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Transcript
biografia e scrittura
leonardo sciascia
Martina Cao ed Elena Baldini
05
01
libri
biografia
04
02
sciascia e la mafia
libri
06
03
scrittura
post-neorealismo
01
biografia
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vita e studi
Nacque a Racalmuto, in provincia di Agrigento, nel 1921 e morì a Palermo nel 1989. A Caltanissetta frequenta le magistrali ed ha come insegnante Vitalino Brancati.Si avvicina all’anti-fascismo e legge molti autori nord-americani. Nel 1943 lavora come impiegato negli uffici per l’ammasso obbligatorio del grano, attività che porta Leonardo Sciascia ad incontrare la realtà del mondo contadino. Maestro elementare, si dedicò all'insegnamento per poi passare nei ruoli ministeriali, pensionandosi anticipatamente nel 1970 per dedicarsi a tempo pieno all'attività di scrittore. Nel 1975 fu eletto deputato come indipendente nelle liste del Pci e nel 1979 in quelle del Partito Radicale. Direttore dal 1950 della rivista letteraria "Galleria", esordì nello stesso anno con le poesie "Favole della dittatura". Collabora anche per diversi quotidiani, come "L'Espresso" e "La Stampa".
Leonardo Sciascia (Racalmuto, 8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989) è stato uno scrittore, giornalista, saggista, drammaturgo, poeta, politico, critico d'arte e insegnante italiano.Spirito libero e anticonformista, lucidissimo e impietoso critico del nostro tempo, Sciascia è una delle grandi figure del Novecento italiano ed europeo.
+ INFO
vita in breve
- Leonardo Sciascia nacque a Racalmuto nel 1921
- morì a Palermo nel 1989
- si dedicò all'insegnamento e quindi fu maestro elementare
- passò poi ai ruoli ministeriali, pensionandosi anticipatamente nel 1970 per dedicarsi a tempo libero all'attività di scrittore
- nel 1975 fu eletto deputato indipendente del Pci
- nel 1979 in quelle del Partito Radicale
- dal 1950 fu direttore della rivista letteraria "Galleria"
- nel 1956 uscì la sua prima opera narrativa, Le parrocchie di Regalpetra
02
Sciascia e la mafia
sciascia e la mafia
Leonardo Sciascia fu il primo a parlare della mafia all'interno di un racconto letterario. Per tale ragione, si è distinto come un autore dal forte impegno civile.
Quali sono i caratteri distintivi dei racconti di Sciascia?Il racconto di Sciascia è:
- un racconto storico che più che assumere una funzione di denuncia
- finisce con l'assumere una volontà documentaristica
- diventa un commento alla storia attraverso l'invenzione.
- E' una via di mezzo tra la letteratura e il racconto giornalistico.
- non si riesce a distinguere tra scrittura come invenzione e scrittura come realtà, come documento di quello che accade.
- È molto interessante in quanto è costituito da tanti capitoletti separati tra di loro.
- Sciascia racconta la storia di questo paese e lo fa attraverso dei momenti più strettamente narrativi, legati alla sua dimensione di maestro elementare in questo paese (è il caso del capitolo Cronache Scolastiche-da notare la parola cronache), e attraverso una serie di capitoli in cui lui scrive, definisce, fa una sorta di affresco del contesto sociale e culturale.
- Tra questa seconda tipologia rientrano capitoli quali :"Sindaci e Commissari", "Nell'Ultima Notte di Natale", "Storia di Regalpetra".
sciascia e la mafia
- Sciascia, nella sua vita è stato molto impegnato anche politicamente nella battaglia contro la mafia. Egli ha assunto posizioni profondamente scomode.
- Negli anni 80 fu il primo a parlare dei professionisti dell'antimafia, cioè a criticare non solo la mafia ma anche l'antimafia,colpevole di fare carriera attraverso la lotta alla mafia. Una posizione durissima che gli costò moltissimo, infatti fu accusato, avendo criticato l'antimafia, di essere un sostenitore della mafia.
Leonardo Sciascia fu il primo a parlare della mafia all'interno di un racconto letterario. Per tale ragione, si è distinto come un autore dal forte impegno civile.
la scrittura 03
poetica
- La protagonista dei romanzi di Sciascia è la Sicilia sotto tutti i suoi aspetti, anche quelli negativi come la mafia.
- I suoi romanzi sono spesso costruiti come gialli e non hanno mai un lieto fine, perché per l'autore il trionfo della giustizia non può mai essere dato per scontato .
- Lo scopo dello scrittore è quello di denunciare i soprusi, le violenze, la corruzione, i legami che la delinquenza ha con il potere politico.
- Il suo stile è semplice e lineare.
Nei temi dello scrittore si avverte la solitudine fra Sciascia e la sua terra d'origine, che si manifesta nella tendenza all'indugio, in bilico fra barocco e razionale, fra Vita e Morte, fra Luce ed Ombra, al tema della morte stagnante, sonnolenta e oziosa che vena le pagine dei suoi libri.Una sicilia che non è solo malinconica, ma una terra posta davanti allo specchio, che si sa interrogare e criticare nei suoi mali e non di questo piccolo universo, costruito dal Verismo: una terra in ascolto del mondo e che è a sua volta voce del mondo.
lo stile letterario
- Per far ciò, si è servito di:
- una scrittura scarna ed essenziale, venata di ironia(egli viene definito scrittore di pamphlet) che eredita rimandi del romanzo storico e realista
- aggiungendoci elementi da racconto giallo e poliziesco
- incentrando l'attenzione sulla parola, un elemento sempre vivo
- realizzando, così, una letteratura di ricerca critica e di denuncia
- Ma eglia accusa:
- le condizioni sulla terra, l'arretratezza
- la mafia d'atteggiamenti, fatta d'intimidazioni, che si alimenta con la paura collettiva, la quale non è che la spia del potere, il vero motore che muove gli uomini.
- Pensando a Sciascia, la nostra mente si collega direttamente alla Sicilia, pochi autori, infatti, hanno un rapporto così profondo e viscerale con la loro terra. Egli ha cercato però di rappresentarne qualcosa di più:
- distaccandosi dagli stereotipi romantici e nazionalistici
- dalla stessa letteratura verista
- dalla letteratura da "stato d'assedio", tipica della sua terra che faceva del dolore, dello stato di soggezione e di ingiurie subite, il fulcro narrativo.
- Sciascia ha voluto rendere la Sicilia qualcosa di corale, come un mondo, un'idea che si colloca nella globalità e non come una piccola realtà a se stante.
scrittura
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Nel 1956 uscì la sua prima opera narrativa, Le parrocchie di Regalpetra, seguita da Gli zii di Sicilia(1958). Il successo arrivò con i romanzi Il giorno della civetta(1961) e il Consiglio d'Egitto(1963), successo confermato a accresciuto da A ciascuno il suo(1966), Il contesto(1971), Todo modo(1974). Parallelamente all'attività narrativa, scrisse anche numerose inchieste storiche, come Morte dell'inquisitore(1964), La scomparsa di Majorana(1975), I pugnalatori(1976), Il teatro della memoria(1981), La sentenza memorabile(1982), La sterga e il capitano(1986) e 1912+1(1987). Nell'ultima fase della sua vita tornò alla narrativa con tre romanzi brevi: Porte Aperte(1987), Il cavaliere e la morte(1988), Una storia semplice(1989). Abbondante anche la produzione saggistica con molti volumi fra i quali sono da ricordare La corda pazza(1970), L'affaire Moro(1978), Cruciverba(1983), Fatti diversi di storia letteraria e civile(1989). Da segnalare infine i testi teatrali L'onorevole(1965) e Recitazione della controversia liparitana(1969), nonché i racconti riuniti in Il mare color del vino(1973).
+ INFO
opere in breve
- Tra i romanzi narrativi abbiamo:
- Le parrocchie di Regalpetra, Gli zii di Sicilia, Il giorno della civetta, Il Consiglio d'Egitto, A ciascuno il suo, Il contesto, Todo modo, Porte aperte, Il cavaliere e la morte e Una storia semplice.
- Tra le inchieste storiche ricordiamo:
- Morte dell'inquisitore, La scomparsa di Majorana, I pugnalatori, Il teatro della memoria, La sentenza memorabile, La strega e il capitano e 1912+1
- tra le produzioni saggistiche ricordiamo:
- La corda pazza, L'affaire Moro, Cruciverba, Fatti diversi di storia letteraria e civile.
- Da segnalare anche i testi teatrali:
- L'onorevole e Recitazione della controversia liparitiana, nonché i racconti riuniti in Il mare color del vino.
gli zii di sicilia
Morte dell'inquisitore
post-neorealismo
Fra gli anni cinquanta e sessanta al fenomeno del Neorealismo si susseguono il boom economico e il forte sviluppo industriale dell'Italia che producono enormi cambiamenti; la qualità della vita migliora per tutte le classi sociali, avvengono cambiamenti nello stile di vita e nelle culture, grazie ai mezzi di comunicazione di massa(la stampa e la televisione).In questo periodo, in un primo momento, si ha un ritorno alla tradizione novecentesca del romanzo , mentre alla fine degli anni sessanta nascono nuovi generi letterari. Tra i più rappresentativi troviamo: Italo Calvino, Leonardo Sciascia e Pier Paolo Pasolini.
04
libro
A ciascuno il suo
ROMANZO A CIASCUNO IL SUO
Leonardo Sciascia
A ciascuno il suo è un romanzo giallo di Leonardo Sciascia pubblicato per la prima volta nel 1966 dalla casa editrice Einaudi. È il secondo romanzo poliziesco di Sciascia ed è ispirato all'assassinio del commissario di pubblica sicurezza di Agrigento Cataldo Tandoy (1960). Il titolo è la traduzione dal latino di unicuique suum, frase stampata sul retro della lettera minatoria che compare nel racconto ed elemento rilevante per l'indagine. Uscito nel 1966, A ciascuno il suo è l’esito più compiuto e affascinante di quella originalissima contaminazione fra romanzo giallo e romanzo di denuncia civile che caratterizza la prima fase della scrittura di Sciascia. Con uno stile secco l’autore racconta una storia di sangue e corruzione in un paese della Sicilia, facendo a poco a poco emergere senza mezzi termini la rete di complicità, vigliaccheria, opportunismi che consente la perpetuazione di uno stato di cose intollerabile.
Personaggi
- Personaggi principali:
- Paolo Laurana, professore di italiano e latino presso un liceo classico
- Manno, farmacista che riceve una lettera anonima in cui viene minacciato di morte
- Dott. Roscio, compagno di caccia e amico di Manno
- Avv. Rosello, avvocato del paese, nipote dell'arciprete, innamorato di Luisa Rosello.
- Luisa Rosello, vedova del dott. Roscio
- Personaggi secondari:
- Don Luigi, parroco del paese
- Arciprete Rosello, zio di Luisa e dell'avvocato Rosello
- Spanò Teresa, vedova del farmacista Manno
- Salvaggio, colonello in pensione, prende sempre le difese dell'Arma
- mamma di Laurana
romanzo a ciascuno il suo
Leonardo Sciascia
La Sicilia di questo romanzo, tramite per Sciascia della dolorosa contemplazione di un Male immedicabile, ci assale con l'evidenza sfacciata del suo essere totalmente abbandonata a se stessa, priva di qualsivoglia difesa giudiziaria, preda inerme di un potere malavitoso inteso solo a perpetuare se stesso: un monito fortissimo e insieme sfiduciato, e proprio per questo terribilmente, angosciosamente vero. TRAMA Il medico e il farmacista del paese vengono uccisi con una messa in scena che vorrebbe far pensare al delitto passionale. Ma il professor Laurana, amico del medico, viene a conoscenza di fatti che inducono a sospettare ben altro, e prende a indagare per suo conto, arrivando a individuare il responsabile nella persona di un potente notabile democristiano, l'avvocato Rosello, che vedeva minacciati dal medico i suoi numerosi traffici illeciti. Gli sforzi del professore, però, risulteranno tragicamente vani, e Rosello si fidanzerà con la bella vedova del dottore, sancendo così la sua vittoria definitiva.
05
libro
Una vita semplice
una storia semplice
- Autore: Leonardo Sciascia
- Titolo: il titolo è quello originale ed è l'esatto contrario del contenuto del racconto. Una storia semplice, infatti, è una storia complicatissima di un giallo siciliano, che, da un'ipotesi di suicidio, si passa ad un omicidio vero e proprio con vari colpi di scena.
- Editore: è stata stampata nel novembre del 1989 ed è stata accolta subito dall'editore Adelphi.
analisi testuale
Leonardo Sciascia, come definito nel titolo, inventa una storia semplice, ma che è complessa nella trama e che riesce a denunciare i numerosi problemi legati alla criminalità che persistono in Sicilia. Il libro fa pensare agli innumerevoli casi insabbiati, alla voglia di alcune persone di far cambiare le cose, ma i cui ideali finiscono per essere schiacciati dalla negligenza delle istituzioni o dalla gente che non vuole cambiare. Altre tematiche affrontate nel libro, anche se non direttamente dall'autore, sono la droga e la mafia.
personaggi
- Antonio Lagandara: brigadiere della polizia, è una persona semplice che svolge il suo lavoro con passione ed onestà. E' l'unico personaggio che tiene fede alle proprie idee anche contraddicendo ufficiali più alti in grado, dimostra anche sensibilità scoppiando in lacrime quando scopre l'assassino.
- Commissario della polizia: assassino di Giorgio Roccella, smascherato solamente a causa di una sua ingenuità. Viene ucciso dal brigadiere a fine romanzo, ma la sua colpevolezza verrà insabbiata dagli altri ufficiali.
una storia semplice
TRAMA
Il romanzo inizia con una telefonata di Roccella che informava la polizia di aver trovato una “cosa”. Il fatto non fu preso sul serio, ma il commissario s’incuriusi’ lo stesso: non tanto per la “cosa”, ma per il fatto che Roccella sia tornato a Monterosso dopo cosi’ tanti anni. In ogni caso il giorno successivo il graduato non si fa trovare, come aveva detto il giorno precedente, e, su debole richiesta del commissario, il brigadiere Antonio Lagandara si recò con due agenti al villino di Roccella. Pensando di fare una gita al posto di una perlustrazione, i tre rimasero smarriti al trovare l’ex diplomatico accasciato sulla sua scrivania con un colpo di pistola in testa. Per non toccare niente, il brigadiere mandò subito a chiamare i soccorsi. Durante l’attesa, Lagandara si mise subito all’opera cercando qualche indizio utile; sulla scrivania c’era un foglio con scritto: ”Ho trovato.”.
il cavaliere e la morte
il giorno della civetta
Il protagonista di questo romanzo è un commissario di polizia, il cui solo nome è Vice. Nella mente di Vice, molto malato, sembra svolgersi la storia che leggiamo: storia di un biglietto minaccioso e misterioso scambiato fra due Potenti a un pranzo, scambio a cui fa subito seguito l’assassinio di uno dei due e l’indagine della polizia sull’altro, avviata con l’ansia di scagionarlo. Ma ciò che si sprigiona nella realtà da quel biglietto scambiato non è solo un delitto: una intera associazione eversiva. Mentre l’azione si dipana, mutandosi in un potente apologo, il Vice tiene sempre nella mente l’incisione di Dürer intitolata "Il cavaliere, la morte e il diavolo", che lo ha accompagnato sulle pareti di tante stanze, nelle sue peregrinazioni da un ufficio all’altro, come se in quell’immaginazione stesse il segreto di ciò che avviene intorno a lui. Solo che il mondo, ormai, sembra poter fare a meno del Diavolo. Forse perché ormai «il Diavolo era talmente stanco da lasciar tutto agli uomini, che sapevano fare meglio di lui».
In una cittadina siciliana, l'uccisione del piccolo imprenditore Salvatore Colasberna provoca un'inchiesta, condotta dal capitano dei carabinieri Bellodi giunto da Parma e animato da una alto senso della giustizia. Il capitano si convince che il delitto è una questione di mafia e di appalti e riesce a superare il muro dell'omertà della gente e a ricostruire la trama dei fatti, nonostante l'assassinio di un testimone e di un confidente dei carabinieri. Arriva ai sicari e al mandante, il boss locale. Testardamente Bellodi decide di tornare in Sicilia per difendere la verità.
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