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Adelphoe

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Created on January 31, 2021

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Transcript

L'Adelphoe

Publio Terenzio Afro

L'opera

Adelphoe (dal greco Ἀδελφοί: "Fratelli") è una commedia dell'autore latino Publio Terenzio Afro. L'opera è una rielaborazione dell'opera omonima di Menandro,che fu rappresentata per la prima volta nel 160 a.C., durante le celebrazioni funebri in onore di Lucio Emilio Paolo Macedonico.

La trama

Dèmea, ha due figli, Eschino e Ctesifone; fa adottare il primo dal fratello Micione, mentre lui si occupa dell'educazione del secondo. Micione è un uomo di mentalità aperta e liberale, mentre Demea educa il proprio con il metodo tradizionale. Eschino rapisce da una casa una meretrice, Bacchide, perché di lei si è innamorato il fratello, che per terrore del padre non ha mai osato nulla per realizzare il suo amore. Eschino, però, non è libero, infatti è innamorato di Panfila. Panfila, temendo che Eschino la abbandoni, rivendica i propri diritti e manda Egione a lamentarsi con Micione. Intanto, Demea scopre la relazione del figlio con la meretrice e sfoga la sua rabbia contro il fratello. Tuttavia, alla fine Demea decide di cambiare mentalità e di ispirarsi ai metodi liberali del fratello. La commedia si conclude con il matrimonio di Eschino e Panfila e con l'acquisto di Bacchide da parte di Ctesifone.

Il prologo

Nel Prologo degli Adelphoe Terenzio fa emergere le accuse di “furtum” e quella di avere ricevuto l’aiuto da parte degli “homines nobiles”. Il prologo inizia con il poeta che prende coscienza del fatto che la gente sia prevenuta nei confronti delle sue opere. Inoltre, Terenzio dichiara di non avere copiato dai Commorientes di Plauto. La seconda accusa riguarda alcune dicerie che vorrebbero Terenzio prestanome per le commedie, che sarebbero state scritte in realtà da alcune sue conoscenze aristocratiche; Terenzio afferma che per lui si tratta di un onore, in quanto può vantare l’amicizia e la stima di persone di rango molto elevato che tutti stimano. Conclude con l’invito rivolto al pubblico di non aspettarsi un prologo tradizionale. L’ultimo invito è ad essere benevoli con l’autore in modo da accrescere in lui il desiderio di scrivere ancora.

I personaggi

• Micione: è il padre adottivo di Eschino, figlio di suo fratello Dèmea. • Dèmea: è il padre di Ctesifone oltre che di Eschino, affidato però al fratello Micione. Egli vive in campagna e rispecchia la figura del padre all'antica. • Eschino: è affidato all'educazione di Micione, che ama e rispetta. • Ctesifone: Fratello di Eschino, è il figlio che Dèmea ha deciso di tenere con sé, e di educare a suo modo. • Siro: è la figura tipica del servo scaltro. Egli aiuta i giovani a sbrogliare la intricata vicenda e contemporaneamente riesce ad imbrogliare Demea a suo piacimento.

Grazie per l'attenzione

Letizia ed Isaac