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Lavoro multidisciplinare svolto dalla classe 4A

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Transcript

27 gennaio - GIORNO DELLA MEMORIA

ANNA FRANK

Andra e Tati

GINO BARTALI

BINARIO 21

Liliana Segre

CARLOANGELA

IL GIARDINO DEI GIUSTI

MUSEI E CAMPI

LAVORI DI CLASSE

Lavoro svolto dalla classe 4Adi Cittiglio

ANNA FRANK

tour

la vita

il rifugio

La storia di Anna

Anna Frank apparteneva a una famiglia di ebrei tedeschi di Francoforte, nasce nel 1929 La famiglia si compone da Anna,la sorella maggiore Margot,il padre Otto e la madre Edith. Con la salita al potere di Hitler nel 1933 le condizioni di vita degli ebrei iniziano a farsi difficili e la famiglia di Anna decide di trasferirsi ad Amsterdam. Nel luglio del 1942 la famiglia costruisce un nascondiglio ad Amsterdam,li vivranno per due anni. Anna aveva con sè un diario dove scriveva tutte le sue giornate, annotava pensieri e sensazioni e progettava di farne un romanzo. Il 4 agosto del 1944 l’alloggio venne scoperto e tutti coloro che vi erano nascosti vennero arrestati e deportati dalle autorità naziste verso i campi di sterminio . L’unico a salvarsi sarà il padre di Anna,Otto; tutti gli altri compresa Anna ,moriranno. il diario di Anna Frank si interrompe quindi bruscamente a causa della deportazione della famiglia . Gli ultimi pensieri di Anna Frank risalgono al 1 agosto 1944

Giulia G.

IL RIFUGIO E IL DIARIO

L’alloggio scelto per nascondersi si trova in una zona ricca di piccole imprese. A sinistra c’è un’agenzia per la vendita del tè e a destra un mobilificio. l’accesso all’Alloggio segreto viene nascosto da una libreria girevole.Nel giro di poco, il 16 novembre 1942, un nuovo clandestino si unisce ai Frank e ai Van Pels. Si tratta di un dentista ebreo di nome Fritz Pfeffer. Passano giorni e i mesi, e nessuno sa quando finirà la guerra e quando si potrà lasciare il nascondiglio.

Nel suo diario Anne annota ogni pensiero,confidandosi con la sua "Cara Kitty", nome che ha scelto per colei alla quale indirizza le pagine del suo diario, piene di parole. Anne scrive dei suoi sogni, delle sue paure, dei difficili rapporti con la sua famiglia, di come si sente e di come vorrebbe tanto aiutare il prossimo. Anche quando lo sconforto sembra vincere, lei riesce sempre a trovare una speranza. ll diario originale è conservato nell'Istituto nazionale degli archivi sulla seconda guerra mondiale di Amsterdam.

Gioele e Emma

clil

"LA RICCHEZZA,LA BELLEZZA,TUTTO SI PUÒ PERDERE, MA LA GIOIA CHE HAI NEL CUORE PUÒ ESSERE SOLTANTO OFFUSCATA:PER TUTTA LA VITA TORNERÀ A RENDERTI FELICE. PROVA UNA VOLTA CHE TI SENTI SOLO E INFELICE O DI CATTIVO UMORE, A GUARDARE FUORI QUANDO IL TEMPO È COSI BELLO. NON LE CASE E I TETTI, MA IL CIELO. FINCHÈ POTRAI GUARDARE IL CIELO SENZA TIMORI, SAPRAI DI ESSERE PURO DENTRO E CHE TORNERAI A ESSERE FELICE". DAL DIARIO DI ANNA FRANK

IL NOSTRO LAPBOOK

LA STELLA DI ANDRA E TATI

Vittoria

Film e video visti in classe:

GINO BARTALI

Alessio

Binario 21

Non si tratta di una stazione normale, ma è invece un binario nascosto da un anonimo ingresso che si trova in via Ferrante Aporti. Da questo binario partirono molti vagoni, di tutte le partenze quella più crudele è stata quella del 30 gennaio del 1944, quando partì un treno con 605 esseri umani diretti al campo di sterminio di Auschwitz. Quando arrivarono al campo, 477 di loro vennero portati nelle camere a gas mentre gli altri 128 vennero portati all’interno del campo di concentramento. Di questi sopravvissero solo 14 uomini e 8 donne, tra qui Liliana Segre ed è stata proprio lei che ha voluto che il binario 21 diventasse un memoriale.

Al binario 21 troviamo il muro con scritto indifferenza, ma perché? C’è scritto indifferenza perchè in quegli anni era stata l’indifferenza delle persone che aveva permesso che tra 1943 e il 1945 partissero 15 carri di bestiame che portarono migliaia di ebrei, ma non solo, nei campi di concentramento dove la maggior parte dei deportati morirono nelle camere a gas. Il binario 21 si trovava sotto il livello stradale e serviva a caricare e scaricare la posta. Infatti, c’era un carro-vagone che era messo su un carrello che veniva messo su un ascensore monta-vagoni e veniva sollevato per raggiungere il binario all’aria aperta e da qui veniva attaccato a un locomotore. Quindi, nessuno avrebbe mai potuto pensare che quei vagoni creati per portare la posta, prima o poi avrebbero trasportato uomini, donne e bambini senza che nessuno se ne accorgesse. Il binario 21 ospita anche il muro dei nomi, che riporta l’identità di tutti i “passeggeri” conosciuti.

Silvia

Liliana Segre

Iris

Progetto letturain classe

Liliana col papà

Pietre d'inciampo

Le pietre d'inciampo sono un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. L'iniziativa, attuata in diversi paesi europei, consiste nell'incorporare, nel selciato stradale delle città, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni, dei blocchi in pietra ricoperti da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore. L'iniziativa parte in Germania nel 1992 e riprende un verso della Bibbia.

La memoria consiste in una piccola targa d'ottone della dimensione di un sampietrino (10 × 10 cm), posta davanti alla porta della casa in cui abitò la vittima del nazismo o nel luogo in cui fu fatta prigioniera, sulla quale sono incisi il nome della persona, l'anno di nascita, la data, l'eventuale luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta.GABRIEL

IL GIARDINO DEI GIUSTI

Il giardino dei giusti è un giardino dedicato a tutte quelle persone uomini o donne che hanno fatto del bene per salvare vite umane, che hanno combattuto per i diritti umani rifiutando di accettare le discriminazioni tra esseri umani. Questi giardini sono stati costruiti in diverse parti del mondo, il primo fu a Gerusalemme dove un ebreo salvato dalla deportazione ebbe l’idea di piantare un albero per ricordare ogni persona che ha fatto del bene mettendo a rischio la propria vita per salvare quella di un ebreo. Anche in Italia sono stati creati diversi giardini: Milano, Catania, Firenze, Roma, Brescia,Rimini…

DIEGO DA

Dopo la seconda guerra mondiale, il termine Giusti tra le nazioni (in ebraico: חסידי אומות העולם, traslitterato Chasidei Umot HaOlam) è stato utilizzato per indicare i non-ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita e senza interesse personale per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista della Shoah. È inoltre una onorificenza conferita dal Memoriale ufficiale di Israele, Yad Vashem fin dal 1962, a tutti i non ebrei riconosciuti come "Giusti". Le regole nel dettaglio per designare un Giusto sono:

  • l’atto di salvataggio deve essere stato effettuato da un non ebreo nei confronti di un ebreo;
  • deve essere un atto che abbia evitato a uno o più ebrei il pericolo di morte immediata o la deportazione in campi di concentramento;
  • il salvatore deve aver rischiato la propria vita per salvare uno o più ebrei;
  • il salvatore non deve averne tratto alcun vantaggio, né di natura economica né di altro genere, né immediato né futuro.

CARLO ANGELA

Carlo Angela (Olcenengo, 9 gennaio 1875 – Torino, 3 giugno 1949) è stato un medico, politico e antifascista italiano. Il 29 agosto 2001 gli fu conferita da Yad Vashem l'onorificenza di Giusti tra le nazioni per aver aiutato, a rischio della propria vita, molti ebrei durante la Shoah. È il padre del giornalista televisivo e scrittore Piero Angela e nonno del divulgatore Alberto Angela.Le azioni compiute da Angela rimasero sconosciute per oltre mezzo secolo, a causa della discrezione della sua famiglia, e vennero alla luce soltanto nel 1995

ESSRA

AUSCHWITZ

Info

SOFIYA HU E SOFIA S.

Un approfondimento speciale

Lo Zio Gino - di Valentino B.

Gino Piazza (1923-1978), fratello di mia nonna Antonella, all’età di 18 anni, nel 1941, viene chiamato ad arruolarsi in marina come soldato nella 2 guerra mondiale; salpa a bordo di una nave da La Spezia, giovanissimo ed impaurito, lasciando genitori, fratelli e sorelle a Comacchio, senza sapere se li avrebbe mai rivisti. La nave italiana sulla quale viaggiava subisce un bombardamento aereo da parte dei tedeschi: Gino rimane nel mare Egeo per tre giorni e tre notti interminabili, aggrappato a un frammento della nave affondata; vede morire molti dei suoi compagni annegati o divorati dagli squali e ricava forza nella fede, tenendo stretto tra i denti un crocefisso. In seguito una nave russa raccoglie lui e gli altri pochi sopravvissuti, tra i quali un suo caro amico: destinazione un campo di concentramento in Russia finalizzato al lavoro. Gino patisce la fame, deve lavorare duramente tutto il giorno e gli unici preziosissimi aiuti li riceve da due donne caritatevoli che vivevano in una fattoria vicino al campo e, pietose, gli passavano di nascosto un po’ di patate e un po’ di pane: Gino non si dimenticherà mai di loro e della loro compassione. Un giorno riesce a fuggire con il suo amico di disavventura, salendo su un treno che passava li’ vicino senza nemmeno sapere dove fosse diretto: di lì’ a poco venne finalmente liberato e mandato a casa dagli alleati americani. Gino torna a Comacchio nel 1948: magrissimo, coperto di piaghe in tutto il corpo, confuso e letteralmente a pezzi a livello psicologico; mia nonna era una bambina di otto anni e ricorda perfettamente il pianto e l’abbraccio lunghissimo della sua mamma nel rivedere quel figlio che pensava aver perso; inoltre, era nato un altro fratello che lui non aveva ancora conosciuto. Ci vollero anni e anni di cure psichiatriche prima che lo zio Gino riuscisse a raccontare ciò’ che i suoi occhi avevano visto. Gino muore nel 1978 di infarto fulminante, ma il suo ricordo e’sempre vivo nei nostri cuori.

CAMPO DI MAJDANEK

Si trova in Polonia, a Lublino. Fu distrutto nel 1944, nacque inizialmente come campo di lavoro.

DIEGO DV

Museo Yad Vashem

E' stato istituito per «documentare e tramandare la storia del popolo ebraico durante la Shoah preservando la memoria di ognuna delle sei milioni di vittime», nonché per ricordare e celebrare i non ebrei di diverse nazioni che rischiarono le loro vite per aiutare gli ebrei durante la Shoah; è il secondo sito turistico più visitato di Israele con oltre due milioni di visitatori l'anno.Il nome Yad Vashem significa letteralmente "un monumento e un nome". Il nome dell'Ente si prefigge perciò di celebrare e commemorare con un luogo fisico e con un nome letterale, tutti coloro che sono meritevoli di ricordo. Particolarmente suggestive sono la "Sala dei Nomi" e il "Memoriale dei bambini". Uno dei memoriali più famosi è poi il Giardino dei Giusti.

Davide

Museo EBRAICO berlino

La forma dell'edificio ricorda una stella di David decomposta e destrutturata. L'edificio è interamente ricoperto da lastre di zinco e le facciate sono attraversate da finestre molto sottili e allungate, più simili a squarci o ferite che a vere e proprie finestre, disposte in modo casuale.L'entrata al museo è stata intenzionalmente resa difficile e lunga, per infondere nel visitatore le sensazioni di sfida e di difficoltà che sono distintive della storia ebraica.Installazione Shalechet – Foglie cadute10 000 volti in acciaio punzonato sono distribuiti sul pavimento I visitatori sono invitati a camminare sui volti e ad ascoltare il fragore prodotto dalle lastre di metallo che sbattono l'una contro l'altra e contro le persone che passano. Il frastuono e l'angoscia per tutti quei morti fanno desiderare di uscire al più presto dalla sala, senza poter smettere di calpestare le teste delle vittime della Shoah.

MARTINA

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Lavori di classe