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I coniugi Arnolfini

giacomo.bianconi03

Created on December 9, 2020

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Transcript

I coniugi arnolfini

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Dati

  • I coniugi Arnolfini
  • Autore: Jan Van Eyck
  • 1434
  • olio su tavola
  • Londra; National Gallery
  • 82, 59,5 cm

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Storia

Nel 1990 un ricercatore francese della Sorbona, Jacques Paviot, scoprì nell'archivio dei duchi di Borgogna un documento matrimoniale di Giovanni Arnolfini datato 1447, con ogni probabilità riferito al secondo matrimonio: tredici anni dopo che il quadro fu dipinto e sei anni dopo la morte di Jan van Eyck. Certo che a Bruges nel secolo XV ci furono quattro Arnolfini e due di essi si chiamavano Giovanni, ma nel documento si parla inequivocabilmente del più ricco, quello che aveva rapporti con l'arciduca, quindi quello del quadro in questione. Per il momento non si hanno documenti sull'incarico intercorso tra gli Arnolfini e van Eyck (i primi documenti su pitture nella regione risalgono a non prima del XVI secolo). Ad ogni modo, sappiamo che Giovanni Arnolfini si spostò dall'Italia a Bruges, dove col commercio riunì un'immensa fortuna ed entrò nel circolo più selettivo del gran duca di Borgogna per il quale lavorava l'artista. L'opera rimase sino al 1516 nella dimora dei coniugi Arnolfini; dopo tale anno, infatti, fu sequestrata dal colto ambasciatore nella corte di Borgogna, Diego de Guevara. Quest'ultimo, a sua volta, ne fece dono all'arciduchessa Margarita, la cui collezione di quadri fiamminghi passò nel 1530 a Maria d’Ungheria, anche lei Reggente dei Paesi Bassi. Nel 1556 il dipinto venne ricollocato in Spagna, dove Maria si era nel frattempo trasferita: da quel momento in poi la tavola rimase sempre appesa nel palazzo reale di Madrid, per poi giungere in Francia trafugata da Giuseppe Bonaparte. Successivamente venne saccheggiata dai soldati inglesi e finire nelle mani di James Hay, il quale - dopo averla prestata per qualche tempo a re Giorgio IV, che pur essendo un amante dell'arte non apprezzava i Fiamminghi - la vendette alla National Gallery di Londra per la bella cifra di seicento guinee. L'opera è tuttora esposta alla National Gallery, nella sala n. 56, con il numero d'inventario NG186.

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Autore

Con l'ascesa della borghesia mercantile ci fu un aumento nel mercato dei ritratti e maestro di questo genere fu Jan Van Eyck che graduò benissimo luci ed ombre e fu il primo grande innovatore della pittura fiamminga .

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Descrzione opera

Il dipinto dei due coniugi è il vertice più alto toccato dall'autore. Nel dipinto vengono ritratti il ricchissimo mercante Giovanni e la sua giovane sposa nella camera da letto. L'uomo è calvo e con la testa sproporzionata mentre la donna, rivolta verso il marito poggia la mano sinistra sul suo ventre.La scena è ricca di particolare e testimonia la grandissima attenzione degli autori fiamminghi per la quotidianità: a destra si intravede il letto a baldicchino rosso, in alto il lampadario mentre a sinistra la finistra aperta. La vera innovazione è lo specchio convesso alle spalle. Nonostante un estremo realismo il tutto appare deformato.

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Interpretazione

La tesi proposta da Erwin Panofsky nel 1934 è che si tratti della rappresentazione del matrimonio della coppia e di un'allegoria della maternità, a cui alluderebbero i numerosi simboli sparsi nella stanza. Varie altre interpretazioni hanno, tuttavia, permesso di elaborare punti di vista differenti, che hanno messo in dubbio la tesi stessa di Panofsky. La soluzione che appare più probabile è che si tratti del giuramento tra gli sposi prima di presentarsi al sacerdote. Tale rituale avveniva tramite una promessa di matrimonio a mani congiunte, che aveva valore giuridico e richiedeva la presenza di due testimoni: per questo, più che al matrimonio in sé, il dipinto alluderebbe al momento del fidanzamento.

Cane

Lo specchio

I frutti

Tali frutti, importati dal sud, erano un lusso nel nord dell'Europa, e qui alludono forse all'origine mediterranea dei protagonisti del ritratto. Inoltre nei paesi del Nord Europa erano come «mele di Adamo» ed avevano lo stesso significato della mela nell'evocare il frutto proibito del peccato originale. I frutti esortano quindi a fuggire dai comportamenti peccaminosi.

Si usavano in funzione apotropaica per allontanare la sfortuna e gli spiriti maligni. La sua presenza, all'interno del quadro, con il particolare tema della cornice, suggerisce che l'interpretazione dell'avvenimento, deve essere cristiana e spirituale in uguale misura.Anche il vetro dello specchio allude alla verginità di Maria, e quindi, per analogia, alla purezza ed alla verginità della sposa, che doveva rimanere casta anche durante il matrimonio.

simboleggia la fedeltà e la nobiltà della coppia, poiché possedere un animale domestico era un lusso quindi simbolo di ricchezza oltre che di fedeltà verso il padrone. Virtuosistica è la meticolosità con cui sono stati dipinti i peli del manto.

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