Want to create interactive content? It’s easy in Genially!

Get started free

Giovanni Pascoli

Antonella

Created on January 24, 2021

Start designing with a free template

Discover more than 1500 professional designs like these:

Psychedelic Presentation

Chalkboard Presentation

Witchcraft Presentation

Sketchbook Presentation

Genial Storytale Presentation

Vaporwave presentation

Animated Sketch Presentation

Transcript

Giovanni pascoli

start

index

I temi

La vita

Le soluzioni formali

La visione del mondo

Le raccolte poetiche

La poetica

L'ideologia politica

Myricae

La vita

La vita

Giovanni Pascoli nacque a San Mauro di romagna il 31 dicembre 1855. Eventi importanti:

  • Morte del padre (10 agosto 1867)
  • Difficoltà economiche e lutti varii
  • Formazione iniziale presso i padri Scolopi (Urbino e Firenze).
  • Frequenta la Facoltà di Lettere presso l ' Università di Bologna.
  • Durante gli anni universitari, si avvicina all ' idelogia socialista, partecipa a manifestazioni contro il governo e viene arrestato nel 1879 e a causa di questa esperienza abbandona la politica.
  • Si laurea nel 1882 e inizia la sua carriera di insegnante liceale (Matera, Massa).
  • In quegli anni vive con le sorelle Ida e Maria (nido familiare)
  • Insegnerà presso le Università di Bologna, Messina, Pisa e, successivamente, tornà a Bologna dove prese il posto di Carducci.
  • Morì a Bologna il 6 aprile 1912

APPROFONDISCI studiando da pag. 280 a pag. 281 (linea del tempo)

La visione del mondo

La formazione iniziale di Pascoli avviene negli anni del Positivismo, che inevitabilmente lo influenzò, ad esempio in molte liriche utilizza termini specifici di alcune scienze (ornitologia, botanica, astronomia). Pascoli visse anche la crisi del Positivismo e l'affermarsi di tendenze spiritualistiche e idealistiche, ciò non sfociò nell'adesione al cristianesimo da cui fu affascinato per il suo messaggio di fraternità e benevolenza. Le liriche di Pascoli sono ricche di simboli, le cose acquistano una fisonomia antropomorfizzata: gli oggetti, gli animali ecc..si caricano di significati umani (ad esempio basti pensare alle rondini a cui si fa riferimento nella lirica X agosto), questo dimostra che la visone del mondo di Pascoli è influenzata dalla cultura decadente.

La poeticA

La poetica di Pascoli, spesso, viene definita "poetica del fanciullino", infatti "Il fanciullino" è il titolo di un saggio che venne pubblicato per la prima volta nel 1897 sulla rivista "Il Marzocco". Pascoli sostiene che all'interno di ogni uomo è sempre presente un fanciullo musico, dalla cui voce nasce la poesia, intesa in chiave simbolista e decadente, come contemplazione dell'invisibile. Pascoli, in sintesi, riconosce nella parte infantile dell'essere umano la voce che detta la poesia, una voce primordiale e anteriore alla lingua scritta: il fanciullino è l'Adamo che dà il nome a tutte le cose che vede e sente. La figura simbolica del fanciullino rappresenta la vena irrazionale da cui ha origine l'arte. L'immagine del fanciullino, che vive in tutti gli esseri umani, risale a Platone e rappresenta il simbolo del buono e del bello presente nel bambino, che nel poeta si identifica con la capacità di inventare e scoprire ciò che in genere non si sa esprimere o non si riesce a vedere e sentire. Il fanciullino ha come nemici il calcolo , l'esteriorità, la passione violenta, pertanto per ascoltare la sua voce è necessario ritirarsi nel profondo del cuore. La voce del poeta si identifica con quella del bimbo interiore.

La poeticA

La poesia, così intesa, non persegue fini pratici: il poeta scrive per il piacere di farlo, infatti non aspira ad assumere il ruolo di "consigliatore" o "ammonitore", non si propone obiettivi civili, morali, pedagogici o propagandistici. Tuttavia, inconsapevolmente, questa "poesia pura" può indurre l'uomo alla bontà, all'amore, alla fratellanza. La "poesia pura" del fanciullino, può, secondo Pascoli, diffondere un messaggio sociale universale, poichè è capace di raggiungere tutte le classi sociali e in tutte le nazioni (utopia umanitaria). Questa riflessione fa sì che Pascoli diventi il cantore anche delle piccole cose (argomenti ritenuti poco importanti) che non reputa inferiori.

l'ideologia politica

Durante il periodo universitario Pascoli aderisce all'ideologia socialista e anarchica. Aderì perchè il ceto sociale di cui faceva parte, la piccola borghesia rurale, era stato emarginato a causa dello sviluppo industriale, che, inoltre, aveva limitato il prestigo della cultura umanistica ed favorito l'affermazione della cultura scientifica. Gli eventi che avevano segnato la sua vita lo facevano sentire vittima di un'ingiustizia irreparabile e pensò che il socialismo gli avrebbe potuto dare l'occasione di riscattarsi. Aderì alla Prima Internazionale dei lavoratori, associazione che raggruppava i movimenti socialisti di tutta Europa. Fu arrestato per aver partecipato ad una manifestazione antigovernativa e rimase in carcere per diversi mesi. Quella della detenzione fu un'esperienza terribile che lo spinse ad abbandonare la politica.

l'ideologia politica

Pascoli, che non rinnegò mai gli ideali socialisti, abbandonò la politica anche perchè capì che non poteva abbracciare un'ideologia (quella marxista) che promuoveva lo scontro violento e rivoluzionario. Gli ideali socialisti gli permisero di aderire ad una sua fede umanitaria che metteva insieme elementi provenienti dal cristianesimo, dal francescanesimo, dall'evangelismo pacifista e non violento. Il socialismo, così inteso, diventava un appello alla bontà, all'amore, alla fraternità, alla solidarietà fra gli uomini. Pascoli aveva una visione pessimistica: per lui la vita umana era dolore e sofferenza, ma dal cristianesimo primitivo aveva ereditato la concenzione che le vittime del male del mondo sono creature superiori, poichè il dolore sofferto le rende moralmente superiori, per questo bisogna sempre essere predisposti al perdono.

l'ideologia politica

Pascoli affermò che per vivere in pace era necessario accontentarsi di ciò che si possiede. Il suo ideale di vita incarna l'immagine del proprietario rurale che coltiva la sua terra e si prende cura della sua famiglia. Il tema del nido famigliare lo spinge ad affrontare il tema dell'immigrazione, che in quegli anni coinvolgeva molti italiani che venivano così strappati dal loro "nido". Pascoli condivide la proposta del nazionalismo italiano: esistono nazioni "capitaliste" (ricche) e nazioni "proletarie" (povere), le nazioni proletarie, quindi anche l'Italia, hanno il diritto di soddisfare le loro necessità anche facendo ricorso alla forza. Ciò lo spinge a giustificare le guerre coloniali che avrebbero permesso alle nazioni povere di ottenre nuove ricchezze. Pascoli esalterà la guerra in Libia e fonderà insieme socialismo umanitario e nazionalismo colonialistico.

i temi della poesia pascoliana

I temi e i miti della poesia pascoliana possono essere così sintetizzati:

  • Il mito del nido perduto e dell'infanzia.
  • La nostalgia per il mondo della campagna
  • Il tema della modernità vista come minaccia
  • Il mistero della morte
  • L'inevitabilità del male
  • la necessità del perdono e della concordia
  • Il sogno di un'umanità affratellata
  • la fede nei valori civili
La critica letteraria con il passare degli anni ha contrapposto il Pascoli poeta delle piccole cose al Pascoli poeta inquieto e tormentato. Tutti i critici sono concordi nel sostenere che Pascoli dimostra di avere ben chiari i processi storici contemporanei.

le soluzioni formali

Pascoli non ripropone le soluzioni formali della tradizione letteraria, da questo punto di vista propone molte innovazioni che poi caratterizzeranno la poesia del '900

01 Sintassi

Prevale la coordinazione sulla subordinazione, infatti si succedono frasi brevi e prive di rapporti sintattici, spesso collegate per asindeto (ossia non vengono usate congiunzioni, ma virgole). Spesso le frasi sono elittiche (prive di soggetto o di verbi), o frasi nominali (costituite da una successione di sostantivi e aggettivi). Questo tipo di sintassi infonde, alle poesie di Pascoli, un'atmosfera visionaria o di sogno.

02 ll lessico

Il lessico riflette i principi eleborati nel saggio "Il Fanciullino": il poeta vuole abolire la lotta fra le classi sociali, ma anche la lotta fra le "classi" di parole e oggetti. Proprio per questo motivo, Pascoli mescola codici linguistici diversi. Troviamo nelle sue liriche: termini preziosi e aulici, termini gergali e dialettali, la terminologia botanica ed ornitologica, termini quotidiani, parole prese in prestito dalle lingue straniere come avviene in Italy, dove vengono riproposte le forme linguistiche utilizzate dagli immigranti.

le soluzioni formali

03 Gli aspetti fonici

Particolarmenti rilevanti nella poesia pascoliana sono gli aspetti fonici. Vengono spesso utilizzate onomatopee (versi di uccelli, il suono delle campane) che assumono un forte valore simbolico, ma anche allitterazioni e assonanze. Molte parole assumo un valore fonosimbolico (ricreano con i significanti delle parole il suono che vuole evocare. Ad esempio "un grillo ora trillava" in questa frase il gruppo -rill riproduce il canto dei grilli).

04 La metrica

Pur impiegando i versi (endecasillabi, decasillabi, novenari, settenari, terzine, quartine ecc..) le rime (rime baciate, alternate, incatenate) e le strofe (terzine, quartine) della tradizione poetica italiana, Pascoli, modificando la posizione abituale delle sillabe accentate dà vita a forme metriche originali.

le soluzioni formali

05 Le figure retoriche

Pascoli usa il linguaggio analogico: sostituzione del termine proprio con uno figurato, che ha con il primo un rapporto di somiglianza. Ciò è quello che accade anche con la metafora, solo che nel caso dell'analogia questa somiglianza non è facilmente riconoscibile, poichè accosta in modo impensato e sorprendente due realtà tra loro remote. (Es. tratto dalla poesia Temporale: nero casolare/ala di gabbiano). Un procedimento simile all'analogia è quello della sinestesia, che associa termini che appartengono a sfere sensoriali diverse.

le raccolte poetiche

Pascoli pubblicò tutte le sue raccolte tra il 1891 e il 1911. Pascoli, nelle singole raccolte, non inserì le poesie prendendo il considerazione il criterio cronologico, poichè preferì mettere insieme le liriche che avevano caratteristiche formali (metriche, stiliche) simili. Le raccolte sono le seguenti:

  • Myricae (1891)
  • Poemetti (1897)
  • Canti di Castelvecchio (1903)
  • Poemi conviviali (1904)

le raccolte poetiche

Pascoli, fin da giovane, compose poesie in lingua latina che confluirono nella raccolta Carmina (1914). Si tratta di trenta poemetti e di settantuno componimenti più brevi, che descrivono situazioni e momenti di vita quotidiana nell'antica Roma. Nelle ultime opere, invece, Pascoli assume il ruolo di vate, infatti celebra le glorie nazionali, emulando Carducci e D'Annunzio. A questo filone appartengono le seguenti opere:

  • Odi e inni (1906)
  • Canzoni di re Enzio ((1908-09)
  • Poemi italici (1911-14)
  • Poemi del Risorgimento (1913)

myricae

La raccolta Myricae venne pubblicata nel 1891, questa prima edizione contiene 22 poesie dedicate alle nozze di amici. La seconda edizione (1892) è costituita da 72 componimenti, in quella definitiva del 1900 ritroviamo 156 liriche. In latino il termine myricae indica le tamerici. Pascoli scglie questo titolo perchè Virgilio in un suo componimento considera questa pianta il simbolo della poesia umile e dimessa. I componimenti sono molto brevi, apparentemente descrivono quadretti di vita campestre, ma in realtà descrivono una realtà misteriosa e ineffabile. Temi ricorrenti sono:

  • l'idea della morte
  • il ritorno dei cari defunti

Dal punto di vista formale si cartterizzano per l'uso frequente di onomatopee, per il fonosimbolismo, la sintassi frantumata, il linguaggio analogico, le combinazioni metriche inedite.