Want to create interactive content? It’s easy in Genially!
Il Risorgimento
Eleonora
Created on April 16, 2021
Start designing with a free template
Discover more than 1500 professional designs like these:
View
Higher Education Presentation
View
Psychedelic Presentation
View
Vaporwave presentation
View
Geniaflix Presentation
View
Vintage Mosaic Presentation
View
Modern Zen Presentation
View
Newspaper Presentation
Transcript
Il problema Nazionale Italiano
REALIZZATO DA ARGENTIERI GIULIA E CARABOTTI ELEONORA - IV FES
19 Aprile 2021
il Risorgimento
1. Cosa vuol dire Risorgimento
3. Forze modernizzatrici e Riforme
4. L'opinione pubblica riformatrice
2. Policentrismo e “piccole patrie”
5. La maturazione politica dell'ideale nazionale
Diverse idee per la nuova Italia
Vincenzo Gioberti
Giuseppe Mazzini
Cesare Balbo
Carlo Cattaneo
Cosa vuol dire Risorgimento
l’insieme dei processi e degli eventi che condussero l’Italia alla conquista dell’indipendenza politica e all’unificazione, avvenuta nel 1861.
Significato di “risurrezione” o “rigenerazione” Pensiero di Alfieri: Alfieri sostenne che l’Italia dovesse risorgere dalla decadenza presente, in nome delle forze spirituali e morali che avevano reso eccezionale la sua storia
RISORGIMENTO ITALIANO
1815 - 1870
Il Risorgimento italiano non è solamente un fatto nazionale, ma viene inserito in un contesto internazionale e l’unificazione italiana è un caso specifico all’interno del processo di formazione degli stati-nazione europei
il confronto con più avanzate realtà europee, che fecero maturare idee di modernizzazione economica, civile e politica.
Furono le grandi idee circolanti del dibattito pubblico europeo (libertà, democrazia e nazione) ad alimentare la formazione di un’opinione pubblica nazionale
Policentrismo e “piccole patrie”
L’Italia era frammentata a livello politico e a livello economico (dogane, debole infrastrutturazione). Anche sul piano della cultura e della mentalità era rilevante la frammentazione:meno del 3% della popolazione parlava a quel tempo l’italiano
Le classi dirigenti urbane erano legate ad una dimensione locale, secondo la tradizione del policentrismo (“piccola patria”) Queste classi inoltre hanno fatto opposizione a Napoleone non in nome della nazione, bensì in difesa delle tradizionali autonomie e libertà cittadine, o addirittura in nome dei privilegi aristocratici nell’accesso alle cariche di governo delle città.
Patria
deriva dal latino e significa “terra dei padri”, cioè il paese e la comunità di nascita verso i quali si hanno sentimenti di attaccamento, devozione e lealtà.Nell’800 la patria è venuta a coincidere con la nazione. Prima con questo termine ci si riferiva anche a realtà più piccole come il paese natio, il villaggio. Oggi il termine è usato abbastanza raramente; nel linguaggio politico si parla di patriottismo costituzionale per indicare la lealtà verso i valori dello stato e della democrazia. Si parla anche di patriottismo europeo per indicare la comune identità europea.
Le forze modernizzatrici
Alcune classi dirigenti però aspiravano ad una modernizzazione politica ed economica e colsero il peso dell’arretratezza civile ed economica. Era un’elite liberale di estrazione soprattutto borghese (avvocati, medici, ingegneri e insegnanti universitari)
Riforme necessarie
I riformatori non avevano l’obiettivo dell’unificazione nazionale.Avvertivano il peso dell’arretratezza economica e civileAvevano consapevolezza che per far progredire l’Italia e portarla dal ruolo di “periferia europea” a quello di protagonista della vita del continente era necessaria un’opera di riforma.
Riforme necessarie
=>
superare la frammentazione e la ristrettezza del mercato interno
=>
investire nelle vie di comunicazione
=>
rendere più vivace la vita culturale
=>
creare una lega doganale come lo Zollverein tedesco
=>
procedere con l’unificazione dei pesi e delle misure
=>
prevedere il libero scambio o quantomeno la riduzione delle dogane interne
=>
costruire un sistema ferroviario inserito fra i vari stati della penisola
=>
migliorare l’istruzione
=>
adottare una costituzione liberale
L’opinione pubblica riformatrice
Su tema delle riforme che si sviluppò una grande pubblicistica:
Antologia di Vieusseux
Annali universali di statistica di Romagnosi
Il Politecnicodi Cattaneo
La diffusione della stampa quotidiana favorì: => la crescita di un’opinione pubblica più attenta alle questioni sociali e politiche => un processo di politicizzazione da cui scaturì un nuovo linguaggio politico, basato su termini quali “nazione”, “patria”, “popolo” e “democrazia”
L’opinione pubblica riformatrice
Molto importanti furono anche i Congressi degli scienziati italiani
=> duranti questi congressi vennero trattati gli argomenti più vari dall’agricoltura all’istruzione popolare=> contribuirono a far maturare un’opinione pubblica liberale, riformista e anche nazionale => si iniziò a riconoscere che il progresso civile dell’Italia era strettamente legato ad un rinnovamento costituzionale degli stati => si doveva superare la frammentazione politica, il provincialismo culturale e il municipalismo (tendenza di privilegiare gli interessi della realtà locale (il municipio, il comune)
La maturazione politica dell'ideale nazionale
=> queste tematiche avevano un evidente riflesso politico e scaturirono un dibattito fra i patrioti che con il fallimento dei primi moti, presero coscienza della necessità di trovare altri modi per condurre la lotta di liberazione. => Maturò l’idea che l’obiettivo dell’indipendenza dovesse essere connesso a quello dell’unificazione nazionale, andando oltre la visione localistica. => Si comprese che le società segrete, come la Carboneria, andavano abbandonate in favore di programmi politici chiari, capaci di ottenere il consenso dell’opinione pubblica.
La maturazione politica dell'ideale nazionale
Si crearono due principali linee politiche, due sono i partiti politici che si fronteggiano e che propongono due idee diverse per l’unificazione italiana
Democratici
Moderati
Ritenevano che gli obbiettivi dell’indipendenza e dell’unificazione dovessero essere raggiunti gradualmente senza azioni ribelli, attraverso un processo riformatore.I moderati sostengono l’idea di una monarchia costituzionale di carattere liberale, cioè di una monarchia in cui il potere del re è limitato da una costituzione e da un parlamento. I moderati inoltre vogliono limitare il diritto di voto ai cittadini proprietari di beni e con un livello minimo di istruzione (Gioberti, Balbo, Cavour)
Ritenevano che Risorgimento dovesse essere frutto dell’iniziativa popolare, attraverso insurrezioni. Pensano ad un’Italia come ad una repubblica fondata sul principio della sovranità popolare. Sono sostenitori dell’uguaglianza dei cittadini e tutti possono votare e il capo dello stato deve essere un presidente scelto dal popolo (Mazzini, Cattaneo, Garibaldi)
Queste due linee politiche di alternano nella guida del processo di unificazione nazionale: in una prima fase, prevarrà l’orientamento democratico alla fine sarà quello moderato a prevalere.
Giuseppe Mazzini
Fu il miglior interprete del filone democratico risorgimentale:al centro del suo pensiero vi è l’affermazione del nesso inscindibile fra nazione e libertà. L’espressione “Dio e popolo “è il binomio entro cui si racchiude il nucleo del pensiero mazziniano.
La diffusione del programma mazziniano
Il fallimento dei moti mazziniani
La Giovine Italia
Politica come educazione
La lotta per la libertà richiede una grande opera di educazione morale del popolo.Bisogna far comprendere al popolo i vantaggi che gli deriveranno dalla conquista della libertà. Per Mazzini contano di più i valori morali e politici di quelli economici: sostiene che solo delle riforme giuste e lo sviluppo dell’associazionismo e della cooperazione possono migliorare la vita dei lavoratori.
La giovine Italia ebbe una diffusione ampia ma socialmente e geograficamente circoscritta. Si radicò infatti in alcune aree del settentrione. Mazzini vedeva nell’insurrezione dell’Italia settentrionale e nello scontro con l’Austria la chiave risolutiva del processo rivoluzionario. Ebbe un ruolo fondamentale nella maturazione del progetto risorgimentale, infatti diede forma politica al nazionalismo culturale concretizzando un’idea di nazione astratta e perché comprese l’importanza della comunicazione, della stampa e della propaganda.
Organizzazione con un programma palese e una diffusione a livello nazionale. Il programma della prevedeva l’instaurazione di una repubblica unitaria attraverso un’ insurrezione popolare nazionale. Mazzini era repubblicano per due motivi, non aveva fiducia nelle monarchie ed era convinto che fosse la forma di stato più adatta a realizzare la sovranità popolare, attraverso il suffragio universale.
Fallirono tutte le insurrezioni organizzate dai mazziniani, vennero giustiziati e incarcerati molti patrioti e l’organizzazione della giovine Italia venne gravemente pregiudicata. Mazzini attraversò una grave crisi ma uscì riconfermato circa la giustezza dei propri ideali. Fondò la Giovine Europa nel 1834.
Il Cattolicesimo Liberale di Gioberti
Il sacerdote piemontese Vincenzo Gioberti delineò un progetto politico all’altezza dell’obbiettivo di Mazzini ispirandosi al cattolicesimo liberale.Il cattolicesimo liberale propugnava l’unione fra le conquiste del liberalismo e i principi del cattolicesimo, i cattolici liberali erano contrari all’alleanza fra potere politico e potere religioso, pur ritenendo che qualsiasi forma di governo dovesse ispirarsi al rispetto dei principi del cattolicesimo e garantire la libertà della Chiesa. Gioberti concepiva l’unità nazionale come una confederazione e a capo di tale confederazione egli immaginava che dovesse esservi il Papa, poiché la grandezza storica e l’unità spirituale del popolo italiano risiedevano proprio nella religione cattolica e nel papato.
Sacerdote Lamennais
Il federalismo di Balbo
Il problema del rapporto con l’Austria fu affrontato dal liberale piemontese Cesare Balbo nella opera “Delle speranze di Italia”. Secondo Balbo l’Austria è l’avversario principale nel cammino verso l’indipendenza e l’unico modo per costringere gli austriaci a lasciare il lombardo-Veneto è la forza militare e politica della monarchia sabauda. Credeva quindi in una confederazione italiana sotto la guida della monarchia piemontese.
Cattaneo e il progresso dell’Italia
Una posizione federalista fu sostenuta anche da Carlo Cattaneo.L’impostazione culturale di Cattaneo si rifaceva alla tradizione dell’illuminismo Lombardo, concepiva il risorgimento come un progressivo avanzamento economico e civile basato sulla diffusione del sapere concreto. Condivise alcune istanze del programma moderato, come il libero scambio, lo sviluppo delle ferrovie e l’unificazione dei pesi e delle misure
Una posizione federalista fu sostenuta anche da Carlo Cattaneo.L’impostazione culturale di Cattaneo si rifaceva alla tradizione dell’illuminismo Lombardo, concepiva il risorgimento come un progressivo avanzamento economico e civile basato sulla diffusione del sapere concreto. Condivise alcune istanze del programma moderato, come il libero scambio, lo sviluppo delle ferrovie e l’unificazione dei pesi e delle misure