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doping

Soukaina El Boulrhaiti

Created on March 16, 2021

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giochi olimpici

dopping e propaganda

il doping

Doping è l'uso di sostanze o metodi potenzialmente pericolosi per la salute e capaci di migliorare in modo artificiale la prestazione sportiva. È un comportamento contrario all'etica medica, al fair-play e costituisce una violazione delle leggi sportive.

Storia del doping

L'impiego di sostanze eccitanti fa parte della vita dell'uomo da secoli già nelle civiltà antiche . L'utilizzo di droghe a livello sportivo, nella società moderna, cominciò a diffondersi tra le corse ippiche : risalgono al 1836, in Gran Bretagna, i primi casi noti di cavalli drogati. I primi atleti a usufruire di alcolici potenti, caffeina, etere, digitale e strophantus, noce vomica, eroina, stricnina per migliorare le loro prestazioni appaiono tra i ciclisti e fondisti. Il loro doppaggio viene classificato come "empirico", non veniva effettuto infatti su base scientifica. Tuttavia in concomitanza con lo sviluppo dell'industria farmaceutica, l'arsenale dei farmaci dopanti si allargò enormemente. Nel XX secolo infatti, si può dire che le sostanze dopanti più usate aumentavano di anno in anno: negli anni Cinquanta furono gli stimolanti, negli anni Sessanta-Settanta gli steroidi anabolizzanti e il cortisone, negli anni Ottanta l'ormone della crescita (oltre alla pratica dell'emotrasfusione), negli anni Novanta dilagò l'uso dell'eritropoietina (EPO). Alle Olimpiadi furono i maratoneti i primi a far uso di sostanze pericolose.

SOSTANZE E PRATICHE DOPANTI

Le prime sostanze dopanti a comparire sono gli steroidi anabolizzanti, con la sintesi del testosterone nel 1935. A partire dagli anni Cinquanta il testosterone e poi i suoi principali derivati, gli steroidi anabolizzanti androgenici, cominciarono a essere usati dagli atleti per incrementare la massa muscolare e intensificare gli allenamenti. Segue la pratica dell'autoemotrasfusione effettutata sistematicamente dai medici sportivi. Prometteva 1,2″ di vantaggio ogni 100 m ai nuotatori, in atletica valutò in 3-5″ sui 1500 m, 15-20″ sui 5000 m, 30-40″ sui 10.000 m .Pratica nata tra gli atleti finlandesi e presto diffusa negli USA. L'utilizzo dell'ormone della crescita GH utilizzato dai giocatori di football americano, compare invece a livello olimpionico la prima volta dalla sprinter statunitense Diane Williams prima dei Giochi di Los Angeles 1984. E' una tecnica molto "efficace" in quanto favorisce l'aumento della massa muscolare e non è identificabile ai controlli.

Primi decessi, e casi più ecclatanti

Il primo atleta morto per doping viene considerato il ciclista gallese Arthur Linton. Nel 1896 aveva vinto la Bordeaux-Parigi, 592 km. Poche settimane dopo morì, a 24 anni. Il suo allenatore Choppy Warbuton, famoso per i micidiali cocktail che dava ai suoi atleti, fu squalificato l'anno dopo per uso di droghe su un altro suo atleta.

Nella maratona dei Giochi di St. Louis 1904, disputata in condizioni infernali, lo statunitense Thomas Hicks cadde in crisi a 10 km dall'arrivo. Il suo allenatore gli iniettò a più riprese solfato di stricnina e gli fece bere del cognac.

Il lanciatore di martello Harold Connolly, olimpionico nel 1956, dichiarò davanti a una commissione d'inchiesta che prima di Tokyo 1964 nel suo ambiente un numero sempre maggiore di atleti aveva assunto steroidi anabolizzanti e che "si aveva l'impressione di partire da una posizione di svantaggio se non si saliva sul treno della medicina sportiva".

Andreas Krieger, nato come Heidi Krieger, è un ex pesista e discobolo tedesco, militante nella nazionale della Germania Est. In seguito alle ripetuto iniezioni di testosterone il suo corpo ha subito una "variazione di genere". Il suo caso è stato portato alla luce solo dopo la caduta del muro di Berlino.

Doping di stato_La Germania dell'est

Recentemente si fece luce su come il doping fosse imposto senza il consenso degli atleti in molti sport e sottolineò i gravi problemi di dipendenza legati agli anabolizzanti.La nazione più coinvolta nel doping di Stato fu la Germania Est, che a partire dal 1968 diede inizio a un programma statale di somministrazione di prodotti dopanti, poi proseguito fino alla riunificazione (1989). Il piano era finanziato e controllato dal governo (Erich Honecker), coordinato dalla Federazione tedesca di ginnastica (Manfred Ewald) e dall'Istituto di ricerca sulla cultura e lo sport di Lipsia, e si basava sugli ormoni anabolizzanti. Per evitare verdetti di positività, prima delle grandi manifestazioni internazionali, Olimpiadi e Mondiali, venivano effettuati controlli pre-gara, che si svolgevano nel laboratorio di Kreischa, accreditato dal CIO. In 22 anni di doping ai Giochi Olimpici la Germania Est non registrò nemmeno un caso di positività. Il programma coinvolgeva centinaia di dirigenti, medici, allenatori e molte migliaia di atleti. Per anni l'omertà fu totale, eppure c'erano segnali allarmanti: a Monaco 1972 parteciparono nuotatrici con la barba e la voce da basso. A denunciare il fatto, erano gli atleti stessi, spesso dopo essere fuggiti.

Doping di stato_La Cina

La Cina rientrò ai Giochi nel 1984 e la sua affermazione come potenza sportiva di prima grandezza presentò accelerazioni anomale. Il primo caso fu quello di Ye Qiaobo. Nel 1988, poco prima dei Giochi Olimpici invernali di Calgary (1988), la pattinatrice, insieme a una compagna, fu trovata positiva agli steroidi anabolizzanti. Raccontò che il medico della squadra nel 1987 dava alle ragazze farmaci senza nome, per cui era aumentata di 14 chili. Non aveva mai saputo che si trattava di steroidi anabolizzanti, finché non fu trovata positiva e squalificata per 15 mesi. Nel nuoto le cinesi conquistarono la prima fila in maniera prepotente: dalle 4 medaglie a Seul 1988 (nessuna d'oro), in sei anni passarono alle 12 vittorie su 16 gare ai Mondiali di Roma 1994 (stesso anno allenatori di 18 paesi firmavano un documento contro il doping). La Cina conquistò il vertice anche in atletica, sulle lunghe distanze.

Doping di stato_USA

Il doping di fatto appartiene alla cultura dei grandi sport professionistici americani: football americano, hockey su ghiaccio, baseball. Gli steroidi anabolizzanti erano infatti permessi e, addirittura, raccomandati nella Major League (campionato di baseball nordamericano). A livello olimpionico l'utilizzo è sempre stato vietato, sebbene gli atleti ricorrevano a steroidi ottenuti dal mercato nero. Tuttavia il capo del controllo anti-doping USA, Wade Exum, ha accusato il Comitato olimpico statunitense (USOC, United States olympic committee) di coprire il doping e ha dichiarato che molti atleti positivi avevano vinto medaglie ad Atlanta 1996. La denuncia riguarda 19 medaglie olimpiche negli anni 1988-2000. Robert Voy, capo della Commissione medica del CIO, ha confermato la copertura del doping da parte dell'USOC. Per reagire allo scandalo la Federazione di atletica degli USA ha deciso la squalifica a vita per i positivi agli steroidi. Contro la pratica e lo scandalo del doping il 22 gennaio 2004 è intervenuto perfino il presidente George Bush.

DOPING E ANTIDOPING

La figura del medico sportivo nasce solo dopo la seconda guerra mondiale, il quale, tuttavia, presto si sostituisce alla figura del "massaggiatore" nella pratica del dopaggio degli atleti, e della falsificazione di dati. Solo nella seconda metà del Novecento, sulla spinta dell'eco suscitata dalla morte del ciclista danese Knut Enemark Jensen, provocata da alte dosi di stimolanti alle Olimpiadi di Roma 1960, ebbe inizio la lotta al doping (la Federazione internazionale di atletica già nel 1928 aveva vietato l'uso degli stimolanti, ma senza procedere ad accertamenti e indagini). L'art. 5 della Carta europea dello sport per tutti, approvata a Bruxelles il 20 marzo 1975 dagli Stati membri del Consiglio d'Europa, recita: "Devono essere adottate misure per salvaguardare lo sport e gli sportivi da ogni sfruttamento a fini politici, commerciali e finanziari, e da pratiche avvilenti e abusive come l'uso delle droghe". L'Italia il 16 novembre 1989 ha aderito alla Convenzione di Strasburgo, che ha visto gli Stati membri del Consiglio d'Europa "preoccupati dall'impiego sempre più diffuso di prodotti e di metodi di doping tra gli sportivi nell'ambiente dello sport e dalle conseguenze per la salute di coloro che li praticano e per il futuro dello sport" Il 10 novembre 1999 è stata costituita la WADA (World anti-doping agency), un organismo mondiale di lotta al doping che unisce dirigenti del Movimento Olimpico e autorità pubbliche. Il 5 marzo 2003 i governi hanno approvato a Copenaghen il codice unico antidoping, che prevede regole e sanzioni uguali per tutti.