Vittorio Alfieri

io credo fermamente che gli uomini debbano imparare a teatro ad essere liberi. Forti, generosi, trasportaTi per la vera VIRTÙ, insofferenti d'ogni violenza, amanti del!a patria, Veri conoscitori dei propri diritti E in tutte le passioni loro ardenti, RETTI e mAGNANIMI.

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Sublime specchio di veraci detti

Rime, CLXVII (T5 pag. 492) Sublime specchio di veraci detti, mostrami in corpo e in anima qual sono: capelli, or radi in fronte, e rossi pretti; lunga statura, e capo a terra prono; sottil persona in su due stinchi schietti; 5 bianca pelle, occhi azzurri, aspetto buono; giusto naso, bel labro, e denti eletti; pallido in volto, più che un re sul trono: or duro, acerbo, ora pieghevol, mite; irato sempre, e non maligno mai; la mente e il cor meco in perpetua lite: 10 per lo più mesto, e talor lieto assai, or stimandomi Achille, ed or Tersite: uom, se’ tu grande, o vil? Muori, e il saprai.

AUTORITRATTO

AUTORITRATTO, RIME

VITTORIO ALFIERI

Autoritratto

Sublime specchio di veraci detti...

​Sublime specchio di veraci detti, mostrami in corpo e in anima qual sono: capelli, or radi in fronte, e rossi pretti; lunga statura, e capo a terra prono;...

TESTO

VITA

Volli, volli sempre, fortissimamente volli

Alfieri in sintesi

VITA

VITA

VITTORIO ALFIERI

“Leggere, come io l'intendo, vuol dire profondamente pensare.”

VITA di VITTORIO ALFIERI da ASTI SCRITTA DA ESSO

VITA PDF

INSOFERENTE E RIBELLE

Fra i sette ed ott'anni, trovandomi un giorno in queste disposizioni malinconiche, occasionate forse anche dalla salute che era gracile anzi che no, visto uscire il maestro, e il servitore, corsi fuori dal mio salotto che posto a terreno riusciva in un secondo cortile, dove eravi intorno intorno molt'erba. E tosto mi misi a strapparne colle mani quanta ne veniva, e ponendomela in bocca a masticarne e ingoiarne quanta piú ne poteva, malgrado il sapore ostico ed amarissimo. Io avea sentito dire non so da chi, né come, né quando, che v'era un'erba detta cicuta che avvelenava e faceva morire; io non avea mai fatto pensiero di voler morire, e poco sapea quel che il morire si fosse; eppure, seguendo cosí un non so quale istinto naturale misto di un dolore di cui m'era ignota la fonte, mi spinsi avidissimamente a mangiar di quell'erba, figurandomi che in essa vi dovesse anco essere della cicuta.

Dalla Vita, Epoca I, cap. 3

TITANISMO

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Rinuncia al titolo

TIRANNIDE

DELLA TIRANNIDE

SCRITTI POLITICI

Contro la tirannide, per la libertà

DELLA TRANNIDE (1777)DEL PRINCIPE E DELLE LETTERE (1778-1786)

PDF Della tirannide

PDF DEL PRINCIPE

MISOGALLO

MISOGALLO

IL MISOGALLO e Satire e Commedie

Disillusione amara

Descrizione

5 prose polemiche, antifrancesci, con anche un'ode, e vari sonetti ed epigrammi polemici

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LEGATO ALLA SEDIA

Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli

Carattere fortissimo, intelligenza acutissima

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TEATRO

IL TEATRO SECONDOALFIERI

La dura lotta per la libertà

La poesia deve esprimere il contrasto drammatico fra l'ideale e il reale. La forza d'urto delle passioni, il sentimento eroico della politica e della storia. Perciò il genere tragico è quello pù adatto ad esprimere ciò, oltre alla personalità dell'autore.Si esprime lo scontro fra un eroe positivo, l'uomo liber, e un eroe negativo, il tiranno. Lo stile è difficile, duro, adeguato quindi alla tempesta di sentimenti che si devono rappresentare.

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SAUL

SAUL - FILIPPO II

VITTORIO ALFIERI

"Spesso è da forte, più che il morire, il vivere"

SAUL E MIRRA

PDF SAUL

POETICA

VITTORIO ALFIERI

POETICA

Contro ogni forma di tirannide, libertà dalla costrizione

Si eprime con: l'AUTOBIOGRAFIA(sensismo, eroismo, acuta analisi personale); le TRAGEDIE (Shakespeare, classicismo, trame e termi antichi, stile duroe difficile, rsappresentazioni private in una ambientazione temporale astratta e assoluta, con valore di esempio, e che riproduce sempre un conflitto fra eroe posotovop e negativo. da cui emerge la brama di potere)

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MIRRA

MIRRA

MIRRA

1784-86

La tragedia senza il nome di un eroe

Da OVIDIO, la tragedia senza un eroe, del dolore muto di una donna.

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RIME

VITTORIO ALFIERI

RIME

1798-1804

351 composizioniUna sorta di diario in versi diviso in due parti, con riferimento Petrarca e il suo "Canzoniere". TEMI: Amore Politica STILE: quello della tragedia, duto e difficile

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Ugo Foscolo, Dei sepolcri, vv.186-212

. E a questi marmi venne spesso Vittorio ad ispirarsi. Irato a' patrii Numi, errava muto ove Arno è piú deserto, i campi e il cielo desioso mirando; e poi che nullo vivente aspetto gli molcea la cura, qui posava l'austero; e avea sul volto il pallor della morte e la speranza. [186] Perciò (Che) qualora (ove) negli uomini più valorosi (animosi intelletti) e nell’Italia torni a brillare (rifulga) la speranza di gloria, da qui (quindi in senso letterale) [da S. Croce] trarremo ispirazione [per tale riscatto]. Su queste tombe (marmi - metonimia) spesso Vittorio [Alfieri] venne ad ispirarsi irato con gli Dei tutelari della patria (patrii Numi – adirato con loro perché colpevoli di averla abbandonata al suo destino), vagava silenzioso (muto) dove l’Arno è più deserto, contemplando (mirando) desideroso (desioso) i campi e il cielo; e poiché nessun (nullo) essere vivente (vivente aspetto) gli mitigava (molcea) l’affanno (cura), qui egli severo (l'austero) sostava (posava); e sul volto aveva il pallore della morte e la speranza. [196] Con questi grandi abita eterno: e l'ossa fremono amor di patria.

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