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VOLTA CAPPELLA SISTINA
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Created on April 8, 2021
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Transcript
LA VOLTA DELLA CAPPELLA SISTINA
Basic guide to create an awesome presentation
SEPARAZIONE DELLA LUCE DALLE TENEBRE
Con la separazione della luce dalle tenebre ha inizio la Creazione del mondo. La figura dell' Onnipotente si proietta a braccia levate nello spazio infinito, aprendo squarci di luce tra le tenebre. Tutta le scena è dominata da un accentuato movimento come se soffiasse un vento forte, facendo intuire la presenza dello Spirito Santo.
Dio è rappresentato due volte mentre crea gli astri, spalancando le braccia con un gesto perentorio (a destra) e mentre dà vita alle piante sulla Terra stendendo la mano destra (a sinistra). L'Eterno è colto da un vento impetuoso che gonfia i panneggi e gli scompiglia capelli e barba, simbolo della potenza generatrice divina. Le due immagini sono strettamente complementari e fortemente dinamiche e potenti, alternate in "controcampo", una volta frontale e una da terga. Se da questo lato sembra muoversi impetuosamente verso lo spettatore, a sinistra se ne allontana scorciando. La cromia è tutta giocata sulle tonalità del violetto della veste e sui colori freddi del grigio e dell'azzurro chiarissimo, con l'unica eccezione dell'intenso sole al centro, rappresentato come un disco dorato, mentre la luna ha la forma di una sfera perlacea.
CREAZIONE DEGLI ASTRI E DELLE PIANTE
SEPARAZIONE DELLA TERRA DALLE ACQUE
Nella Separazione della terra dalle acque, Dio fluttua sulla distesa grigio-azzurra delle acque, accompagnato dalla tipica corte angelica dietro il suo mantello aperto a nimbo, che ricorda le mandorle dell'arte medievale e quattrocentesca. Il cielo alle sue spalle è chiarissimo e limpido. La figura di Dio Padre è slanciata verso lo spettatore con un forte scorcio e sembra provenire dinamicamente da sinistra, con il gesto eloquente ed imperioso delle braccia distese e spalancate, mentre lo sguardo è concentrato sull'oggetto della sua Creazione. Per contrasto stacca la capigliatura bionda di due putti. Anche la composizione appare semplificata, con l'unica grande figura divina, che acquisisce così una monumentalità grandiosa.
LA CREAZIONE DI ADAMO
Adamo si trova sdraiato su un piccolo spazio erboso, mentre Dio arriva dal cielo, circondato dagli angeli, tutti insieme contenuti all’interno di un nimbo angelico; facendo bene attenzione, è possibile notare che lo stesso nimbo ricorda molto da vicino la forma del cervello umano, e metaforicamente potrebbe indicare l’idea della creazione di Adamo da parte di Dio.La suggestiva posizione dei due protagonisti, con le braccia tese ed un momento prima di toccarsi, rappresenta in modo eccezionale la forza della scintilla della creazione divina, che passa da Dio alla sua “creatura”, e quest’ultimo, riflette lo stesso movimento, risvegliando la forza di Dio. Spostando la nostra attenzione su Adamo, è possibile notare che tutto il suo corpo è stato affrescato in modo perfetto sotto un punto di vista anatomico
LA CREAZIONE DI EVA
Adamo appare nudo e semidisteso nell’angolo in basso sulla sinistra, con il busto, quasi all’altezza della spalla destra, appoggiato all’albero. Eva, anch’essa nuda ed in atteggiamento di forte dinamismo, pare uscire dal costolato di Adamo, sollecitata dal perentorio gesto del Creatore in piedi difronte a lei. Dio, con una tunica di color rosso-violaceo, avvolto da un ampio mantello con toni sempre violacei ma assai più chiari della veste, ha il braccio destro alzato, come in altre scene, ed uno sguardo intenso. Il braccio alzato dell’Eterno pare aver indicato ad Eva una ben definita direzione, cioè quella verso l’alto. La nuova creatura, già uscita da Adamo dormiente, sta gradualmente emergendo con le mani giunte ed uno sguardo di gratitudine e riconoscenza, quasi a voler benedire quel gesto divino.
PECCATO ORIGINALE E CACCIATA DALL'EDEN
Sulla sinistra, entro la zona delimitata dal fogliame dell’albero e dalla lieve discesa del profilo roccioso, in contrasto con un cielo chiarissimo, appare la scena del Peccato originale. Qui l’artista raffigura il serpente tentatore nelle sembianze di una figura femminile. Il rettile porge ad Eva un frutto proibito, mentre Adamo è in atteggiamento di prenderne altri. Adamo ed Eva, completamente privi di indumenti, appaiono con fisici massicci. Anche la figura femminile evidenzia, soprattutto nelle braccia ma anche nel tronco e nelle gambe, quella muscolosità mascolina che vediamo spesso nei corpulenti plasmati michelangioleschi.
Nella zona di destra il paesaggio non è lo stesso e si presenta desolato e spoglio. Dal cielo appare l’angelo con in mano una spada mentre scaccia Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre. Gli atteggiamenti dei progenitori evidenziano sofferenza e umiliazione, mentre i loro corpi appaiono contratti e improvvisamente invecchiati. Le smorfie di dolore sui loro volti ricordano l’espressività del Masaccio sullo stesso tema (Cacciata dei progenitori).
IL SACRIFICIO DI NOE'
L’episodio in esame raffigura Noè dopo aver messo in salvo dal diluvio l’arca con tutto il suo prezioso carico. Il suo “Sacrificio” fa sì che egli si riappacifichi con l’Eterno: è questo uno dei momenti fondamentali delle storie della Salvezza. Noè indossa una tunica rossa. A destra appare il profilo dell’anziana moglie che secondo gli studiosi non è opera di Michelangelo ma di aiuti. Stessa cosa si pensa per la giovane figura a sinistra, che si da fare con una torcia per aiutare ad accendere il fuoco sull’ara. In primo piano appaiono un ragazzo nudo seduto su un ariete, appena sacrificato, che passa ad un altro le interiora dell’animale, mentre un giovane porta della legna da ardere. Un’altra figura giovanile, anch’essa completamente nuda, è ripresa di spalle e pare stia controllando il fuoco all’interno l’altare per alimentarlo con il proprio soffio.
IL DILUVIO UNIVERSALE
Questi ultimi sono la schiera di persone in primo piano che cerca rifugio sulla terra ferma, portando vistosamente i propri beni. Di essi fanno parte anche le figure sull'isolotto di destra. In generale sembra che quest'ultima tipologia di figure abbia la consapevolezza della loro sorte, accettandola dolorosamente ma con rassegnazione, cercando piuttosto di aiutare i più deboli, per quanto possibile.
A differenza delle scene successive, vi sono raffigurate circa sessanta figure. I personaggi, spesso nudi, sono raggruppati e distribuiti lungo direttrici diagonali che accentuano la profondità prospettica. L'umanità si divide in tre gruppi: i giusti trovano posto nell'arca (quindi nella Chiesa) e vi trovano la Salvezza; i reprobi tentano di assalirla; il resto delle persone, pur non essendo malvagie, sono perduti per via del loro attaccamento alle cose del mondo, che causeranno la loro fine.
spicca il commovente episodio dell'anziano genitore che con forza titanica e grande fatica porta in braccio il corpo stremato del figlio.
L'EBBREZZA DI NOE'
Michelangelo raffigura la scena dell’Ebbrezza di Noè in un ambiente interno ma illuminato a giorno dall’ampia apertura sulla sinistra. Il patriarca, nudo, ebbro ed assopito, è disteso su un basso e fragile e giaciglio, appena scostato da terra da assi nel margine inferiore. Accanto a sé ha una brocca ed una ciotola. Sulla destra appaiono i suoi figli, anch’essi completamente nudi che, essendosi appena accorti dell’ebbrezza del padre, pare vogliano coprirlo con un manto. Cam, la figura di mezzo, indicando il padre ebbro fa un gesto di derisione, per cui al suo risveglio Noè ne maledirà la stirpe.