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Persio

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Created on February 28, 2021

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Persio e la satira

Aulo Persio Flacco (Volterra, 34 d.C. – Roma, 62 d.C.) è stato un poeta satirico romano di età imperiale aderente allo stoicismo.

- Wikipedia

Cosa sappiamo di Persio?

Gran parte delle informazioni che abbiamo sulla vita di Persio ci sono pervenute tramite la biografia di Valerio Probo, grammatico ed editore di testi classici vissuto nel I secolo. Nato da una ricca famiglia equestre, giunse a Roma a dodici anni per frequentare la scuola del grammatico Remmio Palemone e del retore Virginio Rufo. Ebbe rapporti con Lucano - da cui fu ammirato - e con il senatore Trasea Peto, oltre che altri intellettuali dell'opposizione stoica a Nerone. Chi influì in modo determinante su di lui fu però il filosofo stoico Anneo Cornuto, che incontra all'età di sedici anni e di cui divenne amico; fu a lui che Persio lasciò la propria biblioteca, morendo in giovane età. Fu proprio Cornuto ad incoraggiarlo alla poesia e a ritoccare le Satire per l'edizione, postuma, curata dall'amico Cesio Basso.

Ma qual era la scena letteraria di quel periodo a Roma?

Persio in un'incisione ottocentesca

La letteratura della prima età imperiale

Nel periodo che segue la morte di Augusto inizia una nuova epoca della storia della letteratura latina: si era conclusa definitivamente la stagione dei 'classici' (Virgilio, Orazio, Ovidio, Livio) che aveva raggiunto vertici insuperabili.Ha inoltre fine il fenomeno del mecenatismo, che causò un peggioramento delle condizioni economiche degli uomini di lettere.

Gli autori della prima età imperiale scrivono all'ombra dei capolavori augustei. Non si occuparono di rinnovare i modelli, ma li variarono con ingegno: l'esempio più lampante è quello del Bellum civile di Lucano, che prende il genere epico e lo ribalta quasi si trattasse di un "anti-Eneide".

Il genere della satira

Attestata per la prima volta in età arcaica con Ennio, la satira è un genere letterario tipicamente romano. Solo a partire dal II secolo a.C., con Lucilio, questo genere ottiene una forma (l'esametro) e dei contenuti (tematiche morali ed etiche) che lo

caratterizzano. Inizialmente la satira si distingueva per il tono aggressivo e violento, che andò poi a mitigarsi con Orazio (I secolo a.C.) che la reinterpretò in chiave ironica e rilassata, esprimendo nel messaggio morale una comprensione benevola per le manchevolezze della natura umana.

La satira in età imperiale

I toni affabili di Orazio vengono abbandonati a partire dall'età neroniana: il poeta si erge a moralizzatore e fustigatore dei costumi. Richiamandosi rigorosamente alla visione stoica, mette alla berlina i vizi altrui impietosamente. Si ricorre alla forma dell'invettiva tagliente e distruttiva, il cui risultato è un quadro spietato e spesso pessimistico.Subentra inoltre la recitazione pubblica e scompare la lettura individuale caratteristica della produzione oraziana. Di conseguenza vi è un innalzamento dei toni che sfocia spesso nell'esasperazione e nella ricchezza di artifici retorici.

Satura quidem tota nostra est.

- Quintiliano, Institutio oratoria, X, 1, 93.

Mettendo a confronto i maggiori esponenti del genere della satira...

ORAZIO

LUCILIO

PERSIO

  • epoca: I secolo a.C.
  • contenuti: vita quotidiana, esperienza personale, vizi e difetti umani
  • tono: ironico e autoironico; benevolo messaggio morale
  • finalità: riflessione sui problemi di etica pratica
  • metro: esametri
  • stile: medio; labor limae
  • epoca: I secolo a.C.
  • contenuti: critica dei mores e della letteratura del tempo, tematiche diatribiche e stoiche
  • tono: di denuncia e rigorosa iniettiva
  • finalità: critica censoria ai vizi e ai costumi
  • metro: esametri
  • stile: anticlassiciso, con tratti stilistici volti a colpire l'uditorio
  • epoca: II secolo a.C.
  • contenuti: parodie, narrazioni di viaggi, gastronomia, critica letteraria
  • tono: di medio livello, all'insegna del ludus ma comunque aggressivo
  • finalità: critica moralistica anche attraverso l'attacco personale
  • metro: esametri, distici elegiaci, metri misti
  • stile: mescolanza di registri stilistici

Andando più nel particolare...

è interessante il confronto tra alcuni aspetti delle satire di Orazio e di Persio

ORAZIO

PERSIO

  • seppur rivolte a un destinatario (fittizio) le satire sono dirette a un pubblico generico
  • all'ascoltatore è negata ogni vicinanza: la parola del poeta si pone su un diverso piano di comunicazione, distaccato e altero
  • è presente la forma dell'invettiva: il poeta si erge a correggere gli uomini con moralismo arcigno
  • le satire sono sempre rivolte alla cerchia di amici del poeta
  • c'è una sorta di complicità tra autore e ascoltatore, che poteva sentirsi partecipe all'elaborazione di un modello di vita
  • è presente un'indulgente comprensione per le comuni debolezze umane, come se il poeta fosse un maestro amichevole che rifiuta il moralismo altezzoso

Dunque è opportuno dire che anche per il genere della satira nella prima età imperiale si assiste ad un'evoluzione del genere letterario che vede il ribaltamento dei canoni fissati dal 'classico' precedente.

Contenuto e stile delle satire

Distrutte dalla madre le prime prove del poeta, tra cui una praetexta, restano di Persio 6 satire (in tutto 650 esametri), accompagnate da un componimento di 14 versi coliambi, considerato dai più come un prologo o forse da considerarsi opera indipendente, nella quale il poeta cerca di riprodurre in latino il metro tipico della diatriba greca. I temi delle satire sono quelli comuni della predicazione stoica, filosofia a cui aderiva la maggior parte degli avversari dell'assolutismo imperiale (e che presto divenne oggetto di dure repressioni da parte degli imperatori): - la polemica contro le vuotaggini letterarie e l'ipocrisia della religione; - l'esortazione alla pratica della morale stoica e alla conoscenza di se stessi; - la libertà del sapiente. Indubbiamente personali sono invece i modi in cui questi temi sono svolti: l'autore tende a una poesia di tono aspro, virile, fondata su una salda convinzione etica, capace dunque di denunciare le miserie e le debolezze umane. Nei suoi versi si avverte continuamente uno sforzo mirante a raggiungere questo tono altamente risentito: la faticosità e l'oscurità dello stile, le metafore singolari e talvolta bizzarre, l'improvvisa violenza di certe immagini sono da mettere in rapporto con la pressione interna che lo muove.

Bibliografia e fonti

  • Civitas, l'universo dei Romani di Eva Cantarella e Giulio Guidorizzi, capitoli 1 e 6;
  • Enciclopedia l'Universale
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Volterra
  • Francesca Romana Passalacqua: Persio (https://youtu.be/nsjjbccB14U);
  • Hub scuola: la satira (https://youtu.be/MzIX1Fb0oRA).

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