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GINNASTICA ARTISTICA

Le origini della ginnastica artistica sono molto antiche: si possono individuare in diverse culture, quali quella cinese, egizia e micenea. Il termine ginnastica deriva dal greco “gimnos” che significa “nudo”: in effetti gli antichi greci mettevano in pratica l’esercizio fisico completamente nudi. Secondo gli antichi la ginnastica era fonte di forza e bellezza. La Ginnastica artistica è lo sport considerato tra i più puri ed ebbe il suo massimo splendore nell’antica Grecia, dove rappresentò lo sport base dei Giochi Olimpici dal 776 a.C. al 396 d.C. . Si deve però precisare che gli antichi, per «ginnastica artistica» , non intendevano quello che intendiamo noi oggi, bensì quegli esercizi fisici che corrispondono all'attuale atletica leggera, alla lotta, al pugilato. La ginnastica non incontrò eccessivo favore nell'età romana. I romani, che pure non disprezzavano gli esercizi fisici in funzione militare, non apprezzavano la ginnastica perché la ritenevano propria degli schiavi o degli stranieri e perché erano contrari a mostrarsi nudi in pubblico.In Italia la Ginnastica moderna è stata introdotta a metà dell’800 grazie all’elvetico Obermann. Nel diciannovesimo secolo si giunse all’attuazione di una ginnastica scientifica, che si basava su esercizi come la corsa e i salti, per opera soprattutto di F.L. Jahn, che inaugurò a Berlino la prima palestra pubblica all’aperto. Sempre Jahn fu il primo a introdurre l’uso degli attrezzi. Nello stesso periodo lo svedese Pehr Henrik Ling ideò, in contrasto con l’attrezzistica di Jahn, un metodo ginnico creato per sviluppare progressivamente il corpo secondo le sue possibilità. Adolf Spiess, in Germania, si dedicò allo sviluppo della ginnastica collettiva. In seguito alla fusione del metodo di Jahn e quello di Spiess nacque la moderna ginnastica artistica (sistema Jahn/Spiess). Dal 1830 al 1860 nacquero in Italia numerose associazioni ginniche, che federandosi nel 1869 a Venezia diedero origine alla Federazione Ginnastica d’Italia. La ginnastica che conosciamo noi oggi, deriva da una vera e propria evoluzione che si è avuta con gli anni.

ORIGINI

Questa disciplina olimpica prevede sei differenti specialità, ovvero sei differenti attrezzi sui quali il ginnasta può eseguire i suoi esercizi. A seconda della formula di gara, il risultato agonistico è determinato dalla somma dei punteggi ottenuti ai vari attrezzi (concorso generale) oppure dal punteggio ottenuto in uno solo di questi (finale di specialità). Tali attrezzi sono: corpo libero, cavallo con maniglie, anelli, volteggio, parallele, sbarra. Gli esercizi vengono valutati da appositi giudici in base al loro contenuto, sia in termini di complessità tecnica che di precisione ed eleganza esecutiva.

DISCIPLINE MASCHILI

CAVALLO CON MANIGLIE

CORPO LIBERO

Il cavallo con maniglie pone invece all’esecutore il compito di muovere il corpo rispetto ad una superficie molto particolare, per dimensioni e conformazione, ed escludendo completamente l’intervento degli arti inferiori, infatti se un atleta in gara toccasse l'attrezzo con i piedi ci sarebbe una penalizzazione da parte dei giudici. Tutti gli esercizi sono infatti eseguiti in appoggio sulle braccia e prevedono movimenti rotatori (mulinelli) e pendolari (forbici).

Il corpo libero ha un ruolo particolare nel panorama della ginnastica artistica. Questa particolarità è dovuta al fatto che, nel caso del corpo libero, l’ “attrezzo” con cui il ginnasta interagisce è talmente comune (il suolo!) da passare del tutto inosservato, mettendo in evidenza, al massimo grado, proprio il corpo dell’esecutore, “libero” di eseguire evoluzioni e figure. Tuttavia, in realtà, le moderne pedane per gli esercizi al corpo libero poco hanno a che fare con un semplice suolo: si tratta infatti di quadrati di dodici metri di lato con un elevato grado di elasticità, che consentono quindi fasi di volo molto ampie. Fasi di volo che hanno caratterizzato infatti l’evoluzione tecnica di questa specialità.

DISCIPLINE MASCHILI

SBARRA

PARALLELEPARI

VOLTEGGIO

ANELLI

L’attrezzo “sbarra” è costituito da un unico corrente posto a quasi tre metri di altezza e l’esecutore interagisce esclusivamente attraverso la presa delle mani. La possibilità di ruotare l’intero corpo attorno alla sbarra in modo estremamente dinamico consente l’esecuzione di elementi con un’ampia fase di volo lasciando e riprendendo le impugnature (salti).

Le parallele – dette anche parallele pari, per distinguerle dalle parallele asimmetriche – sono due correnti paralleli distanziati fra loro all’incirca quanto la larghezza delle spalle dell’esecutore e sostenuti da quattro montanti ad un’altezza dal suolo di un paio di metri. Gli esercizi a questo attrezzo prevedono un’ampia varietà di figure e di movimenti, tutti eseguiti interagendo con l’attrezzo con i soli arti superiori, in cui sono tuttavia predominanti le fasi in appoggio.

Il volteggio consiste in una rincorsa di massimo venticinque metri, di una battuta a piedi pari su una pedana elastica, della posa delle mani su una superficie chiamata “tavola” che ha sostituito il “cavallo” posta a 135 centimetri da terra e, soprattutto, di una conseguente fase di volo in cui l’esecutore esegue rotazioni rispetto ai vari assi del corpo. Si tratta quindi di un esercizio altamente dinamico che mette in risalto soprattutto le doti acrobatiche dell’esecutore.

Gli anelli sono l’unico attrezzo di tutta la ginnastica in cui il contatto dell’esecutore con l’attrezzo – in questo caso la presa delle mani sugli anelli - resta immutato per tutto l’esercizio. Un esercizio che dura circa un minuto, durante il quale il ginnasta tiene posizioni isometriche(tenute almeno 2s) e compie passaggi dinamici, terminando con un salto detto uscita. L'attuale Codice dei Punteggi prevede che l'esercizio sia composto da 10 difficoltà, tra le quali devono esserci necessariamente movimenti di slancio, posizioni di forza, movimenti di slancio combinati a posizioni di forza, combinazioni tra 2 posizioni di forza, e deve terminare necessariamente con un'uscita.

Questa disciplina olimpica prevede quattro differenti specialità, ovvero quatto differenti attrezzi sui quali il ginnasta può eseguire i suoi esercizi. A seconda della formula di gara, il risultato agonistico è determinato dalla somma dei punteggi ottenuti ai vari attrezzi (concorso generale) oppure dal punteggio ottenuto in uno solo di questi (finale di specialità). Gli attrezzi sono: volteggio, parallele asimmetriche, trave, corpo libero. Gli esercizi vengono valutati da appositi giudici in base al loro contenuto, sia in termini di complessità tecnica che di precisione ed eleganza esecutiva.

DISCIPLINE FEMMINILI

CORPO LIBERO

Per il corpo libero si ricorre all'uso di una pedana quadrata, o "quadrato", ampia 12x12 metri, con un metro di "sicurezza" intorno. Tale pedana consente un'amplificazione dello slancio e contemporaneamente un arrivo adeguato da salti ed evoluzioni. Tale specialità richiede resistenza fisica e uno sviluppo armonico dei muscoli di tutto il corpo; le performance a questo attrezzo si avvalgono di un accompagnamento musicale per mettere maggiormente in risalto gli aspetti artistici e coreografici.

VOLTEGGIO

Il volteggio è del tutto analogo al volteggio maschile (varia solo l’altezza dell’attrezzo denominato “tavola”); consiste in una rincorsa di massimo venticinque metri, di una battuta a piedi pari su una pedana elastica, della posa delle mani su una superficie chiamata “tavola”, che ha sostituito il “cavallo”, posta a 125 centimetri da terra e, soprattutto, di una conseguente fase di volo in cui l’esecutore esegue rotazioni rispetto ai vari assi del corpo. Si tratta quindi di un esercizio altamente dinamico che mette in risalto soprattutto le doti acrobatiche dell’esecutore.

DISCIPLINE FEMMINILI

TRAVE

La trave è una specialità esclusiva dell’artistica femminile, è un attrezzo su cui l'atleta deve eseguire una routine composta da salti, elementi acrobatici, giri ed elementi artistici in un massimo di 90 secondi. Se l'atleta supera il tempo stabilito è prevista una penalità sul punteggio finale dell'esecuzione. L'esercizio inizia con un'entrata e termina con un'uscita, nella quale la ginnasta si stacca definitivamente dallo staggio ed atterra su un tappeto. Secondo il regolamento della Federazione Internazionale, la trave deve essere posta ad un'altezza di 125 cm, deve essere lunga 5 m e larga 10 cm.

PARALLELEASIMMETRICHE

Le parallele asimmetriche sono concettualmente simili alla sbarra maschile ma in questo caso i correnti sono due e posti a differenti altezze, con la possibilità per l’esecutrice di passare da uno all’altro. Sono formate da una struttura in metallo, che, agganciata con cavi al pavimento, sostiene due staggi in legno posizionati distanziati, uno più in alto e uno più in basso. L'evoluzione di questo attrezzo nel corso del tempo è stata notevole. Con il passare degli anni, infatti, gli staggi sono stati distanziati maggiormente, in modo da poter consentire evoluzioni più spettacolari da parte delle atlete. L'elemento principale che il ginnasta utilizza per eseguire i vari elementi è chiamato granvolta, un movimento circolare attorno alla sbarra che può essere eseguito di petto o di dorso. Durante la granvolta il ginnasta accumula energia cinetica e, sfruttando anche l'elasticità della sbarra, attua dei salti al di sopra o alla stessa altezza dell'attrezzo. L'esercizio inizia con un'entrata e termina con un'uscita, nella quale il ginnasta si stacca definitivamente dallo staggio ed atterra sul tappeto. Le parallele asimmetriche furono introdotte nel programma olimpico ai Giochi di Helsinki 1952. Ai Giochi di Montreal 1976 la rumena Nadia Comăneci fu la prima ginnasta in assoluto ad ottenere un 10 pieno e unanime da parte di tutti i giudici, proprio alle parallele asimmetriche.