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Frate Cipolla - Decameron

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Created on April 7, 2021

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Frate cipolla

DecameronVI giornata, X novella

INDice

Introduzione

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Testo

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Introduzione

La novella è ambientata a Certaldo, una cittadina in Val d’Elsa, a circa 40 Km da Firenze. Una volta l’anno si recava a Certaldo uno dei frati di Sant’Antonio abate (protettore degli animali), il cui nome era frate Cipolla. Questo frate era particolarmente caro ai Certaldesi sia per la devozione che avevano per Sant'Antonio sia soprattutto per il suo nome, identico a quello del prodotto tipico della loro terra, la cipolla. Frate Cipolla promise ai Certaldesi che avrebbe mostrato loro un’importantissima reliquia: una penna dell’arcangelo Gabriele. Tuttavia all’ora prestabilita, a causa dello scherzo di due giovani, trovò dei carboni al posto della penna.

Frate Cipolla non si perse d’animo, cominciò un discorso abile, fatto di riferimenti bizzarri e spropositati, capaci di frastornare quella gente semplice, ignorante e credulona che lo guardava con la bocca aperta e con gli occhi spalancati, sotto il torrente delle sue parole. Alla fine riuscì a far credere che i carboni che aveva trovato al posto della penna dell’arcangelo Gabriele fossero i carboni su cui era stato bruciato san Lorenzo e riuscì ad ottenere dai Certaldesi abbondanti offerte.

Testo

parafrasato da Giorgio Baruzzi

[…] Certaldo, come forse saprete, è un castello della Val d’Elsa posto nella nostra campagna che, benché piccolo, è abitato da uomini nobili e ricchi. Un frate di nome Cipolla, dei frati di sant’Antonio, era solito recarvisi ogni anno a chiedere l’elemosina, poiché se ne ricavava molto. Egli vi veniva accolto volentieri, forse anche per via del nome, dato che in quei luoghi il terreno produce cipolle famose in tutta la Toscana.

Questo frate Cipolla, minuto di corporatura, di pelo rosso e col viso sempre lieto, era grande amante delle allegre brigate. Inoltre, pur privo di istruzione, era un predicatore tanto abile che chi non l’avesse conosciuto l’avrebbe ritenuto un grande oratore, paragonabile a Cicerone o forse a Quintiliano. Infine, si era fatti amici quasi tutti quelli che vivevano in quel paese.Come era sua abitudine, una domenica mattina d’agosto, in cui tutti gli uomini e le donne del contado si erano radunati in chiesa per la messa, al momento opportuno disse: – Signori e signore, come è noto, siete soliti inviare ogni anno ai poveri frati di messer barone Sant’Antonio una parte del vostro grano e dei vostri cereali, chi poco e chi molto, secondo le proprie

ricchezze e secondo la propria devozione. Questo affinché Sant’Antonio vigili sui vostri buoi, sui vostri asini, sui vostri maiali e sulle vostre pecore. Inoltre, siete soliti offrire la decima ogni anno. Io sono stato inviato dall’abate a raccogliere di persona queste offerte.Perciò, con la benedizione di Dio, oggi pomeriggio, dopo nona (le tre), quando sentirete suonare le campane, verrete qui, davanti alla chiesa, dove come al solito potrete ascoltare la mia predica e baciare la croce.

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