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DANTE CANTO 33 PARADISO
ilaria buffon
Created on April 20, 2021
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Transcript
Paradiso, canto XXXIII
Dante Alighieri
INDICE
TEMI
PERSONAGGI
INTRODUZIONE
PARAFRASI
ANALISI
RIASSUNTO SEZIONI
INDICE
01 INTRODUZIONE
spazio e tempo
01 spazio e tempo
quando
13 aprile 1300 (il lunedì dopo pasqua)
STRUTTURA DELL'EMPIREO:
- Le tribune su cui siedono i beati, ognuno nel posto a lui destinato, a forma di anfiteatro che il poeta paragona ad una "candida rosa"
- Le gerarchie degli angeli, che egli raffigura disposti su nove cerchi concentrici, ad immagine dei nove cieli
- Dio è al centro di questi nove cerchi, un punto luminosissimo, la cui visione (in cui Dante arriva a scorgere i misteri della Trinità e dell'Incarnazione) costituisce l'oggetto del canto conclusivo.
dove
EMPIREO, è il cielo più esterno e secondo la concezione tomistica di Dante è il luogo dove risiedono i beati e quindi èla massima aspirazione per un'anima.
cosa
è il canto conclusivo del Paradiso e dell'intera Commedia. Qui Dante, per mezzo dell'intercessione di San Bernardo e della Vergine vede Dio
INDICE
02 PERSONAGGI
San Bernardo
- 1090: nasce a Fontaine-lès-Dijon (Borgogna, Francia)
- famiglia nobile (terzo di sette fratelli)
- studia solo grammatica e retorica nella scuola dei canonici di Nôtre Dame di Saint-Vorles
- 1112: entra nel monastero di Cîteaux
- 1115: fonda l'abbazia di Clairvaux, dedicandosi all'incremento dell'Ordine cisterciense
- per primo espone il simbolo delle due spade: la spirituale e la temporale (anch'essa dipendente dalla chiesa)
- autore di opere teoriche di alto rilievo: es. De consideratione, manuale del perfetto pontefice
- Grande cultore di Maria
- 1153: muore a Clairvaux
- 1174: canonizzato
- 1830: proclamato dottore della chiesa
- la sua festa viene celebrata il 20 agosto
- Nella Divina Commedia si trova in Paradiso
- è la terza guida di Dante dopo Virgilio e Beatrice. Egli probabilmente rappresenta il momento mistico che mette l'uomo nelle condizioni di guardare la divinità (tramite una sorta di intuizione).
- Dante lo introduce nel Canto XXXI (sene)del Paradiso mentre il poeta sta ammirando la candida rosa dei beati.
- Nel Canto XXXII il santo illustra a Dante la disposizione dei beati nella rosa celeste
- All'inizio del Canto XXXIII Bernardo rivolge dunque alla Vergine la preghiera con cui chiede l'intervento di Maria, e in seguito Dante descrive la visione di Dio che conclude la Cantica e il poema.
- L'orazione alla vergine è testimonianza del culto mariano di Dante.
Maria
- Maria di Nazharet, madre di Gesù
- protagonista dei Vangeli e personaggio centrale nella storia del Cristianesimo occidentale e orientale
- la teologia cattolica che si occupa dello studio di Maria è detta mariologia
- compare e viene citata più volte in tutte e tre le cantiche
- nel canto XXXIII viene invocata tramite la preghiera di San Bernardo perchè interceda presso Dio a favore di Dante
INDICE
03 TEMI
L'EPOS DI DANTE
04
LA PREGHIERA A MARIA
01
LIMITATEZZA UMANA
05
02
LA VERGINE CHE SALVA
RAPPORTO DIRETTO TRA DANTE E DIO
06
LA CARITA'
03
INDICE
04 RIASSUNTO SEZIONI
Sezione 1: vv 1-48
- Il canto si apre con la preghiera di San Bernardo alla Vergine. Dante si trova nell'Empireo ed è affiancato da San Bernardo, la guida che lo prepara all'incontro con Dio. Pregando la Vergine, chiede la sua intercessione, affinchè faccia da tramite tra lui (uomo) e Dio. La preghiera si articola in due parti: lode ed invocazione. La preghiera viene accolta ed al poeta viene concesso di vedere Dio
Sezione 2: vv. 49-99
- Dopo le preghiere effettuate Dante percepisce che i suoi desideri si stanno avverando. Per questo senza aspettare l’approvazione di San Bernardo si volge verso la luce divina. Dato che la luce di Dio non è conoscibile e capibile dagli umani a Dante rimane solo un ricordo opaco, come quello che rimane dopo i sogni. A questo punto Dante si appella a Dio e chiede aiuto per poter capire qualcosa e riportare informazione dalla luce divina, che altrimenti non può essere capita. Con l’aiuto di Dio Dante riesce a vedere il primo mistero, ovvero il mistero dell’unità dell’universo.
Sezione 3: vv. 100-145
- Dante dopo aver visto il primo mistero ne gioisce ma le parole che usa per descrivere la visione sono inadeguate, come quelle di un bimbo.
- La capacità visiva di Dante cambia, ma Dio rimane l’oggetto della visione.
- Vede 3 cerchi uguali di tre colori diversi; i tre cerchi si riflettono reciprocamente: è il mistero della Trinità. In uno dei tre cerchi vede l’immagine umana che simboleggia il mistero dell’incarnazione, che Dante può vedere ma non capire. La mente di Dante è illuminata da una luce immensa che porta a compimento il suo desiderio di comprendere l’ultimo mistero e che lo solleva alla beatitudine suprema.
INDICE
05 ANALISI
LA PREGHIERA DELLA VERGINE
- Orazione di San Bernardo alla Vergine.
- Ricca di anafore (ripetizione del Tu), antitesi, ossimori, figure etimologiche, chiasmi e paronomasia.
- Stile solenne e austero.
- Divisibile in 2 parti: la prima (vv 1-21) è una captatio benevolentiae, la seconda (vv 22-39) è una richiesta.
- La richiesta è da parte di Dante e le chiede di vedere Dio e ti tenere “sani” i suoi sentimenti.
- Maria prova amore per Dante ma non gli rivolge mai né lo sguardo né la parola = sacralità.
INSUFFICIENZA DELLA MEMORIA E DELLA PAROLA
- Dante è solo davanti a Dio, intorno a lui solo silenzio e infinito (Empireo).
- I ricordi si affievoliscono a causa della poca memoria.
- Si ha un crescendo di similitudini con molte lettere liquide e spiranti (s,v,l) (suggerisce l’idea dello sparir via).
- Topos dell'ineffabilità = perifrasi per nominare Dio
- Metafore e similitudini alludono ad un linguaggio emotivo e non più concreto
LE TRE VISIONI
- PRIMA: è Dio come tutto = unità del molteplice come orientamento di tutto al bene.
- SECONDA: la Trinità è la suprema coesione delle tre unità di Dio (Padre, figlio e Spirito Santo).
- TERZA: è l'Incarnazione che simboleggia la salvezza dell’uomo.
IL PERCORSO DELLA RAGIONE
- La similitudine della nave di Argo costituisce un sigillo tematico poiché si riconduce anche alla metafora della nave come ingegno (Pd II e Pg I)
- Topos letterario della metafora della ragione come nave (Pd II e Pg I)
- Dante davanti alle visioni utilizza l’intelligenza = predilige lo sforzo della ragione poiché Dante comprende, non intuisce
- Stelle: come ultima parola come nell’Inferno e nel Purgatorio; Dio è colui che tutto move e il movimento uniforme richiama armonia della creazione come atto d’amore.
INDICE
06 PARAFRASI
Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'etterno consiglio,(1-3) tu se' colei che l'umana natura nobilitasti sì, che 'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. (4-6)
«Vergine Madre, figlia del tuo figlio, più umile e nobile (più) di qualunque altra creatura, fine stabilito del decreto divino tu sei colei che la natura umana hai nobilitato al punto che, il suo Creatore non ebbe spregio di farsi suo creato.
Li occhi da Dio diletti e venerati, fissi ne l’orator, ne dimostraro quanto i devoti prieghi le son grati;(40-42) indi a l’etterno lume s’addrizzaro, nel qual non si dee creder che s’invii per creatura l’occhio tanto chiaro. (43-45) E io ch’al fine di tutt’ i disii appropinquava, sì com’ io dovea, l’ardor del desiderio in me finii. (46-48)
Gli occhi preferiti e adorati da Dio. fisso nel pregante, dimostrarono ai beati quanto le preghiere devote le sono gradite; quindi si rivolsero verso la luce eterna, nel cui sguardo non si deve credere che creatura possa penetrare razionalmente con lo sguardo. Ed io, che al sommo di ogni desiderio mi avvicinavo, così come era giusto facessi, [sentivo che] (l'intesità del) il mio desiderio giungeva al suo culmine (al grado più alto).
Io credo, per l’acume ch’io soffersi del vivo raggio, ch’i’ sarei smarrito, se li occhi miei da lui fossero aversi. (76-78) E’ mi ricorda ch’io fui più ardito per questo a sostener, tanto ch’i’ giunsi l’aspetto mio col valore infinito. (79-81) Oh abbondante grazia ond’ io presunsi ficcar lo viso per la luce etterna, tanto che la veduta vi consunsi! (82-84)
Credo, per l’intensità con cui fui colpito da quella luce, che mi sarei smarrito, se avessi distolto gli occhi da essa. E ricordo che per questo motivo fui più ardito nel guardare, tanto che infusi il mio sguardo in quell'infinito. Oh, l'infinita grazia per cui io ardii di penetrare il mio sguardo nella luce eterna, tanto che vi consumai la vista!
Vidi che in quella profondità è contenuto, rilegato con amore in un unico libro, ciò che nell'Universo appare disperso: le diverse sostanze, gli eventi ed il loro legame, fusi insieme, in un modo che come la mia descrizione ne è un semplice barlume.
Nel suo profondo vidi che s’interna, legato con amore in un volume, ciò che per l’universo si squaderna: (85-87) sustanze e accidenti e lor costume quasi conflati insieme, per tal modo che ciò ch’i’ dico è un semplice lume. (88-90)
In quella profonda e luminosa essenza in quella luce mi apparvero tre cerchi di tre colori diversi e della stessa dimensione; il primo ed il secondo sembravano l'uno il riflesso dell'altro come arcobaleni concentrici, mentre il terzo pareva un fuoco che avvolgeva e pervadeva i primi due. Oh, quanto è scarso e sbiadito il mio linguaggio rispetto al mio ricordo! E questo, rispetto a ciò che vidi, è tanto, ma lo descrive assai poco.
Ne la profonda e chiara sussistenza de l’alto lume parvermi tre giridi tre colori e d’una contenenza; (115-117) e l’un da l’altro come iri da iri parea reflesso, e ’l terzo parea foco che quinci e quindi igualmente si spiri. (118-120) Oh quanto è corto il dire e come fioco al mio concetto! e questo, a quel ch’i’ vidi, è tanto, che non basta a dicer ’poco’. (121-123)
Quella circulazion che sì concetta pareva in te come lume reflesso, da li occhi miei alquanto circunspetta,(127-129) dentro da sé, del suo colore stesso, mi parve pinta de la nostra effige: per che ’l mio viso in lei tutto era messo. (130-132)
Quel cerchio che sembrava concepito come fosse una luce riflessa, e siccome i miei occhi la guardavano attentamente, al suo interno, e dello stesso colore, mi sembrò esserci dipinta un'immagine umana: perciò il mio sguardo era tutto fisso in lei.
l’amor che move il sole e l’altre stelle.
Ilaria Buffon - Fabian Gllava- Omar Trevisan