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BASIC THESIS
sofia.dibelardino
Created on March 14, 2021
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Transcript
erano i capei d'oro a l'aura sparsi
In questo sonetto si rievoca il momento dell'innamoramento per Laura, la donna alla quale Petrarca dedicherà quasi tutti i componimenti del Canzoniere.
TESTO E PARAFRASI
I capelli biondi come l’oro erano sparsi al vento, che li avvolgeva in tanti dolci giri, e la luce seducente brillava oltre modo 4 di quegli occhi che ora sono privi di luminosità; e il viso sembrava assumere espressioni di pietà nei miei confronti ma non posso dire con certezza se ciò fosse vero o falso io che avevo il petto disposto ad ardere d'amore, 8 cosa c'è da stupirsi se subito arsi d'amore?
Erano i capei d’oro a l’aura sparsi A che ’n mille dolci nodi gli avolgea, B e ’l vago lume oltra misura ardea B 4 di quei begli occhi ch’or ne son sì scarsi; A e ’l viso di pietosi color farsi, A non so se vero o falso, mi parea: B i’ che l’esca amorosa al petto avea, B 8 qual meraviglia se di sùbito arsi? A
TESTO E PARAFRASI
Il suo apparire non era quello di un corpo mortale ma di uno spirito angelico, e la sua voce 11 aveva un suono diverso da una puramente umana una creatura dal cielo, un sole vivente fu quello che vidi; anche se ora non avesse più quell'aspetto, 14 la ferita inferta da una freccia non guarisce, per quanto si allenti la corda dell'arco che l'ha scagliata.
Non era l’andar suo cosa mortale C ma d’angelica forma, e le parole D 11 sonavan altro che pur voce umana; E (anche iperbole) uno spirto celeste, un vivo sole D fu quel ch’i' vidi; e se non fosse or tale, C 14 piaga per allentar d’arco non sana. E
RIME E FIGURE RETORICHE
- similitudine : v. 1- iperbole : v. 2; 10; 12 - metafora : v. 7; 14 - enjambement : vv. 3-4; 9-10; 10-11; 12-13 - iperbato : vv. 3-4; 5-6 - anastrofe : v. 1; 9
-In entrambe le quartine le rime sono incrociate (A B B A), nelle due terzine finali invece le rime si presentano in forma sciolta (C D E e D C E)
ANALISI DEL PERIODO
Erano i capei d’oro a l’aura sparsiche ’n mille dolci nodi gli avolgea, e ’l vago lume oltra misura ardea di quei begli occhi ch’or ne son sì scarsi; e ’l viso di pietosi color farsi, non so se vero o falso, mi parea: i’ che l’esca amorosa al petto avea, qual meraviglia se di subito arsi? Non era l’andar suo cosa mortale ma d’angelica forma, e le parole sonavan altro che pur voce umana; uno spirto celeste, un vivo sole fu quel ch’i’ vidi: e se non fosse or tale, piaga per allentar d’arco non sana.
2 PERIODI principale coordinata sub. relativa sub. incidente sub. causale sub. interrogativa indiretta sub. condizionale sub. oggettiva
COMMENTO
La poesia si incentra sull’amore che Petrarca prova nei confronti di Laura: un amore terreno che porterà molte volte lo scrittore a dei conflitti interni con sè stesso, ma che non svanirà mai. All'inizio del poema evoca la sua amata ma non la chiamerà mai per nome, e la paragona più volte ad una dea, ad una visione celestiale; dice anche che il suo amore non potrà mai svanire, nemmeno con il passare degli anni, infatti, quando Laura invecchierà sarà sempre perdutamente innamorato di lei. Utilizza molte figure retoriche per far capire meglio le sensazioni che prova nel guardare la donna.