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Mafia

riccardospe127

Created on April 17, 2021

riccardospe127@gmail.com

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Transcript

GLI UOMINI PASSANO, LE IDEE RESTANO E CONTINUANO A CAMMINARE SULLE GAMBE DI ALTRI UOMINI

STORIA

Origine

CIVICA

Giovanni Falcone Paolo Boresellino Peppino Impasato

MAFIA

MAFIA

GEOGRAFIA

Yakuza

INGLESE

Cosa Nostra Statunitense

MUSICA

SPAGNOLO

Musica italianai e mafia

Pablo Escobar

Come è nata la mafia

La leggenda

Secondo una leggenda, la Mafia, così come la Camorra e la 'ndrangheta, nacque per mano di tre fratelli spagnoli, chiamati Osso, Mastrosso e Carcagnosso.I tre, costretti a fuggire da Toledo dopo aver vendicato, tramite omicidio, l’onore della sorella, si rifugiarono a Favignana, in Sicilia. Dopo 30 anni di permanenza sull'isola, i fratelli decisero dividersi: Osso si fermò in Sicilia e fondò la mafia, Mastrosso si diresse a Napoli dove costituì la camorra, ed infine, Carcagnosso si stabilì in Calabria dove diede vita alla ’ndrangheta.

Nell'immagine sopra sono rappresentati Osso, Mastrosso e Carcagnosso. Nonostante la vicenda si concluda con la loro separazione, i tre hanno continuato ad avere in comune lo stesso comportamento criminale.

La Storia

Etimologia

"Mafia" o "Cosa nostra" è un'espressione utilizzata per indicare un'organizzazione criminale di tipo mafioso-terroristico presente in Italia, soprattutto in Sicilia e in più parti del mondo.

Le origini

La Mafia si affermò nel periodo che va dal 1860 al 1876 e nacque come braccio armato della nobiltà feudale per la repressione delle rivendicazioni dei contadini. Nel 1860 Giuseppe Garibaldi, con le sue camicie rosse, invase la Sicilia per annetterla al regno d’Italia, sconfiggendo l’esercito borbonico. I siciliani appoggiarono Garibaldi poiché il Parlamento siciliano aveva formalmente abolito il sistema feudale che, però, continuò ancora per oltre un secolo ad essere la struttura socio-economica portante della Sicilia. Il popolo siciliano che sperava in un cambiamento sociale con l’annessione al regno d’Italia rimase però deluso. Il risultato fu il peggioramento socio-economico dell’intero Meridione. Il fenomeno mafioso è stato considerato frutto di strutture economico-sociali particolarmente arretrate, di un universo sociale composto da poveri contadini, grandi latifondisti e grandi affittuari, i cosiddetti gabellotti, dai cui ranghi provenivano molti capimafia. Ottenuti in gabella gli ex feudi dei baroni, poco interessati a operarvi trasformazioni produttive, i primi mafiosi li dividevano in piccoli lotti, subaffittandoli ai contadini poveri e ricavando consistenti guadagni. I gabellotti divennero potenti e in assenza dello Stato gestirono da soli il monopolio della violenza creando proprie forze armate, i cosiddetti campieri (“guardie armate” del latifondo).

Salvatore Riina

Salvatore Riina, nacque a Corleone il 16 novembre 1930, è stato un criminale italiano, capo di "Cosa nostra" e considerato il capo dell'organizzazione dal 1982 fino al suo arresto, avvenuto il 15 gennaio 1993. È stato ritenuto il più potente, pericoloso e sanguinario componente di tutta Cosa nostra in quegli anni, talvolta menzionato come il capo dei capi. Veniva indicato anche con i soprannomi "u curtu", per via della sua bassa statura, e La Belva, per indicare la sua brutalità sanguinaria.

Bernardo Provenzano

Bernardo Provenzano, detto Il ragioniere, nacque a Corleone, 31 gennaio 1933, è stato un mafioso italiano, membro di Cosa nostra e considerato il capo dell'organizzazione a partire dal 1995 fino al suo arresto, avvenuto l'11 aprile 2006 in una masseria a Corleone. Era ricercato da quarantatré anni. In precedenza era già stato condannato in contumacia a tre ergastoli e aveva altri procedimenti penali in corso.

Secondo le dichiarazioni di alcuni pentiti, Riina Salvatore e Provenzano Bernardo, soprannominati per la loro ferocia "le belve", erano gli elementi più pericolosi, essi furono responsabili ciascuno di non meno di quaranta omicidi.

GIOVANNI FALCONE

Giovanni Falcone è stato un magistrato italiano che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia. Nacque a Palermo e si laureò in Giurisprudenza nel 1961.Nel 1964, entrò nella Magistratura italiana per poi, dopo la morte del giudice Terranova, iniziare a lavorare all'ufficio istruzione. Nel 1980, gli venne affidato il caso di Rosario Spatola, accusato di avere rapporti con Cosa Nostra. Lavorando a questo caso, Falcone comprese che per indagare con successo sulle associazioni mafiose, era necessario basarsi anche su indagini patrimoniali e bancarie, in modo da ricostruire il percorso del denaro che accompagnava i loro traffici.

La svolta si ha con l'interrogatorio del primo e più celebre ‘’pentito’’ di mafia, Tommaso Buscetta. Le indagini portate avanti da Falcone portano, infatti, ad istruire il primo maxiprocesso contro la mafia, che vedeva imputate 475 persone. Dopo l'omicidio di Giuseppe Montana e Ninni Cassarà nell'estate 1985, stretti collaboratori di Falcone e Borsellino, si comincia a temere per l'incolumità anche dei due magistrati. Falcone rimase comunque molto attivo nella sua attività contro la mafia, ma venne assassinato in quella che, comunemente, è chiamata strage di Capaci il 23 maggio 1992. Insieme a lui morirono sua moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

PAOLO BORSELLINO

Paolo Borsellino nato nel quartiere Kalsa anche lui si laureò in giurisprudenza.Nel 1968 si sposò con Agnese Piranio Leto figlia del magistrato Angelo Piranio Leto dalla quale ebbe tre figli Lucia, Manfredi e Fiammetta. Nel 1975 fu trasferito con Rocco Chinnici al Pool Antimafia dove collaborò strettamente con Giovanni Falcone e nel 1986 fu proclamato Procuratore della Repubblica di Marsala.

Il 10 luglio 1992 si recò in via D'Amelio ed una Fiat, riempita di tritolo, prese in pieno la macchina con tutta la sua scorta. L’unico sopravvissuto fu Antonino Vullo che, al momento dello scoppio, stava parcheggiando un'altra auto in un luogo distante. Durante il funerale, la moglie Agnese non volle il rito di Stato in quanto, insieme ai figli, riteneva lo Stato colpevole della morte del marito perchè non adeguatamente protetto.

PEPPINO IMPASTATO

Giuseppe Impastato nacque a Cinisi nel 1948, i suoi parenti erano tutti mafiosi e lo zio era Cesare Manzella, noto mafioso ma con cui aveva ottimi rapporti.Fondò diverse attività culturali tra cui: il giornalino "L'idea Socialista" nel 1965 poi il club Musica e cultura nel 1975 e nel 1977 Radio AUT, con cui denunciava i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, ed in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti che ebbe un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell'aeroporto.

Nel 1978 venne rapito dagli uomini di Badalamenti, picchiato selavaggiamente e messo sui binari della ferrovia con una cintura di tritolo e fatto esplodere.Per questo episodio, Giuseppe venne accusato per 20 anni, dalla polizia, di essere un terrorista in quanto riteneva che quell'atto fosse una mossa suicida, ma grazie alla madre ed al fratello, che ruppero con la parentela mafiosa, vennero denunciati gli omicidi commessi. Prima che Peppino morisse, suo padre disse "se uccidete mio figlio, prima dovete uccidere me". Morì, infatti, nel 1977 in un finto incidente stradale organizzato dalla mafia. La casa Impastato venne poi assegnata all'Associazione "Casa Memoria" ed all'Associazione "Peppino Impastato".

MUSICA ITALIANA E MAFIA

La musica non è solo un divertimento ma anche una riflessione, in questo caso contro la mafia.Come nell'album del 1991 "COME UN CAMMELLO IN UNA GRONDAIA" di Franco Battiato con la canzone "Povera Patria" piena di significati politici, civili ed etici. Una delle canzoni più famose dell'antimafia è "I CENTO PASSI" dei Modena City Rambles e la canzone tratta della vita di Impastato. Nel 1992 canatata da Jovanotti e Frabrizio Moro " CUORE", anche Jovanotti si cimenta nella denuncia alla mafia . Nel 2007 ci fu "PENSA " di Fabrizio Moro; il messagio che vuole dare è una riflessione sulla mafia e sulla lotta civile.

Dall'Italia a tutto il mondo

La mafia dove si è spostata

Nata in Sicilia si è diffusa in tutto il mondo in breve tempo.Una mafia molto potente è la Yakuza, organizzazione giapponese, dove i suoi capi sono tutt'oggi a piede libero. Organizzazione ricchissima che investe in attività illegali, legali ed addirittura benefiche. Il loro vecchio codice d'onore aveva tre comandamenti: 1- Non toccare la moglie dei seguaci. 2 - Non rivelare a nessuno i segreti dell'organizzazione. 3 - Sii fedele al tuo capo. Con le attività ancora attive raggiungono ricavi superiori ai 180 miliardi di dollari, tra questi il gioco d'azzardo, attività finaziarie, traffico d'armi, droga; molti esponenti hanno acquistato innumerevoli aziende per espandersi legalmente e per nascondere traffici illetici.

LA MAFIA IN AMERICA

Cosa nostra statunitense, in maniera simile all'originale Cosa nostra siciliana, di cui ha mantenuto i rituali, è un'organizzazione mafiosa potente e segreta, priva di un nome formale. Coloro che ne fanno parte la chiamano cosa nostra o "our thing". Cosa nostra statunitense iniziò ad emergere nei poveri quartieri italiani nella Lower East Side di New York, nel resto dell'East Coast ed in varie metropoli (come New Orleans) tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, seguendo l'ondata migratoria italiana verso le Americhe. Si tratta comunque oggi di una mafia a sé stante dall'originaria siciliana. Infatti, col passare del tempo, vari gangster italoamericani di origini non siciliane, come bande criminali di origini napoletane che inglobavano calabresi, attive negli USA si sono unite ai siciliani di Cosa nostra americana per formare la moderna mafia pan-italiana degli Stati Uniti, in cui però l'elemento siciliano era ed è stato sempre maggioritario e dominante, tanto che la mafia siciliana è stata l'unico modello di riferimento, con il quale ha sempre avuto un contatto particolare e privilegiato. Oggi la mafia americana collabora con mafie operanti in Italia, come ad esempio Camorra e 'ndrangheta, e soprattutto storicamente con Cosa nostra siciliana da cui appunto ha tratto origine e di cui per molto tempo è stata una costola, non solo dunque semplicemente alleata.

Al Capone boss mafioso italo-americano detto anche scarface dominò Chicago. Da giovane crebbe povero, poi entrò in piccole gang, iniziò con piccoli furti e finì diventando il più potente boss mafioso americano.Nel 1930 Al Capone fu dichiarato nemico pubblico della stampa e fu inserito in una lista dei criminali più pericolosi dall' FBI. Morì a 48 anni colpito da un ictus e da una polmonite.

PABLO ESCOBAR

Pablo Escobar fue el mayor traficante de drogas y armas y fue el hombre más rico en el mundo ganando 80 millones de dolares en los años '80.Empezó con pequeños robos y entró en la politica.

Se postuló para el Movimiento Rivolucionario Liberal y gracias a sus conexiones politicas corrompió jueces y mató opositores.

Empezó a colaborar con los contrabandistas, y a vender droga con su primo.Se casó con Maria Victoria Henao y tuvo dos hijos: Sebastian y Manuela. La población lo consideraba un héroe porqué regalaba mucho dinero a las ciudades más pobres para ganar consenso. En el 91 se entregó a las autoridades colombianas para escapar de los Estados Unidos y murió a los 44 años en un tiroteo.

Una frase famosa del hijo Sebastian fue: "Mi padre siempre me dijo que tenía 15 proyectiles en su Sig Sauer: 14 para los enemigos y 1 para si mismo. Entonces una vez que se dio cuenta de que estaba acabado decidió de spararse en la oreja derecha."

LA COSTITUZIONE COME STRUMENTO DI LOTTA CONTRO LA MAFIA

Art. 4: "La repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto" Art. 41: Il comma 1 recita testualmente che "l’iniziativa economica privata è libera", precisando al comma 2 che "non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana"; Art. 9: la Repubblica "tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione"

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