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L'ARTE NEL SETTECENTO

Andrea D'Alessio

Created on April 20, 2021

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Transcript

L'arte nel Settecento

Rococò e Neoclassicismo

IL ROCOCò

Caratteristiche principali

Il Rococò è una corrente artistica, caratterizzata da uno stile fantasioso, ricercarto ed elegante, che si sviluppò nella prima metà del 1700 con l'affermazione delle monarchie assolute. Infatti, il Rococò nasce in Francia con il re Luigi XIV e si diffonde man mano nelle corti europee poichè ritenuto un modello di gusto. Il termine deriva da "rocaille", una decorazione fatta di rocce, pietre e conchiglie usata in fontane e grotte artificiali. In Italia, il Rococò viene chiamato anche Barocchetto, perchè indica l'attenuazione del Barocco, evidente in pittura con raffigurazione schiarite e vaporose.

IL ROCOCò

Architettura

REGGE, residenza di re e corte

SPAZI URBANI: piazze, viali, vasche e fontane

PARCHI E GIARDINI

Vengono costruite per rappresentare e celebrare la magnificenza del sovrano. Sono caratterizzate da:

  • edifici grandiosi e articolati inseriti su vasti parchi e sull'ambiente circostante
  • piante e facciate razionali
  • ambienti interni decorati, ampi e luminosi
  • sale con grandi affreschi
  • illusorio ampliamento dello spazio con specchi
  • materiali raffinati come marmi, bronzi, stucchi dorati

Circondano le regge e le dimore di campagna dei nobili ampliando all'esterno gli spazi per ricevimenti. Sono di tre tipologie:

  • alla francese
  • alla italiana
  • all'inglese

Vengono allestiti in modo teatrale per creare effetti scenografici

IL ROCOCò

Pittura e scultura

SCULTURAcaratteristiche principali

PITTURAcaratteristiche principali

  • Grandi affreschi in pareti e volte di palazzi e chiese
  • rappresenta la vita spensierata dei nobili
  • temi profani e mitologici celebrano i committenti
  • soggetti esaltano amore e bellezza
  • composizioni asimmetriche e dinamiche
  • grande luminosità, trasparenza dei colori
  • composizioni teatrali, illusionistiche, complesse
  • contribuisce all'effetto scenografico
  • uso della prospettiva angolare per sviluppare la scenografia teatrale
  • gruppi sultorei ornano parchi e fontane
  • pose dinamiche e gesti aggraziati
  • rilievi in stucco decorano gli elementi
  • virtuosismo tecnico nel realismo di rappresentazione del nudo e del panneggio

INFO

LA REGGIA DI VERSAILLES

La Reggia di Versailles è il simbolo del potere assoluto di Luigi XIV. Il nucleo originario era un casino di caccia molto amato dal re che ne decise l’ampliamento per farne la residenza più elegante e celebre del continente. L’incarico fu affidato a Louis Le Vau che progettò una pianta a “U” con la base rivolta verso il parco; furono aggiunti successivamente due corpi di fabbrica più stretti che accentuarono lo schema creando una corte d’onore molto profonda, rivolta verso la città. Il modello complessivo era quello classico per l’articolazione regolare della facciata con il piano terra bugnato continuo, il piano nobile con pilastri ionici e colonne che reggono un’alta trabeazione e un attico. Una balaustra con decorazioni cinge il tetto piatto. Nel 1678 la direzione dei lavori passò a Jules ­Hardouin-Mansart, che aggiunse al fabbricato due nuove ali trasversali, inoltre costruì le Scuderie, l’Orangerie, la Galleria degli specchi (decorata da Le Brun), gli appartamenti e aggiunse la Cappella e il Grand Trianon.

LA PALAZZINA DI CACCIA

I lavori della Palazzina di caccia di Stupinigi iniziarono nel 1729, alla fine del regno di Vittorio Amedeo II, su progetto di Filippo Juvarra; furono proseguiti durante il regno di Carlo Emanuele III e Vittorio Amedeo III, dando vita a un cantiere ininterrotto per tutto il XVIII secolo. Tra i vari architetti che si susseguirono alla direzione dei lavori della Real fabbrica, oltre a Giovanni Tommaso Prunotto, ricordiamo anche Ignazio Birago di Borgaro, Lodovico Bò, Ignazio Bertola e Benedetto Alfieri. La Palazzina di caccia di Stupinigi, anche se nasce come ritrovo per la caccia, rappresenta tipologicamente una vera e propria reggia settecentesca; per la sua pianta, poi, è un’opera tra le più originali della produzione tardobarocca e rococò. Essa rientra tra i numerosi edifici che i Savoia fecero edificare fuori città.

LA REGGIA DI CASERTA

Nel 1750 Carlo VII di Borbone decise di realizzare una reggia che fosse residenza del sovrano e della sua corte e sede del governo. Scelse un’area presso il borgo medievale di Casertavecchia. L’incarico fu affidato all’architetto Luigi Vanvitelli. Il progetto prevedeva, oltre al palazzo e al parco, l’Acquedotto Carolino per irrorare il parco, e la risistemazione dell’area di San Leucio, dove furono allestite le seterie reali. Di respiro europeo è la compresenza di funzioni amministrative, di rappresentanza e produttive. L’edificio doveva essere collegato a Napoli tramite un asse stradale monumentale, lungo 20 chilometri. L’opera non fu completata secondo il progetto iniziale e i lavori furono terminati da Carlo Vanvitelli.

LA RESIDENZA DI WURZBURG

Capolavoro del Rococò è la Residenza del principe-vescovo Johann Philipp Franz von Schönborn a Würzburg in Alta Baviera, edificata tra il 1720 e il 1753 (ma completata dopo alterne vicende solo nel 1780) su progetto di Johann Balthasar Neumann. L’edificio si presenta come sintesi degli sviluppi dell’architettura europea tardoba- rocca e come un’opera d’arte totale, dove architettura, pittura e decorazione si fondono perfettamente. Nell’ambizioso progetto furono coinvolti molti artisti provenienti da tutta Europa, tra cui gli architetti Johann Lucas von Hildebrandt, Robert de Cotte, Germain Boffrand, lo scultore Johann Wolfgang van der Auwera, Antonio Giuseppe Bossi, il maggior decoratore a stucco dell’epoca, e Giambattista Tiepolo. Ciò spiega le influenze francesi, italiane, fiamminghe e austriache presenti nell’edificio.

LA PITTURA IN FRANCIA

Negli ultimi anni del regno di Luigi XIV il gusto dell’ambiente di corte e dell’Accademia reale andò modificandosi: le narrazioni mitologiche, storiche e religiose iniziarono ad apparire troppo serie o impegnative e la mitologia venne a identificarsi con la fiaba, popolata di ninfe e amorini. Il senso del soprannaturale venne a mancare ed emerse l’esigenza di qualcosa di più leggero, piacevole e smaliziato, come scene di argomento pastorale, episodi galanti o di vita quotidiana. Le rappresentazioni a soggetto storico-religioso sulle pareti e i soffitti delle chiese, delle congregazioni e dei palazzi aristocratici, divennero sempre più mondane, festose e decorative. Al desiderio di meravigliare e persuadere subentra la volontà di attrarre e dilettare; alla magniloquenza del barocco si preferiscono la spensieratezza e il piacere di quadri di piccole dimensioni, affidati al colore luminoso e alla luce.

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LA PITTURA IN INGHILTERRA

La società inglese del primo Settecento è caratterizzata dall’incontro tra cultura aristocratica e morale borghese. Questo spiega le preferenze della committenza per il genere del ritratto, con il quale si tramandavano le virtù del personaggio e si affermavano lo stato sociale dell’intera casata. In particolare, si fece strada il conversation piece, ossia il ritratto informale di gruppo che riscosse grande successo in Inghilterra perché assecondava le esigenze della piccola nobiltà terriera e della borghesia. L'esponente principale è William Hogarth: . Dopo una fase iniziale dedicata alla pittura di argomento storico-mitologico e numerosi contributi come illustratore di libri e stampe satiriche, creò un nuovo genere, il modern moral subject, cioè il “soggetto morale moderno”: si tratta di storie di vita contemporanea, raccontate in una serie di dipinti pensati come scene teatrali e con intenti didattico-morali che affrontavano in chiave satirica i costumi e la morale del tempo.

LA PITTURA DI TIEPOLO

Giambattista Tiepolo (Venezia, 1696 – Madrid, 1770) fu un pittore di grande versatilità, grazie alla quale assecondò le richieste di una committenza aristocratica non solo veneta e italiana ma anche europea. Le ragioni del suo vasto successo stanno nell’uso rivoluzionario del colore, con la luce che diviene l’elemento che unifica e pervade l’intero dipinto riflettendosi delicatamente su figure e oggetti. Per ottenere questa luce inconfondibile il pittore utilizza colori freddi che armonizza mediante il contrapposto e che stende a pennellate rapide ed energiche, conferendo all’immagine intensità, esuberanza e freschezza. Dopo gli inizi in stile tenebroso, come il Martirio di San Bartolomeo, Tiepolo raggiunse il proprio linguaggio pittorico negli affreschi del Palazzo Arcivescovile di Udine con soggetti tratti dalla vita dei Patriarchi. La fama di grande artista che Tiepolo si era formato in ambito veneto gli permise di ottenere molti incarichi importanti anche fuori del territorio veneziano. Grande spazio ebbe la pittura di soggetti sacri. Negli anni trenta cominciarono anche le commissioni da fuori Italia, che lo affermò come pittore di respiro europeo.

LE SCULTURE ALLA CAPPELLA SAN SEVERO

Emblematica degli sviluppi della scultura tardo barocca è la Cappella Sansevero a Napoli. Fondata nel 1590, fu decorata per Raimondo di Sangro, principe di Sansevero. Il sepolcro della nobile famiglia napoletana fu concepito in ogni suo aspetto dal principe, affascinante figura di scienziato, letterato, inventore, alchimista. Architettura, pittura e scultura concorrono a trasmettere un occulto messaggio in cui si associano scienza ed ermetismo, ideali laici e valori spirituali, simboli cristiani e massonici. La cappella è costituita da un’unica navata a pianta longitudinale con quattro archi a tutto sesto per lato, dai quali si accede alle cappelle laterali, ciascuna delle quali accoglie un monumento sepolcrale di un componente della famiglia, a eccezione delle due centrali, dove si trovano due accessi, uno secondario e l’altro che conduce alla cripta. Il soffitto a botte è affrescato da Francesco Maria Russo con architetture illusionistiche e fantastiche che si aprono a uno sfondato che rappresenta la Gloria del Paradiso. L’ambiente è illuminato da sole sei finestre strombate presenti nella volta.

IL NEOCLASSICISMO

Caratteristiche principali

Il Neoclassicismo è una corrente artistica che si sviluppa tra la metà del 1700 e i primi decenni del 1800, nel periodo tra lo scoppio della Rivoluzione Francese e l'età napoleonica. Si sviluppa in Europa e poi in Russia e Stati Uniti, traendo origine dal movimento illuminista e dalle scoperte archeologiche di Pompei ed Ercolano, con lo studioso Winckelman che ritiene l'arte greca classica superiore a tutte le forme artistiche del passato poichè esprime semplicità e chiarezza. L'arte si ispira a ideali di bellezza dell'arte classica con recupero dei modelli morali ed estetici. Si oppone alle esagerazioni decorative di Barocco e Rococò.

IL NEOCLASSICISMO

SCULTURA

PITTURA

ARCHITETTURA

  • espressione di purezza e bellezza ideale
  • equilibrio e compostezza
  • esaltazione degli aspetti eroici dei personaggi rappresentati
  • ideale di delicata compostezza e leggerezza
  • Ricerca di chiarezza
  • equilibrio e compostezza
  • bellezza ideale
  • educazione ai nuovi valori civili

Forme tipiche dell'architettura greca e romana con elementi classici e proporzionamento delle parti. Colonne, lesene, trabeazioni, pronai, timpani, arcate a tutto sesto e cupole sono destinati a edifici di pubblica utilità come teatri, musei, ospedali, palazzi delle istituzioni, accademie, uffici.

LA PITTURA: JACQUES-LOUIS DAVID

Si può affermare che il Neoclassicismo ebbe un carattere sostanzialmente omogeneo, la nuova aspirazione etica si tradusse in una ricerca formale che rifiutava il modellato sinuoso, la brillantezza dei colori e ogni effetto illusionistico in favore di uno stile severo e sobrio che mirava a una chiarezza e purezza di sapore arcaico. Si privilegiarono il disegno lineare dai contorni netti e scarni e le stesure piatte di colori preferibilmente chiari e tendenti ai toni primari. Sul piano compositivo si optò per la veduta frontale e schemi prospettici semplici. L’artista che meglio incarna l’evoluzione del Neoclassicismo pittorico è il francese Jacques-Louis David (Parigi, 1748 – Bruxelles, 1825). Dopo una giovanile esperienza rococò, tra il 1775 e il 1780 David soggiornò a Roma, dove venne a contatto con l’arte italiana del Rinascimento e soprattutto con la scultura antica, maturando quel rigore e quella nitidezza formale che sono alla base del suo classicismo.

LA SCULTURA: ANTONIO CANOVA

Nell’estetica neoclassica la scultura occupò un ruolo di primo piano poiché in essa fu individuata la forma principale nella quale si era attuato l’ideale di bellezza greco.. Sul piano teorico, come dal punto di vista formale e stilistico, dominarono gli ideali di purificazione e semplificazione: si esclusero sia le finezze sia le estrosità e il forte dinamismo del recente passato, in favore dei valori di grazia, armonia compositiva e compostezza formale. Protagonista assoluto della scultura europea per oltre quarant’anni, Antonio Canova elaborò un linguaggio plastico che, per la qualità dei suoi risultati, influenzò a lungo la cultura figurativa occidentale. L’opera di Canova si fonda su un’approfondita riflessione sull’antico e su uno studio dei modelli classici che gli permise di aprirsi sempre a nuove sperimentazioni sul movimento, sulle composizioni, sulla resa dei sentimenti e della grazia leggiadra.

Amore e Psiche

L'ARCHITETTURA NEOCLASSICA

Il razionalismo illuministico trovò nell’architettura classica la forma espressiva più adatta a tradurre le proprie istanze di ordine, chiarezza e funzionalità. Contemporaneamente la conoscenza più precisa e approfondita dell’arte antica e le numerose pubblicazioni sull’architettura greca e romana avviarono un ripensamento critico delle teorie vitruviane. I maggiori teorici dell’architettura neoclassica, come Marc-Antoine Laugier e Carlo Lodoli sostennero la necessità di un ritorno alle origini. La proposta di un’architettura funzionale si innestò sulla teoria estetica di Winckelmann, che, nelle Osservazioni sull’architettura degli antichi esaltava la bellezza degli edifici greci, come connubio di perfezione delle proporzioni e disadorna semplicità. L’architettura greca fu accolta come modello di razionalità e la geometria come strumento per raggiungere la perfezione della natura. Si tratta di un linguaggio internazionale che, dagli Stati Uniti alla Francia, dalla Russia alla Germania, condivise un medesimo approccio progettuale evidente sia negli impianti sia nelle forme, pur nelle varietà delle intonazioni locali.

VERSO IL ROMANTICISMO:FRANCISCO GOYA

Francisco de Goya y Lucientes (Fuendetodos, 1746 – Bordeaux, 1828). La pittura di Goya fin dagli esordi rivela un’adesione critica ai modelli del linguaggio neoclassico dominante negli schemi compositivi frontali, nell’uso dello spazio bidimensionale e nella stilizzazione delle immagini. La svolta radicale avvenne quando Goya elaborò una pittura fondata sulla centralità del mondo interiore dell’artista e sulla libertà espressiva. Per Goya l’arte ha una funzione conoscitiva e dipingere significa rappresentare la propria soggettiva visione del mondo, riproducendo lo spunto di un evento, di un gesto o di un essere. Pur aderendo alle istanze razionaliste dell’Illuminismo, Goya vede nella ragione lo strumento per rivelare gli abissi nell’intimo di ciascuno, dare forma ai fantasmi che ci abitano, illuminare le zone di irrazionalità della natura umana, l’inquietante e bestiale mondo degli istinti. Il pittore quindi scorge tra la ragione e la dimensione profonda dell’animo una continuità, una dialettica che non si deve “rimuovere”, ma riconoscere ed esplorare.

Info

FRANCISCO GOYA, pitture "chiare" e "scure"

Con Goya siamo davanti a una doppia vita: da una parte c’è l’uomo ufficiale, dall’altra si ha la dimensione privata, isolata e sofferente, concentrata in una ricerca espressiva libera da esigenze e gusti esterni. Ciò si riflette anche nella pittura dove, dai Capricci in poi, si assiste a una frattura interiore che porta Goya a seguire due filoni di pittura diversi: una “chiara” legata alla realtà, dai colori luminosi, conforme alla tradizione, aperta al gusto del pubblico, e l’altra “nera”, rivolta all’analisi del profondo e tesa a cogliere le forme dell’immaginazione. Al filone “scuro” appartengono gli album di disegni (i cosiddetti Quaderni di Madrid) e le tele sul tema dell’incubo, della follia, delle superstizioni popolari (La lampada mostruosa, La cucina degli stregoni, Sepoltura della sardina), dove un universo di demoni, spettri e streghe danno forma ai fantasmi propri dell’inconscio dell’autore.

FRANCISCO GOYA, pitture "nere"

Esempi estremi del filone “scuro” sono i 14 pannelli di grande formato a olio su intonaco che Goya dipinse per la sua casa di campagna tra il 1819 e il 1823, senza un progetto iconografico sistematico. Sono conosciute come pitture “nere”, per i toni cupi dominanti e per le immagini che danno forma alle ossessioni e alle visioni interiori più allucinate e disperate della sua arte. I temi sono quelli ricorrenti in Goya, ma accentuati nella componente fantastica e psichica, affrontati con registri stilistici diversi: la stregoneria, il grottesco, il rapporto tra Eros e Thanatos, la violenza che abita il mondo, la follia, gli incubi.

Il 3 maggio 1808 a Madrid

L'arte nell'Ottocento

Il Romanticismo

IL ROMANTICISMO

L'estetica romantica

Centralità dell’individuo

Primato del sentimento

Frattura fra io e mondo

Tensione verso l'assoluto

Coscienza della storia

Natura, specchio dell'anima

LA PITTURA CON W. TURNER

William Turner, tra i più celebri artisti britannici di tutti i tempi, trova nel paesaggio un genere d’elezione. Turner interpreta e traduce la natura in visioni di sconvolgimento fortemente emotive, rafforzate da un gioco di tensioni luministiche. Sul piano tematico prevalgono gli episodi biblici, mitologici o storici, tra cui eventi contemporanei drammatici e momenti cupi della vita in mare. Tuttavia la presenza umana rara o assente, spesso suggerita più che descritta, e lo sguardo ampio che accoglie luoghi incontaminati sconvolti da eventi naturali fanno sì che la narrazione dei fatti ceda il passo alla resa delle impressioni emotive, in sintonia con l’estetica del sublime e la coeva letteratura britannica.

Info

La zattera della Medusa

La Libertà guida il popolo

FINE!

ANDREA D'ALESSIO