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Transcript
Il consolato
Il consolato a Roma durante la Magistratura
Matilde Caruso, Giulia Castorino, Micol De Donatis, Desirèe Fabio, Arianna Faris Liceo Classico Giulio Cesare Classe IV B
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indice
MAGISTRATURA ROMANA
I POTERI DEI CONSOLI
GAIO MARIO
etimologia
GIULIO CESARE
IL CURSUS HONORUM
la storia
GLOSSARIO
BIBLIOGRAFIA/ SITOGRAFIA
MAGISTRATURA ROMANA
CONSULES ( da consulĕre= consultarsi )
A Roma il re fu sostituito da una magistratura collegiale formata da due membri, chiamati consoli che venivano rinnovati annualmente tramite le elezioni. I consoli romani entrarono in carica dal 367 a.C. in poi, ma secondo la tradizione dal 509 a.C. cioè dalla cacciata dei re, alla fondazione della Repubblica. I consoli erano eponimi, l’anno di servizio infatti prendeva il nome da essi. In alcune iscrizioni il numero dell’anno è seguito dall’acronimo “avc” (ab urbe condita), che indica la fondazione di Roma.
- Istiuzione: 509 a.C davano il nome all' anno (eponimi )*;
- Numero: 2 ;
- Comizi centuriati;
- Auspici: maggiori;
- Potestas: suprema;
ETIMOLOGIA
UN PO' DI STORIA SUL TERMINE CONSOLE E I SUOI DERIVATI...
Nel termine consul, console, che finirà col prevalere su quello di pretore, appare preminente la nozione della collaborazione, sia che la sua etimologia si richiami all’azione del saltare ritualmente insieme, da: salio (per esempio nelle danze magiche che si eseguivano in connessione con la leva militare), o dell’assediarsi insieme: consido o anche, molto probabilmente, da consultore, consulere, il popolo, ma in più il Senato. Secondo Livio il loro nome deriverebbe dal Dio Conso, divinità che dispensava consigli, proprio come quello che sarebbe dovuto essere il compito dei consoli. La collaborazione divenne con il tempo un esercizio indispensabile, dal IV secolo la cerica fu ricoperta da un patrizio ed un plebeo e da allora il nome di console divenne quello definitivo.
IL CURSUS HONORUM
Nell’antica Roma, durante l’età repubblicana il “cursus honorum” era la successione delle cariche pubbliche che un cittadino doveva coprire, dalle minori alle maggiori. Quella del consolato era la più alta carica dello Stato.
- dittatore
- console
- pretore
- censore
- tribuni edili
- questori
LA STORIA DEL CONSOLATO...
Il Senato, era composto da 300 senatori a vita, in parte patrizi ed in parte consoli usciti di carica.
Il secondo grado del cursus honorum, cioè della successione delle cariche secondo l’importanza fu quello dei consules. Il consolato da prima fu accessibile solo ai patrizi ed i plebei dovettero lottare duramente per esservi ammessi. Soltanto nel 367 a.C una delle leggi Licinie VI stabilì che uno dei due consoli dovesse essere plebeo e successivamente con un patto solenne si ammise che ambedue i consoli poessero essere plebei. La carica era collegiale rivestita cioè sempre da due, con il diritto di un uguale potere. In epoca storica caratterizzavano la magistratura consolare la par potestas, cioè la piena titolarità dell'imperium nella sua interezza e lo ius intercessionis, cioè il diritto di veto che ciascuno aveva nei confronti delle azioni del collega. La loro nomina, fino a Tiberio, spettò ai Comizi Centuriati, che dovevano essere presieduti da uno dei due consoli uscenti. L' assemblea, che aveva assunto gradualmente carattere politico, ma che nelle procedure conservava ancora il ricordo del suo originario carattere di assemblea di uomini dedicati alle armi; poiché i primi consoli portavano il nome di praetores o praitores, quelli cioè che marciano in testa investiti di comando militare, se ne deduce che fin dall'origine nei consoli era preminente tale compito, cui si vennero ad aggiungere poi le altre prerogative di capi dello Stato. Dapprima non vi fu una data fissa per tale elezione ed essa variò in relazione al ritorno a Roma dei consoli dalle spedizioni di guerra; in un secondo momento tale data fu fissata al primo gennaio, l’elezione poi spettò al Senato.
... ANCORA STORIA
Sia nell’ età repubblicana, che in quella imperiale, ci fu l’uso dell’eponimia: in tutti i documenti pubblici e privati l’anno veniva espresso (i Fasti Consolari erano degli elenchi, una specie di calendario, che riportava, anno per anno, i nomi dei due consoli in carica) con il nome dei due consoli in ablativo ( consulibus). La durata della carica era di un anno: dopo l’elezione i consoli salivano in Campidoglio, per osservare se gli auspici erano loro favorevoli; li accompagnavano i dodici littori con i fasci di verghe e gli amici. Egli si sedeva sulla: sella curulis, sacrificava a Giove tori bianchi, presiedeva la seduta del Senato, durante la quale pronunciavano un ampio discorso. In Campidoglio si organizzava una solenne processione, specie nell’età dell’Impero e i consoli vestivano: la toga praetexta, orlata di porpora, in pace ed il paludamentum, per lo più di colore purpureo, in guerra. Non spettava ai consoli il diritto di dichiarare guerra, riservato al Senato e dopo la dichiarazione veniva aperto il tempio di Giano. Cessata la monarchia, essi furono dapprima i soli rappresentanti dello Stato e rimasero sempre i supremi, ma nel corso del tempo i compiti dello Stato si moltiplicarono e furono create altre magistrature per le nuove e molteplici esigenze. In caso di grave pericolo per lo Stato, i consoli eleggevano un dittatore, che aveva potere assoluto, ma la sua carica durava solo sei mesi (Fabio Massimo) se uno dei due consoli moriva veniva sostituito da uno detto console suffectus (sostituto).
LOREM IPSUM
Vuol dire questo che i pretori preesistevano all'avvento del regime repubblicano? Non lo si può escludere se li si intende come comandanti, in sott'ordine al re, dei due reparti militari in cui forse già allora era diviso l'esercito. Questa ipotesi è avvalorata anche dal fatto che nel tardo ordinamento centuriato figuravano due centurie di fabri tignarii, cioè genieri ovvero dediti all'arma del Genio, e due di cornifices e tubicines, i trombettieri ( per gli antichi eserciti essi avevano molta importanza nel reclutamento, nell'addestramento, nelle battaglie e nelle parate) , cioè una centuria dell'una e dell'altra specialità per ciascun reparto.
I POTERI DEI CONSOLI
- Comando dell’esercito;
- Facoltà di riunire il popolo a comizio;
- Facoltà di convocare e presiedere il senato; (potere esecutivo), per fargli approvare leggi e provvedimenti ;
- Amministrazione della giustizia e della finanza;
- Promozione di opere di censimento
- Esecuzione di opere pubbliche
IL POTERE MILITARE
Il console aveva il potere militare, cioè il comando dell’esercito essi potevano stringere alleanze e stipulare trattati, ma con il tempo, tutto ciò dovete essere approvato dal popolo ed essi dovevano limitarsi a disposizioni di carattere militare all’arruolamento dei soldati, alla leva e poterono celebrare il trionfo, che in un primo tempo il console decretò per se stesso, ma in un secondo tempo, la celebrazione del trionfo, fu sottoposta all’autorizzazione del Senato e doveva fornire i mezzi (soldi); dichiarata la guerra, i due consoli, si dividevano le sfere di operazione, ma potevano anche agire insieme, completamente d’accordo.
IL POTERE GIUDIZIARIO
Essi avevano il potere giudiziario, amministrazione della giustizia civile e penale: quello penale riguardava la costrizione all’obbedienza dei cittadini, che non eseguivano gli ordini dei magistrati e la punizione dei colpevoli dei delitti. I consoli potevano infliggere la pena di morte, l’arresto, le multe , il sequestro dei beni e le pene fisiche. Man mano, con il passare del tempo il potere dei consoli andò diminuendo e rimase solo il potere militare e poi anche l’eponimia, fino ai tempi di Diocleziano. Poi con la divisone dell’Impero D’Occidente e D’Oriente, l’importanza politica dei consoli ebbe termine.
GAIO MARIO: "HOMO NOVUS"
Dopo l’eliminazione violenta dei due fratelli gracchi la nobilitas , cioè il Senato tentò di consolidare il suo potere alleandosi con l’ordine equestre, cioè il movimento democratico, ma ci fu un fatto importante, che permise a quest’ultimo di prendersi la rivincita. Roma infatti, non aveva raggiunto al suo interno una pace definitiva e di questo approfittarono non solo i popoli sottomessi, ma anche quelli confinanti. I primi furono I Numidi che, guidati dal loro re Giugurta, attaccarono la provincia romana D’Africa (ex territorio di Cartagine), sterminando una moltitudine di mercanti italici suscitando la reazione degli ambienti finanziari. Roma intervenne, ma la guerra fu lunga perchè, sia gli ambasciatori che i generali, si lasciarono corrompere dall’oro di Giugurta ed il Senato non protestava perchè parte di quel denaro, andava nelle tasche dei senatori! L’ordine equestre premeva perché la guerra fosse condotta con rigore ed energia, poiché i loro guadagni erano in pericolo e derivavano dai rapporti commerciali con l’Africa. I cavalieri cioè il partito democratico fece eleggere console uno di loro, cioè Gaio Mario un “homo novus”. Gaio mario era nato ad Arpino verso la metà del II secolo a.C, da una famiglia di benestanti contadini. Come appartenente all’ordine dei cavalieri aveva combattuto in Spagna agli ordini dell’aristocratico Scipione l’Emiliano, era stato poi tribuno della plebe e pretore nella Spagna, poi luogotenente dell’aristocratico Metello. Tuttavia la guerra contro Giugurta non venne risolta da Gaio Mario con un successo militare, ma con un vero e proprio intrigo e complotto. Fu celebrato il trionfo e Giugurta, in catene, fu trascinato dietro il carro del vincitore Mario poi messo in carcere e strangolato. Nel gennaio del 104 a.C veniva riconfermato console Gaio mario era stato la rivincita del movimento democratico.
CONSOLE SETTE VOLTE
Gravi minacce si profilavano all’orizzonte per Roma, da parte di popoli sottomessi (guerra giugurtina) o confinanti, infatti un’invasione di barbari, i Cimbri, temerari, audaci ed irruenti, avevano sconfitto un esercito romano ed unitisi ai Teutoni sbaragliarono un altro esercito comandato dal console Lutazio Catulo. L’altro console, cioè Gaio Mario li batté sia ad Aquae Sextiae ( i Cimbri ) e ai Campi Raudii (i Teutoni); ne uccise 65.000 e gli altri furono venduti come schiavi, Mario fu salutato come il salvatore della patria. Il generale vincitore era consapevole che, per le conquiste doveva avere un poderoso esercito e quindi procedette ad una riforma. Il reclutamento dei soldati venne esteso agli italici ed agli alleati delle provincie. Sì formò dunque un esercito di professionisti di mestiere, che vivevano stipendiati con il soldo (soldati) e dopo le vittorie c’era la spartizione dei ricchi bottini. Questa importante innovazione durò fino all’età imperiale, l’unità di base era la legione ed i legionari furono molto fedeli ai loro generali, da cui dipendeva la loro fortuna ed il loro futuro. Così la classe oligarchica perdeva sempre più prestigio ed emergeva l’esponente del partito democratico. Mario era stato eletto già tre volte e, nel 102 a.C fu eletto per la quarta volta. Nel frattempo, la tensione civile a Roma aumentò al massimo poiché avvennero molti tumulti dei veterani di Mario e del sotto proletariato perciò, per ordine del Senato, anche se malvolentieri, dovette restaurare l’ordine. Nell’anno 99 a.C si ritirò a vita privata per un decennio e, soggiornò in Oriente. A Roma le violente agitazioni continuarono e crearono molto disagio alla popolazione, fu eletto console un aristocratico: Cornelio Silla. Le vicende che seguirono furono caratterizzate da una vera guerra civile fra Mario, tornato dall’Africa e console insieme a Cinna, contro Silla. Furono affisse le liste di proscrizione, prima dei nobili e poi dei democratici. Nel 97 Mario fu console per la settima volta e, quando si stava preparando per combattere la seconda guerra contro Mitridate, re del Ponto morì, a 71 anni, troncando una meravigliosa futura carriera.
GIULIO CESARE
"L'uomo che portò Roma dalla repubblica all'impero" "Gaius Iulius Caesar
la vita
Quando? nacque il 13 Luglio del 101 o il 12 luglio del 100 a.c a Roma da una famiglia patrizia piuttosto conosciuta, la gens Julia (la cui si diceva discendesse dal primo re romano Romolo).Cosa fece? si legò al partito democratico, che si opponeva all'oligarchia aristocratica. Prime cariche=le ottenne quando nel 63 a.C. fu eletto alla carica di pontifex maximus. Nel 62 a.C. venne nominato pretore e l'anno successivo gli fu conferito il governo della Spagna Ulteriore. Per i suoi successi fu temuto dagli aristocratici riuniti nel Senato e per superare la loro ostilità Cesare strinse un patto (triunvirato) con due grandi personaggi, Pompeo e Crasso. Massima carica=Con il loro appoggio, fu eletto nel 59 alla massima carica, console (che fu una carica annuale). Da console?fece votare delle leggi agrarie, vale a dire assegnazioni di terre di proprietà pubblica. Inoltre si fece conferire il governo della Gallia Cisalpina e Narbonense.
...GIULIO CESARE
LA VITA
Il nemico..Una componente importante del potere di Cesare era stata l'alleanza che egli aveva stabilito soprattutto con Pompeo, il quale aveva sposato sua figlia Giulia. Ma ormai entrambi miravano a stabilire la propria supremazia su Roma. E, dopo la morte di Giulia, i rapporti tra i due incominciarono a incrinarsi, fino a che essi divennero apertamente nemici.Cosa fece Cesare?Pompeo venne battuto a Farsalo nel 48 e, sentendosi perduto, si rifugiò in Egitto, contando sulla protezione del re Tolomeo XIII, che però, per fare cosa grata a Cesare, lo uccise. Eletto dittatore nel 48, Cesare era ormai il padrone assoluto di Roma e dell'Impero. L'anno seguente sbarcò in Africa, quindi distrusse le ultime truppe fedeli a Pompeo e alla causa repubblicana. Da dittatore..egli aveva assunto il ruolo di un re senza corona e si diede a trasformare le istituzioni statali in senso monarchico, essendo convinto che Roma non potesse più essere governata come una repubblica e nel 44 a.C. si fece eleggere dittatore a vita. Procedette a creare nuove colonie, ad assegnare terre agli agricoltori e ai soldati,riformò il calendario, estese il numero dei cittadini romani, riordinò i municipi e promosse grandi opere pubbliche. Nel marzo del 44 (le idi di marzo) un gruppo di congiurati guidati da Bruto(tu quoque,Brute,fili mi) e da Cassio lo pugnalò a morte nel Senato. (tu quoque,Brute,fili mi). Nel 42 a.C., appena due anni dopo il suo assassinio, il Senato lo deificò ufficialmente, elevandolo a divinità. L'eredità riformatrice e storica di Cesare fu quindi raccolta da Ottaviano Augusto, suo pronipote e figlio adottivo. Gallia est pacata. La Gallia è sottomessa. (Lettera con la quale Cesare informa il Senato romano della sua vittoria su Vercingetorige nel 52 a.C.) Veni, vidi, vici. Venni, vidi, vinsi. (Dopo la battaglia di Zela, dove Cesare sconfigge Farnace II, figlio di Mitridate VI e re del Ponto – 47 a.C.)
LIVIO ,1
Hos secuti M. Genucius et C. Curiatius consules. Fuit annus domi forisque infestus. Nam principio anni et de conubio patrum et plebis C. Canuleius tribunus plebis rogationem promulgauit, qua contaminari sanguinem suum patres confundique iura gentium rebantur, et mentio primo sensim inlata a tribunis ut alterum ex plebe consulem liceret fieri, eo processit deinde ut rogationem nouem tribuni promulgarent, ut populo potestas esset, seu de plebe seu de patribus uellet, consules faciendi. Id uero si fieret, non uolgari modo cum infimis, sed prorsus auferri a primoribus ad plebem summum imperium credebant. Laeti ergo audiere patres Ardeatium populum ob iniuriam agri abiudicati descisse, et Veientes depopulatos extrema agri Romani, et Volscos Aequosque ob communitam Verruginem fremere; adeo uel infelix bellum ignominiosae paci praeferebant. His itaque in maius etiam acceptis, ut inter strepitum tot bellorum conticescerent actiones tribuniciae, dilectus haberi, bellum armaque ui summa apparari iubent, si quo intentius possit quam T. Quinctio consule apparatum sit. Tum C. Canuleius, pauca in senatu uociferatus, nequiquam territando consules auertere plebem a cura nouarum legum,
LOREM IPSUM
LIVIO,6
Cum in contionem et consules processissent et res a perpetuis orationibus in altercationem uertisset, interroganti tribuno cur plebeium consulem fieri non oporteret, ut fortasse uere, sic parum utiliter in praesens certamen respondit, quod nemo plebeius auspicia haberet, ideoque decemuiros conubium diremisse ne incerta prole auspicia turbarentur. Plebes ad id maxime indignatione exarsit, quod auspicari, tamquam inuisi dis immortalibus, negarentur posse; nec ante finis contentionum fuit, cum et tribunum acerrimum auctorem plebes nacta esset et ipsa cum eo pertinacia certa ret, quam uicti tandem patres ut de conubio ferretur concessere, ita maxime rati contentionem de plebeiis consulibus tribunos aut totam deposituros aut post bellum dilaturos esse, contentamque interim conubio plebem paratam dilectui fore. Cum Canuleius victoria de patribus et plebis fauoreingens esset, accensi alii tribuni ad certamen pro rogatione sua summa ui pugnant et crescente in dies fama belli dilectum impediunt. Consules, cum per senatum intercedentibus tribunis nihil agi posset, consilia principum domi habebant. Apparebat aut hos aut ciuibus de ui concedendum esse. Soli ex consularibus Valerius atque Horatius non intererant consiliis. C. Claudi sententia consules armabat in tribunos, Quinctiorum Cincinnatique et.Capitolini senten tiae abhorrebant a caede uiolandisque quos foedere icto cum plebe sacrosanctos accepissent. Per haec consilia eo deducta est res, ut tribunos militum consulari potestate promisce ex patribus ac plebe creari sinerent, de consulibus creandis nihil mutaretur; eoque contenti tribuni, contenta plebs fuit.
GLOSSARIO
praetor,praetoris: pretore; sella,sellae: sedia, seggiola; curulis, curule: curule; toga,togae: toga; praetexta,praetextae: pretesta, indossata da sommi magistrati; paludamentum,paludamentii: pauldamento,mantello militare; suffĭcio,sufficis, suffeci, suffectum, suffĭcĕre: sostituire nobilitas, nobilitatis: nobiltà, aristocrazia; homo,hominis: uomo novus,nova,novum: nuovo,novello; gens,gentis: complesso di famiglie unite da comunanza di stirpe pontifex,pontificis: pontefice; maximus,maxima,maximum: massimo, sommo;
consul, consulis: console, consigliere;consulo,consŭlis, consului, consultum, consŭlĕre: consultarsi, domandare un consiglio; salio,sălis, salui, saltum, sălīre: saltare; consido,consīdis, consedi, consessum, consīdĕre: sedersi, accamparsi cursus, cursus: percorso, corso, carriera; honor, honoris: onori; par, paris: pari, uguale; potestas,potestatis: potere, autorità, imperium,imperii: comando,governo ius,iuris: diritto; itercessio,intercessionis: opposizione,diritto di veto;
SITOGRAFIA
https://it.wikipedia.org/wiki/Console_(storia_romana)
LOREM IPSUM
https://www.sapere.it/enciclopedia/c%C3%B2nsole.html
https://www.treccani.it/enciclopedia/console_%28Enciclopedia-Italiana%29/
https://www.capitolivm.it/societa-romana/la-carica-consolare/
https://www.romanoimpero.com/2010/03/il-console-romano.html
BIBLIOGRAFIA
Enciclopedia Treccani, edizione 1940-1941; La Storia edizione terza:" Dalla preistoria all' Impero Romano"; Metropolis; Livio,1; Livio,6;
FINE