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Compianto sul Cristo morto di Giotto
Lorenzo Bernardi
Created on January 18, 2021
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Transcript
IL COMPIANTO SUL CRISTO MORTOdi GIOTTO
Lorenzo Bernardi
Index
1. Dati generali
2-3. Descrizione dell'opera
4. Contesto storico
5-6. La Cappella degli Scrovegni
7-8. Restauri
9. Bibliografia
DATI GENERALI
Titolo dell'opera: Compianto sul Cristo morto Autore: Giotto di Bondone (1267-1337) Datazione: 1303/1305 Tecnica: affresco a tempera su muro Dimensioni: 200x185 cm Collocazione: Cappella degli Scrovegni, Padova
DESCRIZIONE DELL'OPERA
- L'opera fa parte del ciclo sulle storie di Gioacchino e Anna, Maria e Cristo con cui Giotto affrescò l'intera cappella degli Scrovegni e si trova nella parte bassa centrale della parete nord.
- L'affresco rappresenta la scena in cui il corpo di Gesù viene compianto, dopo essere stato deposto dalla croce. Nella composizione della scena il suo corpo è adagiato in basso a sinistra, stretto dalla Vergine Maria, mentre Maria di Cleofa regge le sue mani e la Maddalena ne solleva i piedi.
- Al centro San Giovanni si dispera, stendendo le braccia all'indietro in una posa naturalistica, e dietro di lui si trovano Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea, due discepoli di Gesù. Sulla sinistra dell'opera si vedono altre donne addolorate e sofferenti, mentre in cielo anche gli angeli sono straziati dal dolore, evidenziato dalle diverse pose che assumono: alcuni congiungono le mani, uno si inarca all'indietro, uno tiene le mani ai lati del viso in un atteggiamento di incredulità, un altro si mette le mani tra i capelli.
- In alto a destra si vede un albero in apparenza secco, ma con piccole gemme affioranti, a simboleggiare la rinascita di Cristo che appare morto, ma dopo tre giorni risorgerà. Dall'albero, una parete rocciosa taglia in diagonale l'affresco, digradando verso la scena principale.
DESCRIZIONE DELL'OPERA
- Tutti gli sguardi dei personaggi e la direzione stessa della roccia, dirigono l'attenzione dello spettatore verso la figura del Cristo adagiato abbracciato dalla Vergine, la quale accosta il suo volto a quello di Gesù in un gesto molto toccante. Cielo e terra sono dunque accomunati dal dolore, quello umano della Vergine, delle donne piangenti, di San Giovanni e dei discepoli e quello divino che si manifesta attraverso gli angeli.
- Da notare la presenza in primo piano di due personaggi visti di spalle, che con il loro volume contribuiscono a conferire profondità alla scena.
- Quest'opera è la più drammatica dell'intero ciclo di affreschi, con una grande forza espressiva, capace di rendere l'umanità anche dei personaggi sacri, evidente soprattutto nell'abbraccio della Vergine al figlio e nel gesto scomposto di San Giovanni.
- La composizione è equilibrata, con la disposizione simmetrica delle figure in piedi, ai lati, e quelle accovacciate al centro. I colori pastello sono molto raffinati, con un deciso chiaroscuro che conferisce volume e stacca i corpi dallo sfondo dandogli rilievo scultoreo.
CONTESTO STORICO
- Durante il XIII secolo si affermarono le monarchie nazionali in Inghilterra, Francia e nella penisola iberica, mentre l'Italia era divisa tra i territori sotto il dominio del Sacro Romano Impero Germanico (Nord e Toscana), lo Stato della Chiesa, il Regno di Napoli, il Regno di Sicilia e Regno di Sardegna.
- Tra il XII e il XIII secolo l'istituzione del Comune era entrata in crisi, a causa delle lotte tra famiglie aristocratiche per arrivare al potere. Si cercò allora di mantenere la stabilità mettendo a capo dei Comuni un podestà proveniente da un'altra città, che quindi poteva garantire in modo imparziale tutte le parti. Verso la metà del XIII secolo il podestà fu affiancato dal capitano del popolo, in rappresentanza dei ceti popolari (mercanti, banchieri, artigiani, medici, giudici). A Firenze in particolare, dove viveva Giotto, assunsero molta importanza le corporazioni dei mestieri che nel 1293, con gli Ordinamenti di Giustizia, arrivarono a escludere le famiglie aristocratiche dalla vita politica della città.
- L'imperatore Federico II voleva contrastare l'autonomia dei Comuni, che si divisero così tra guelfi, i ribelli all'imperatore appoggiati dal Papa, e ghibellini, fedeli all'imperatore.
- Nel XIII secolo inoltre, nacquero e si diffusero l'ordine religioso francescano e quello domenicano. Giotto affrescò la navata della Basilica di Assisi proprio con le Storie di San Francesco tra 1292 e il 1296. Nell'arte si affermano lo stile gotico e la pittura ad affresco, con grandi cicli narrativi.
LA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI
La cappella in cui si trova l'opera fu fatta costruire da Enrico Scrovegni, banchiere di Padova, figlio di un ricchissimo usuraio, che acquistò il terreno dell'antica area romana della città e vi fece edificare un sontuoso palazzo, di cui la cappella era l'oratorio privato, destinato in seguito ad accogliere la tomba sua e di sua moglie. La cappella fu consacrata una prima volta nel 1303. Nel 1304 Papa Benedetto XI concesse un'indulgenza a chiunque avesse visitato la cappella e nel 1305 fu consacrato l'edificio completato.
Esterno della Cappella
Interno della Cappella
LA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI
Per adornare l'edificio, Scrovegni affidò a Giotto, che si trovava a Padova per eseguire altre opere, il compito di affrescare la cappella, raffigurando una sequenza di storie tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, che culminavano nella morte e resurrezione di Cristo e nel Giudizio Universale, allo scopo di sollecitare chi entrava nella cappella a riflettere sul suo sacrificio per la salvezza dell'umanità. Secondo alcune fonti Enrico avrebbe fatto costruire la cappella per espiare il peccato di usura, commesso sia dal padre (che Dante pone nel girone infernale degli usurai), sia da lui stesso, come proverebbe il gruppo raffigurante l'Offerta della chiesa alla Vergine, nella zona inferiore del Giudizio Universale, simboleggiante le restituzione da parte di Enrico Scrovegni dei beni disonestamente lucrati con l'usura.
Offerta della Chiesa alla Vergine
RESTAURI
- Nel XIX secolo la cappella degli Scrovegni, a causa del disinteresse dei proprietari, si trovava in uno stato di estremo degrado, con il portico che era addirittura crollato sulla facciata e gli affreschi gravemente danneggiati. Il Comune allora nel 1881 acquistò l'edificio e furono messi in opera radicali interventi di restauro, sia alla fine dell'800, sia intorno al 1960.
- Di recente però l'opera si era nuovamente degradata, a causa dell'inquinamento, con il colore che si polverizzava e cadeva.
- Per capire come intervenire, per alcuni anni si effettuarono indagini scientifiche mirate e nel 2001 venne infine presentato un progetto di restauro, che si concluse, dopo otto mesi di lavori, nel marzo 2002, riportando l'opera al suo antico splendore.
RESTAURI
Le condizioni dell'affresco prima del restauro
L'affresco dopo il restauro
BIBLIOGRAFIA
www.cappelladegliscrovegni.it www.treccani.it www.wikipedia.it La pittura italiana, di Stefano Zuffi e Francesca Castria Marchetti (Electa, 2006)