Want to create interactive content? It’s easy in Genially!
Calandrino
ferrarogiulietta
Created on March 19, 2021
Start designing with a free template
Discover more than 1500 professional designs like these:
View
Audio tutorial
View
Pechakucha Presentation
View
Desktop Workspace
View
Decades Presentation
View
Psychology Presentation
View
Medical Dna Presentation
View
Geometric Project Presentation
Transcript
Calandrino e l'elitropia
Il Decameron VIII
1349-1353
"Calandrino, Bruno e Buffalmacco giù per lo Mugnone vanno cercando di trovar l'elitropia, e Calandrino se la crede aver trovata; tornasi a casa carico di pietre; la moglie il proverbia e egli turbato la batte, e a' suoi compagni racconta ciò che essi sanno meglio di lui."
Giovanni Boccaccio
Indice
Struttura
Introduzione
Confronti
Ambientazione
Personaggi
Attualizzazione
Trama
Temi
Thanks
Introduzione
TEMA:il gusto della beffa e l’arte della parola
Beffa
- Azione o parola diretta a deridere qualcuno
- Nel canto XXIII dell'Inferno
- Disprezzare (Cecco Angiolieri)
- Deridere (Iacopone da Todi)
- Crea suspense (Medioevo/Rinascimento)
Calandrino e l’elitropia è una novella raccontata nel Decameron di Boccaccio da Elissa nell’ottava giornata, il giorno dedicato a scherzi e beffe. Calandrino è la vittima per eccellenza delle beffe altrui.
La novella è suddivisa in tre sequenze, evidenziando le tre scene principali che la caratterizzano.
Ambientazione
Tempo
Spazio
- Mugnone, in cui si trovano le pietre desiderate da Calandrino,
- Firenze luogo in cui l’uomo abita e in cui si svolge l’intera narrazione.
- Battistero di Firenze, avviene l’incontro tra Maso del saggio e Calandrino
- Casa di Calandrino
- Il tempo del racconto sono 5 pagine in cui la narrazione si svolge con un ritmo abbastanza veloce ed incalzante.
- Il tempo della storia non è chiaro, ma si svolge probabilmente nell’arco di qualche settimana, massimo un mese.
- Per mancata descrizione del particolare non sappiamo se il tempo in cui la narrazione ha luogo è di mattina, pomeriggio o sera.
Sequenza 1
Trama
In Calandrino e l’elitropia troviamo Maso del Saggio che racconta diverse frottole a Calandrino, fra cui anche quella della pietra elitropia, capace di donare l’invisibilità. Secondo Maso, questa pietra si troverebbe sulle rive del fiume Mugnone.
tEMI
- l’ingenuità di Calandrino
- l'intelligenza di Maso Del Saggio
- la virtù dell’industria
- l'illusionismo
- la ragion di mercatura
Sequenza 2
Calandrino decide allora di andare a cercarla per avere un facile guadagno e chiede aiuto a Bruno e Buffalmacco, i quali accettano con gioia, pregustando le prese in giro di cui faranno vittima Calandrino. Arrivati al fiume, Calandrino si riempie le tasche di pietre visto che Maso del Saggio non gli ha detto come dovrebbe essere la pietra giusta.
temi
- l'intelligenza, che permette di costruire e dominare il reale, la parola e l'azione
Sequenza 3
Bruno e Buffalmacco cominciano così a far finta di non vedere Calandrino e si divertono a tirargli sassi: tanto non lo vedono, quindi non sanno dove sta. Calandrino ci casca, pensa di essere veramente invisibile e torna a casa. Qui la moglie lo rimprovera per il ritardo. Calandrino accusa la moglie di aver rotto l’incantesimo dell’invisibilità e la picchia.
temi
- Calandrino non è solo sciocco, con la moglie emerge un suo fondo maligno e violento
- la convinzione superstiziosa che le donne facciano perdere la virtù alle cose
- Calandrino è l' "antieroe" per eccellenza nel mondo decameroniano
Conclusione
Poi va dagli amici a raccontare cosa gli sia successo e questi, nascondendo le risate, gli spiegano che è normale: sono le donne a far perdere alle cose le loro proprietà. Poi gli dicono che non deve più arrabbiarsi con la moglie e lo lasciano triste e bastonato con un mucchio di pietre inutili.
Struttura
Narratore
Lingua e stile
- Il narratore di primo grado è un narratore eterodiegetico,
- La parola viene passata poi ad altri narratori di secondo grado.
- L’autore struttura la novella utilizzando un linguaggio mimetico, adatto a riprodurre i dialoghi in maniera adeguata ai personaggi.
- La struttura rimanda alle conoscenze del mondo classico, in particolare alla prosa ciceroniana
- La sintassi è semplice.
- Prevale la paratassi e i periodi sono brevi, spesso giunti per coordinazione.
- Ritmo fluido
- Stile informale e gioco delle parole
- Lessico legato al mondo culinario
Personaggi
- Calandrino: è un pittore fiorentino realmente esistito, è presente in varie novelle del Decameron nelle quali viene descritto come un uomo semplice, sciocco, ingenuo, sprovveduto e credulone.
- Bruno e Buffalmacco: questi due personaggi invece sono dei tipi allegri, amanti del divertimento e dello spasso ma allo stesso tempo molto astuti e intelligenti.
- Maso del Saggio: è un giovane astuto, intelligente e fortunato.
- Monna Tessa: la moglie di Calandrino, una donna bella e intelligente.
Temi
Non sono presenti personaggi positivi: Maso, Bruno e Buffalmacco ingannano uno sciocco. Calandrino è ingenuo, disonensto e violento. Monna Tessa è l'unica figura innocente.
Una novella senza eroi
Calandrino incarna il prototipo dello sciocco, la cui ingenuità è aggravata dalla presunzione di essere astuto. Per lui non c'è alcuna possibilità di apprendere i propri sbagli. Vorrebbe trarne profitto con l'ingeno, ma non ne è in grado.
Calandrino antieroe
Nella novella tutti cercano d'ingannare tutti, ma Calandrino resta vittima della messinscena di attori più scaltri di lui. Maso, Bruno e Buffalmacco sono consapevoli del senso delle parole e ne approfittano per ingannare Calandrino; non per guadagno personale, ma per il gusto di riuscire nello scherzo.
L'arte dell'inganno
Maso, Bruno e Buffalmacco portano a termine il loro piano, solo grazie alla forza delle parole. Quest'ultime, nel Decameron si riducono a uono puro, dove il tono della voce e l'espressione sono in grado di raccontare il mondo con realismo ed alienare la realtà. Calandrino si rende disponibile a credere all'inverosimile e diventa il martire tragicomico della sua stessa stupidità.
IL potere della parola
Confronto con:
Andreuccio da Perugia
Boccaccio concepisce l’intelligenza come “virtù” che conosce e appaga gli istinti e che permette di trarre profitto dalle situazione, grazie alla prontezza dell’intuizione e dell’azione, in questo modo che può ben definirsi il regno dell’imprevisto. E ai beffati non va mai la simpatia del Boccaccio, proprio perché sprovvisti di questa “virtù”. Come Calandrino, anche Andreuccio da Perugia manifesta inizialmente sprovvedutezza e supponenza. A differenza di Andreuccio, però, che impara dai propri errori e cresce, Calandrino appare geneticamente sciocco e non c'è per lui alcuna possibilità di apprendere dai propri sbagli.
Commento
Il “comico” del Decameron si basa su effetti di distorsione e rovesciamento della realtà, che il lettore coglie benissimo, ma che sfuggono a chi è vittima della “beffa” o dello scherzo. Calandrino, a causa del suo intelletto “di grossa pasta”, non capisce che gli amici lo stanno beffando attraverso parole e concetti ch’egli non è in grado di capire; infine reagisce violentemente con la povera moglie e, in chiusura di novella, non comprende nemmeno d’essere stato ingannato. In tal modo, la “beffa” ristabilisce anche l’ordine sociale su cui si regge il Decameron (e Calandrino guarda caso sarebbe un provinciale da poco inurbatosi in città, quindi rozzo e poco brillante): chi è dotato della virtù dell’intelligenza sta naturalmente ad un livello etico e sociale superiore rispetto a chi può solo suscitare il riso dell’allegra brigata.
La figura della donna
Nella storia
Completamente diversa è la donna presentata da Boccaccio in questa novella,, vittima indifesa dei pregiudizi infondati del marito violento che vede in lei una portatrice di sventura. Calandrino simboleggia, dunque, l’idea prettamente medievale della donna come causa dei mali dell’uomo, concezione che, seppur non direttamente, è condannata dal poeta.
Info
Grazie per la vostra attenzione!
Students: Martina Esposito, Manuela Palumbo, Gaia Capuozzo e Giulia Ferraro