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Paradiso

benny stark

Created on March 1, 2021

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Transcript

Benedetta Nappo 2C

il paradiso

Il Paradiso è la terza delle tre cantiche che compongono la Divina Commedia di Dante Alighieri, dopo l'Inferno e il Purgatorio.

inizio

Il Regno del Paradiso, descritto da Dante nella sua Commedia, non è più connesso alla Terra: tutto è eterno ed etereo. Le parti che compongono il Paradiso non hanno una struttura fisica e concreta perché ogni elemento è prettamente spirituale. Riallacciandosi alla cosmologia tolemaica Dante immagina che, oltre una sfera detta “sfera del fuoco”, che divide il mondo terrestre dal Regno del Cielo, intorno alla Terra ruotino nove cieli disposti uno dentro l’altro. Questi cieli sono composti di una sostanza detta etere e muovendosi brillano, emettono suoni soavi, e riescono ad influenzare gli avvenimenti che hanno luogo sulla Terra e le persone che la abitano.Nell’Inferno e nel Purgatorio ogni dannato e ogni anima avevano una sede precisa in cui restavano puniti in eterno o in cui si fermavano per espiare un particolare peccato commesso. Nel Paradiso le anime beate non hanno restrizione e sono ammesse a godere di ogni luogo: Dio non fa più distinzioni, le varie sedi sono tutte collegate e accessibili. Per poter mantenere una coerenza interna nella sua narrazione e riuscire a spiegare, anche filosoficamente il significato del Paradiso, Dante inventa un espediente: Dio vuole aiutarlo a capire e per farlo fa in modo che, solo durante la permanenza del poeta in Paradiso, ogni anima beata si posizioni dove “dovrebbe” trovarsi se ci fossero dei posti fissi per loro. Le anime vengono allora a disporsi in sette gruppi disposti secondo la virtù che gli è propria, e cioè: spiriti difettivi, spiriti operanti per la gloria terrena, spiriti amanti, spiriti sapienti, spiriti combattenti per la fede, spiriti giusti e spiriti contemplanti .

la struttura del paradiso

la disposizione delle anime nel paradiso

La Luna con il suo influsso rende gli uomini incostanti e non permette che adempiano ai propositi prefissati. Dante troverà nel cielo della Luna le anime di quelli che, pur non avendo mai peccato, decisero di non adempiere al proposito di prendere i voti offerti da Dio, si tratta degli spiriti difettivi e secondo questa idea procede il viaggio verso gli altri cieli e l’Empireo. I primi sette cieli del Paradiso dantesco prendono il nome dai pianeti che si trovano al loro interno, rispettivamente abbiamo quindi il cielo della Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e Saturno

Il rapporto tra Dante e i beati è molto diverso rispetto a quello che il poeta ha intrattenuto coi dannati e i penitenti: tutte le anime del Paradiso, infatti, risiedono nell'Empireo, e precisamente nella Candida Rosa, dal quale essi contemplano direttamente Dio; tuttavia, per rendere più comprensibile al viaggiatore l'esperienza del Paradiso, le figure gli appaiono di cielo in cielo, in una precisa corrispondenza astrologica tra la qualità di ogni pianeta e il tipo di esperienza spirituale compiuta dal personaggio descritto: così, nel cielo di Venere appaiono gli spiriti amanti, e in quello di Saturno gli spiriti contemplativi e via dicendo.

pt.2

All'ingresso del Paradiso terrestre, situato sulla cima della montagna del Purgatorio, Virgilio, che secondo l'interpretazione figurale rappresenta la Ragione, scompare (Purgatorio, canto XXX) e viene sostituito da Beatrice, raffigurante la Grazia della fede, la Teologia. Ciò simboleggia l'impossibilità per l'uomo di giungere a Dio per il solo mezzo della ragione umana: sono necessari uno scarto intuitivo e un diverso livello di "ragione divina" (ossia di verità illuminata), rappresentati appunto dall'accompagnatrice. Successivamente, a Dante si affiancherà una nuova guida: Beatrice lascia maggiore spazio a san Bernardo di Chiaravalle, pur restando presente e pregando per il poeta nel momento dell'invocazione finale del santo alla Madonna. La Teologia (Beatrice) non è sufficiente per elevarsi alla visione di Dio, alla quale si può giungere solo attraverso la contemplazione mistica dell'estasi, rappresentata allegoricamente da san Bernardo.

Nello scandire i tempi del viaggio attraverso il Paradiso, Dante ha presente lo schema dell'Itinerario della mente in Dio di San Bonaventura, che prevedeva platonicamente tre gradi di apprendimento: l'Extra nos, ovvero l'esperienza dei sette cieli, corrispondente alla conoscenza sensibile della teoria platonica; l'Intra nos, o l'esperienza delle stelle fisse, corrispondente alla visione immaginativa; il Supra nos, o l'esperienza dell'Empireo, corrispondente alla conoscenza intellettuale. In questa scansione sono tuttavia presenti anche elementi di carattere scolastico-aristotelico (vita mondana, attiva e contemplativa) e agostiniano (la vita attiva secondo la Scientia, e la vita contemplativa secondo la Sapientia).