CESARE LATINO

Gaio Giulio Cesare

e la profonda indecisione del grande condottiero

Essendo oggi tutti qui riuniti, mi urge cogliere la propensa circostanza per enunciare un' orazione deliberativa riguardo colui che viene ricordato come Gaio Giulio Cesare, discendente della gens Iulia, validissimo guerriero nonchè dittatore, figlio di Enea e nipote di Venere, ammirabile uomo per ambizioni ed aspetto... il grande condottiero, conquistatore della Gallia e difensore dei populares, che, arrivato in Egitto come trionfatore, finisce per cadere in balìa delle braccia di una donna; come, tra l'altro, gli era consueto... il che dimostra, come tanti altri episodi, la sua evidente volubilità. A dimostrazione della veridicità di ciò che sostengo, oggi, vorrei presentare a voi tutti, due, dei molti episodi di cui sono venuto a conoscenza riguardo la condotta del personaggio preso in causa. Dunque, è altresì noto che durante le sue campagne di conquista, sia in Grecia sia in Oriente, entrò a contatto con culture diverse dalla suddetta e, come se ciò non bastasse, apprezzò e fece proprie le qualità politiche che tali civiltà offrivano, facendo di esse i capisaldi della sua visione politica fondata, quindi, sulla sintesi tra le culture e sulla prospettiva universalistica del governo di Roma, allontanandosi così dai canoni predefiniti dalla sua città natale. Sono però consapevole che l'opinione della maggioranza non concorda con la mia, difatti molti sono increduli riguardo queste motivazioni poichè abituati a vedere in lui un personaggio deciso e altamente capace; dunque intendo precisare che non intendo negare l'evidenza dei suoi successi militari, al contrario, sono assolutamente convinto delle sue capacità, e ritengo che sarebbe da folli negare grandi conquiste come quella della Gallia fino all'oceano Atlantico e al Reno, della Britannia, della Germania, Spagna, Grecia, Egitto, Ponto e Africa, le quali sono peraltro attestate in alcuni suoi scritti, ad esempio il Commentarii de bello Gallico o il Commentarii de bello civili, i quali denotano la sua erudizione anche come scrittore ed oratore. Ma ciò di cui intendo persuadervi è la sua volubilità e incapacità di prendere o mantenere una decisione, il che potrebbe solamente portare ad un declino della società che da anni vanta quel rigore e compostezza che poche altre società possiedono. In conclusione, sembra opportuno richiamare l'attenzione di voi tutti anche sulla sua morte, in quanto sappiamo bene che fece scherno pure dell'indovina Spurinna! La quale lo aveva messo in guardia riguardo l'arrivo delle Idi di Marzo e, di conseguenza, anche della sua fine; rendendo manifesta, oltre all'insolenza, anche una sua parziale sfiducia negli dèi... a seguito di ciò posso congedarmi affermando di essere pienamente convinto e certo della mia tesi nonchè delle mie argomentazioni, senza alcun timore di essere smentito da un qualche oppositore.

Il primo evento che vorrei portare alla memoria è il suo intervento durante il processo della sua seconda moglie Pompea, nipote del passato dittatore Silla, per averlo tradito molteplici volte con Publio Clodio, il quale si intrufolava in casa nella notte con abiti femminili; infatti, il nostro valoroso guerriero, inizialmente sostenne di non essere assolutamente a conoscenza dell'accaduto difendendo, in questo modo, la dignità della moglie: tuttavia, quache tempo dopo ripudiò ugualmente la stessa, e alle numerose richieste di chiarmienti riguardo questa sua scelta, egli rispose sempre con la medesima frase: “Tutti i parenti di Cesare devono essere immuni sia dalle colpe sia dai sospetti”; sarà questa la realtà, o una delle tante manifestazioni della sua incapacità di prendere decisioni? Penso che la risposta sia chiara.Ma, allontanandoci dalla vita privata, noteremo delle incongruenze anche sul piano culturale. E' noto a tutti che Cesare si autoproclamò dittatore a vita della città di Roma, il quale popolo teneva strette alcune regole fondamentali di comportamento riconosciute, ad oggi come allora, con il nome di Mos Maiorum;