anti barbarica dell’aristocrazia imperiale.

Visigoti e il sacco di Roma

Nel 408 d.C. Alarico riportò gli eserciti Visigoti in Italia e nel 410 d.C. puntò direttamente su Roma perché non ebbe nessun tributo in denaro da parte di Onorio. Ad agosto, per tre lunghi giorni, l’Urbe fu saccheggiata e ciò provocò emozione e disperazione in tutto il mondo romano. Sia i pagani e sia i cristiani interpretano questo evento in chiave simbolica come il presagio della fine di una lunga epoca. La morte di Alarico impedì ai Visigoti di proseguire verso sud e di sbarcare in Africa. Il suo successore Ataulfo riprese la strada del nord andando verso la Gallia sud-occidentale: il primo vero e proprio regno barbarico sul territorio imperiale, con capitale Tolosa.

I Vandali in Africa La provincia più ricca dell’impero, l’Africa, fu occupata dai Vandali che vinsero la resistenza romana e conquistarono Cartagine nel 439 d.C. Il regno vandalico d’ Africa ebbe come re Genserico che diede una buona organizzazione e si dotò di una flotta che consentì ai vandali di diventare in poco tempo padroni del Mediterraneo meridionale.

Gli Unni di Attila

Intorno al 433-434 d.C. Attila prese in mano il regno Unno e si parla di una federazione di genti nomadi posta tra il Danubio, Il Caucaso e il lago d’ Aral Attila con i suoi guerrieri a partire dal 441 d.C. devastò molte città d’ Oriente dove governava Teodosio II per poi andare verso Occidente dove regnava Valentiniano III. Ezio, ultimo grande generale romano, trovò un accordo con i Visigoti di Tolosa per combattere gli Unni a fianco dei romani ai campi Catalaunici nel 451 d.C. Attila fu sconfitto, ma l'anno successivo ritornò in Italia col pretesto di avere in sposa Onoria, sorella di Valentiniano III: mise a ferro e fuoco la regione nord- orientale della penisola, distruggendo la città Aquileia e occupando Milano. Il capo unno fu allora raggiunto a Mantova da una delegazione imperiale della quale faceva parte anche papa Leone I Magno, che lo convinse a non marciare su Roma. Attila tornò in Pannonia dove morì nel 453 d.C. provocando la rottura del suo “impero nomade”.

Genserico il nuovo sacco di Roma

Nel 454 d.C. Valentiniano III uccise Ezio e i seguaci di quest'ultimo congiurarono contro l’imperatore assassinandolo l'anno successivo. Approfittò di questa situazione il re vandalo Genserico che nel 455 d.C. dall’ Africa raggiunse Roma priva di ogni difesa e così i vandali depredarono la città per due settimane invitando però incendi, distruzioni e profanazioni dei luoghi di culto cristiani.

La fine dell’impero d’Occidente … verso il Medioevo Per circa vent'anni si susseguirono imperatori imposti da generali di origine barbarica. L’ultimo fu Romolo Augustolo che nel 476 d.C. venne deposto da Odoacre, capo dei mercenari. L’impero romano d’Occidente era finito e gli storici fanno cominciare da questa data il Medioevo (età di mezzo). Nel frattempo le varie province nelle quali da tempo le genti barbariche si erano insediate divennero dei regni indipendenti.

Il Medioevo

Il Medioevo è quel periodo storico che va dalla caduta dell’impero d’Occidente alla scoperta dell’America nel 1492. Si definisce Alto Medioevo l’epoca fino all’anno mille, Basso Medioevo l’epoca successiva. Tale periodo, visto come un periodo buio è stato rivalutato grazie allo studio di personalità importanti come Le Goff e Umberto Eco , che ne hanno risaltato il mutamento storico.

I regni romano-barbarici

Dopo la caduta dell’impero d’Occidente si formarono i regni romano-barbarici con l’insediamento delle popolazioni germaniche, che i romani definivano barbare. In tal modo ebbe inizio la trasformazione dell’Europa i cui popoli si differenziavano per lingua, cultura e tradizioni e che nel tempo cercano di darsi un’identità nazionale. I popoli che costituirono i regni romano-barbarici:

  • i Vandali nell’Africa del nord;
  • i Franchi nella Gallia centrale e settentrionale;
  • i Visigoti nella Gallia meridionale e in Spagna;
  • gli Svevi a nord della penisola iberica;
  • i Burgundi nella Valle del Rodano e parte della Svizzera;
  • gli Ostrogoti nella regione Illirica, in Dalmazia, in Italia;
  • gli Angli e i Sassoni in Britannia.

Romani e barbari nei nuovi regni I romani e i barbari cercarono di vivere pacificamente, mantenendo una divisione dei ruoli . I re germanici si avvalsero delle conoscenze e della cultura dei romani, tanto che ricoprivano incarichi tecnici e addetti alle cancellerie. L’esercito era formato in maggioranza dalla popolazione barbarica.

La società germanica

La popolazione germanica mantenne la sua struttura sociale. Alla base della società vi era il clan costituito dalle famiglie spesso rivali tra di loro. I capi militari detenevano le funzioni giudiziarie; diffusa era la pratica dell’ ordalia (giudizio di dio) che consisteva in durissime prove fisiche. Pian piano queste popolazioni da nomadi iniziarono a divenire stabili e ad apprezzare il concetto di proprietà di terra, tanto che coloro che avevano alte cariche militari si impossessarono di pezzi di terra costruendo così una nuova classe: la nobiltà barbarica. I popoli germanici nel cosro del tempo dal paganesimo si convertirono al cristianesimo ariano.

La personalità del diritto A differenza di Roma che con la territorialità del diritto imponeva le sue leggi alle popolazioni che risiedevano nei propri domini, nei regni romano-barbarici si applicava la personalità del diritto: romani e barbari rispettavano le proprie leggi.

Le leggi barbariche

Col tempo per regolare la vita di tutti i cittadini furono promulgate le leggi romano-barbariche. Ricordiamo il Codice di Eurico (v sec.) in Gallia e in Spagna occupata dai Visigoti; la lex Romana Visigothorum (506 d.C.) valida in Francia meridionale e Spagna; l’editto di Teodorico (500 d.C.) in Italia sotto la dominazione degli Ostrogoti.

Tra cattolicesimo e arianesimo Le popolazioni barbariche si convertirono presto al cristianesimo o meglio all'arianesimo (già condannato nel 325 d.C. da Costantino). Questo generò contrasti tra l'aristocrazia germanica riana e le gerarchie della chiesa; successivamente alcune popolazioni barbariche si convertirono al cattolicesimo.

Gli Ostrogoti in Italia

L' autorità di Odoacre sull'Italia non durò a lungo. Infatti Zenone, l'imperatore d'Oriente, non gradì le sue mire espansionistiche verso i Balcani. Strinse un accorde con gli Ostrogoti del re Teodorico, incoraggiandoli a invadere l'Italia, liberarla da Odoacre, e governarla poi sotto l'autorità imperiale. Teodorico invase dunque l'Italia nel 488 e, dopo numerose vittorie e la caduta della capitale Ravenna, nel 493 fece uccidere a tradimento Odoacre

Il regno goto di Teodorico

Il re goto mostrò subito una certa indipendenza da Costantinopoli, tanto che Anastasio (491-518), successore di Zenone, riconobbe ufficialmente con molto ritardo il suo potere che si espandeva sulla regione alpina e illirica. Tale autonomia si manifestò anche nella ricerca di alleanze con altri re barbarici. Teodorico interpretò dunque il suo ruolo monarchico. A modo suo, pertanto, cercò di rivitalizzare vecchie istituzioni romane come il senato e il consolato. Roma e Ravenna, inoltre, vennero abbellite con opere pubbliche di valore monumentale.

Una politica di conciliazione

Il re cercò di attuare una difficile politica di conciliazione. Da un lato si guadagnò il favore e il rispetto dell'aristocrazia latina, cui lasciò importanti incarichi politici e amministrativi. Dall'altro lato gratificò la popolazione germanica con l'esenzione totale dal pagamento delle tasse. I Latini e Goti riuscirono a convivere pacificamente; e lo fecero tollerando le diversità religiose (cattolici i primi, ariani i secondi, tra i quali lo stesso Teodorico) e rispettando le stesse leggi. Non si sa se l'editto noto come «di Teodorico» sia davvero da attribuire a lui: dalle fonti emerge la volontà di Teodorico di applicare le leggi romane a tutta la popolazione, secondo il principio della territorialità del diritto. È però vero che tale processo era parzialmente limitato.

Il fallimento del progetto di Teodorico

Gli ultimi anni del regno sancirono però il falimento del progetto politico teodoriciano che ebbe origini di carattere religioso. Infatti il nuovo imperatore d'Oriente, Giustino, nel 524 mise fuori legge l'arianesimo in tutti i territori imperiali. Questo provocò la reazione der re goto, che decise quindi di far uccidere alcuni tra i membri più illustri. I timori di Teodorico si accrebbero ulteriormente con la conversione al cattolicesimo del re franco Clodoveo, che lo privò di un importante alleato. Pertanto, a dispetto dell'antica tolleranza, il re goto fece imprigionare papa Giovanni.

L'indebolimento del regno goto

Teodorico morì nel 526 e venne sepolto a Ravenna, nel sontuoso mausoleo che si era fatto preparare.In assenza di eredi maschi gli successe il nipote Atalarico,sotto la reggenza della madre Amalasunta. Amalasunta, affascinata dalla cultura romana, riprese la politica teodoriciana di conciliazione fra Goti e Romani.Alla morte di Atalarico (534), però, divenuta regina a tutti gli effetti associò al trono il nobile cugino Teodato, con un'iniziativa che si rivelò un grave errore. Teodato infatti intraprese una politica di ostilità verso i Romani; inoltre,spinto dalla fazione della nobiltà gotica avversa ad Amalasunta, la allontanò dal trono e la relegò in un'isola sul lago di Bolsena, dove fu fatta uccidere nel 535. Il regno dei Goti si andava dunque indebolendo, logorato da contrasti e rivalità; e fu anche per questo che Giustiniano, colse l'occasione di intervenire militarmente in Italia inviando, nel 535, il generale Belisario

Il consolidamento del regno dei Franchi

Clodoveo nel 481 divenne il re di una delle regioni occupate dai Franchi con centro a Tournai. Salito al potere cercò di dare coesione alle varie tribù franche e iniziò una politica espansionistica che lo portò a scontrarsi con i visigoti. Questi ultimi furono sconfitti a Vouillé e furono obbligati a chiedere aiuto al re degli Ostrogoti in Italia Teodorico, che dopo aver stipulato un patto con Clodoveo, sancì il dominio franco in Gallia nel 510. Determinante fu la sua conversione al cattolicesimo dopo la vittoria con gli Alemanni. Questo servì a far integrare la popolazione germanica e quella latina, garantendo così al sovrano l’ appoggio dei vescovi e del Papa.

L’IMPERO D’ORIENTE O BIZANTINO

Le ragioni di una lunga sopravvivenza

A differenza dell’ ormai frammentato impero d’ Occidente, l'impero d’ Oriente rimase stabile fino alla conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi nel 1453. Bisogna individuare dei punti che costituivano dei vantaggi per una sopravvivenza così duratura, questi erano: - la sua posizione geografica che impediva le ondate germaniche e le assicurò per secoli il monopolio dei commerci terrestri e navali. -c’era di conseguenza una significativa prosperità economica che determinò un aumento demografico. Questa prosperità era basata su un'economia prevalentemente monetaria. -Inoltre era possibile per il governo contare su un prelievo fiscale, con i ricavi veniva creato un esercito efficiente. Si conservò un sistema amministrativo centralizzato. Ciò consentiva il mantenimento delle leggi romane, la trasmissione della cultura classica (studiata ancora oggi nelle scuole pubbliche). La lingua ufficiale dello Stato rimase il latino fino al 610 d.C., poi l’imperatore Eraclio. -Un altro motivo della solidità dell’impero bizantino era di natura politico-religiosa: l’imperatore esercitava il potere assoluto, quindi non solo erede della grandezza di Roma ma anche difensore della religione cristiana. Della “vecchia Roma” non c’era ormai più niente e Costantinopoli venne chiamata la “nuova Roma”.

Da Zenone a Giustino L’imperatore Zenone tenne il potere dal 474 al 491. Il suo successore fu Anastasio (491-518) che risanò le finanze e sostenne alcune imprese militari contro i Bulgari e i Persiani. Dopo ci fu Giustino (518-527) che affermò l'ortodossia cattolica, combattendo ogni forme di eresia. Inoltre sosteneva l’idea di riconquista dei territori occidentali dell’impero, e quindi riunire tutto il mondo sotto un unico imperatore e un’unica fede.

Il grandioso progetto di Giustiniano Giustiniano nacque in Macedonia nel 482 e resse il governo imperiale dall’agosto del 527 fino al 565. L’impero non era più minacciato dalle incursioni dei barbari e così Giustiniano riprese e ampliò le imprese espansionistiche dello zio Giustino: progetto di restaurazione dell'impero universale di Roma (restauratio imperii). Si fece affiancare da Triboniano, il più famoso giurista dell’età tardo-antica, e i generali Narsete e Belisario . Grande importanza ebbe la figura della moglie, l’imperatrice Teodora.

Approfondimento: Teodora da attrice a imperatrice

Teodora proveniva da una famiglia umile e di professione era un attrice. Con la sua bellezza, con la sua intelligenza conquistò Giustiniano. Quest’ultimo fece approvare una legge che gli permettesse di sposare una donna di basso livello sociale. Così Teodora fu al suo fianco nell gestione dello Stato per più di vent’anni e alla sua morte lasciò un grande vuoto. Ci sono tante fonti, ma importante è l’opera di Procopio di Cesarea, “Storia segreta”, che mette in evidenza la crudeltà e la durezza della donna, criticandola probabilmente solo perché lo storico rifiutava l’idea che una donna avesse avuto tanta importanza in politica. Dopo Teodora, ci fu Irene che nel 797 divenne la prima donna imperatrice nella storia romano-bizantina.

Tra religione e politica Giustiniano sia contro il paganesimo e sia contro le eresie, in particolare quella monofisita, sostenuta anche da Teodora che Giustiniano fece condannare dal Concilio di Costantinopoli nel 536. Nella politica interna cercò di riorganizzare la burocrazia imperiale. Questo suscitò nel 532 una rivolta, detta di Nika, che mise in pericolo l’autorità dell’imperatore. I seguaci di due diverse fazioni, I Verdi (ortodossi), gli Azzurri (monofisiti) si coalizzarono e distrussero i quartieri cittadini. L’imperatore sfruttò queste distruzioni e iniziò un programma di lavori pubblici a Costantinopoli, tra cui l’importante basilica di Santa Sofia.

Approfondimento: La basilica di Santa Sofia a Istanbul

La basilica di Santa Sofia venne costruita a Costantinopoli tra il 532 e il 537. Era dedicata alla Divina Sapienza ed è tuttora ritenuta uno dei vertici dell’arte bizantina. Pochi decenni dopo la sua costruzione un terremoto provocò dei danni e furono necessari i lavori di restauro, conclusi nel 562, data della nuova consacrazione della basilica. Quando Costantinopoli cadde sotto i dominio dei Turchi(1453) l’edificio venne trasformato in moschea. Delle raffigurazioni sacre restano pochissime tracce perché erano incompatibili con la religione musulmana e subirono dei danni. Il monumento nel 1953 è stato trasformato in un museo ed è una delle maggiori attrazioni di Istanbul.

Il Corpus iuris civilis

Giustiniano operò anche in ambito giuridico affidando a una commissione di giuristi presieduta da Triboniano il riordino di tutte le norme del diritto romano. La pubblicazione delle nuove opere erano note con il nome collettivo di Corpus iuris civilis, che influì sulla storia europea diventando la fonte principale di riferimento per tutti i legislatori delle epoche successive. Esso era formato dal: 1.codice giustiniano formato da leggi ed editti imperiali in vigore dall’epoca di Adriano; 2.Digesto o Pandette, una raccolta di sentenze e commenti dei giuristi del passato; 3.Institutiones , un manuale di diritto a uso scolastico; 3.Novellae constitutiones, le nuove leggi emanate da Giustiniano. Giustiniano affermava anche due concetti importanti: la continuità dell’impero bizantino con la grande tradizione imperiale romana e un concetto giuridico che l’autorità imperiale fosse l’unica fonte del diritto.

Approfondimento: Aquileia una città tardo antica e i suoi splendidi mosaici

La colonia latina di Aquileia fu fondata nel 181 a.C. d ebbe molta importanza come snodo stradale e porto fluviale. Sono ancora visibile resti archeologici, alcuni raccolti nel Museo Archeologico Nazionale. Ebbe un ruolo importante in epoca tardo-imperiale e fu fondamentale per la diffusione del cristianesimo nell’Italia settentrionale. L’edificio simbolico di questa epoca è la basilica di Santa Maria Assunta, la cui cos la cui costruzione iniziò nel 310 d.C. per opera del vescovo Teodoro me fu devastata da Attila. Ad Aquileia si può visitare il Museo Nazionale Paleocristiano.

Approfondimento: Ravenna e i suoi meravigliosi mosaici

Ravenna è la città italiana che rappresenta alla perfezione l’epoca tardo-antica e alto-medievale. I monumenti che testimoniano l’importanza del ruolo di Ravenna si trovano in città e nella vicina località di Classe, sul mare, dove i romani avevano posto la sede della loro flotta adriatica. Dal 1996 l'Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell'umanità i Monumenti paleocristiani di Ravenna, tutti note per le splendide decorazioni a mosaico. Più in particolare: -all’ultima fase imperiale appartengono il mausoleo di Galla Placida e il battistero Neoniano; -all’età di Teodorico risalgono luoghi di culto come la cappella Arcivescovile, il battistero degli Ariani, la basilica di Sant'Apollinare Nuovo e il Mausoleo del re ostrogoto; -in epoca giustinianea si colloca la consacrazione di San Vitale e di quella di Sant’Apollinare di Classe.