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U.D.A. ''LA PESTE''
giuseppemaria.casa
Created on December 1, 2020
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Transcript
UDA DI MACROAREA: LA PESTE NEL 300
QUADRO STORICO DELLA PESTE
Nel 300 ci furono gravissime catastrofi su tutto il continente europeo, la maggior parte causate da uno sconvolgimento del clima, che si manifestò con l'abbassamento delle temperature, un avanzamento dei ghiacciai e con l' aumento delle piogge. Di conseguenza, i campi immersi dalle piogge, non producevano raccolti sufficenti per sfamare la popolazione. Le prime carestie si manifestarono tra il 1314 e il 1316 e causarono un notevole calo demografico. Ad aggravare questa situazione generale di indebolimento ci fu la peste, l'epidemia della metà del 300, che sterminò la popolazione in tutta l' Europa
cause della peste
conseguenze della peste
diffusione della peste
I precedenti storici
La peste nel mondo Musulmano
La peste di Atene
La peste di Giustiniano
La peste è una malattia infettiva di origine batterica causata dal bacillo Yersinia pestis. E’ una zoonosi (malattia trasmissibile dagli animali agli esseri umani) che ha origine da alcune specie di roditori e ha come unico vettore la così detta ‘’pulce dei ratti’’ (Xenopsylla cheopis) ma che può essere anche trasmessa da uomo a uomo.
Quadri clinici
I quadri clinici (manifestazioni, segni e sintomi) con cui la malattia si manifesta permettono di individuare 3 forme in base alle zone del corpo in cui si sviluppa l’infezione: la ‘’peste bubbonica’’, la peste setticemica e la peste polmonare
La peste setticcemica
La peste bubbonica
La peste polmonare
SINTOMI DELLA MALATTIA
I principali sintomi sono febbre, mal di testa, dolori articolari, nausea e vomito, sete, diarrea, ingrossamento dei tessuti dei linfonodi e una generale sensazione di malessere. Nelle forme setticemiche e polmonari può verificarsi ipotensione, sonnolenza, letargia(con totale scomparsa della sensibilità), delirio, e, nella forma polmonare, dispnea (difficoltà a respirare), tanto da conferire al malato un colorito bluastro sia della pelle che delle mucose.
La peste compare in Europa alla fine del 1347. Arriva dall‟Oriente, e più precisamente dalle regioni della Mongolia e del deserto del Gobi, dove è comparsa negli anni Venti del XIV secolo. Nel suo viaggio verso l‟Europa sembra aver seguito le vie carovaniere del Nord del Caspio, per risalire poi il Volga e discendere verso il Mar Nero, importante appendice del Mediterraneo nel sistema commerciale basso medievale. Nel 1347 raggiunge Caffa in Crimea, ricca colonia della Repubblica di Genova, e da questo grande emporio sulla via dell‟Oriente si propaga velocemente per via d‟acqua, seguendo le galee e le navi che percorrono l‟estesa rete di rotte commerciali del Mediterraneo. Nello stesso anno, infatti, colpisce l‟Oriente bizantino e musulmano, i grandi porti di Costantinopoli e Alessandria e penetra in Europa. Negli ultimi mesi del 1347, compare a Messina per diffondersi poi negli altri porti (Genova, Marsiglia, Venezia, Pisa...) in cui fanno scalo le navi. Dai porti dilaga nell‟entroterra e fino al 1351 percorre tutta l‟Europa muovendo da sud est verso nord.
Testimoni
Testimonianze
A causa della sua virulenza, della paura che essa ha suscitato nel corso dei secoli e dell'enorme numero di vittime, molti scrittori hanno inserito un'epidemia di peste nelle loro opere, oppure hanno scritto un saggio in cui si parla della malattia o in cui essa è comunque presente.
Tra le molte opere celebri nelle quali si tratta anche della peste o di un'epidemia ad essa associabile si possono certamente ricordare: il Libro dei Maccabei (la peste inviata da Dio contro i Filistei); libro dell'Iliade (la peste inviata per punizione da Apollo nel campo dei Greci);
Il De rerum natura del poeta latino Lucrezio sulla Peste di Atene, già descritta dallo storico greco Tucidide nella Guerra del Peloponneso; il brano sulla peste del Norico (libro IV, vv. 453-527) nelle Georgiche di Virgilio; il Decameron di Giovanni Boccaccio (novelle, 1349-1351 circa); il Diario dell'anno della peste di Daniel Defoe
La Storia della colonna infame (saggio storico, 1840) e I promessi sposi (romanzo storico, 1840) entrambi di Alessandro Manzoni; La peste di Albert Camus (1947); La maschera della morte rossa di Edgar Allan Poe (1842); Il barbiere di sua altezza di Luigi Gramegna, romanzo storico che descrive l'epidemia torinese del 1630, Lo stato d'assedio (1948) sempre di Albert Camus. L'opera di quest'ultimo ha una valenza allegorica: la peste rappresenta i regimi totalitari.
La pittura tardo medievale ebbe ripercussioni dalle tragedie legate alla pestilenza. La cosiddetta "danza macabra", uno dei temi iconografici più frequenti dei primi decenni del XV secolo nella quale è rappresentata una danza tra uomini e scheletri, è stata messa in relazione con la peste del Trecento.
Una delle produzioni più celebri è la Danza macabra di Lubecca, opera del pittore e intagliatore Bernt Notke, andata perduta a seguito del Bombardamento di Lubecca.[82][83] Tale tema venne utilizzato anche per le musiche di Totentanz, composte tra il 1834 e il 1859 da Franz Liszt. Il pittore tedesco del XX secolo Werner Tübke ricorse al soggetto della peste per una scena del suo monumentale dipinto dedicato alla guerra dei contadini del XVI secolo+
In provincia di Bergamo troviamo un interessantissimo affresco dedicato al tema della danza macabra. Si trova sulla facciata dell’Oratorio dei Disciplini a Clusone ed è di grande importanza nella storia dell’arte, perché vi si trovano presenti tutti e tre i temi del macabro sviluppati dall’iconografia tardomedievale, dal Duecento al Quattrocento: l’Incontro dei tre vivi e dei tre morti, il Trionfo della Morte, la Danza macabra.
Nella storia dell’arte troviamo parecchie rappresentazioni della peste nei panni della morte, un terribile scheletro che falcia cadaveri umani. Insieme alla danza macabra, un’altra tematica preferita nella storia dell’arte era il Trionfo della morte.
La peste del '300 nell'arte
L’affresco di Palazzo Abatellis a Palermo riproduce il tema del trionfo della morte molto diffuso nel Trecento a causa della peste. La morte irrompe in un lussureggiante giardino, cavalcando il suo cavallo scheletrico. Subito inizia a lanciare frecce letali che colpiscono personaggi di tutte le fasce sociali, uccidendoli
La peste non faceva discriminazioni sociali, colpiva sicuramente i poveri ma anche molti nobili. Non a caso in basso sono ritratti i cadaveri delle persone già uccise, tra cui imperatori, papi, vescovi, frati (sia francescani che domenicani), poeti, cavalieri e damigelle. Il dolore è rappresentano attraverso la smorfia di ciascuno di loro.
La peste nella religione
Nel mondo medievale pochi morivano di vecchiaia; la maggior parte moriva per malattie, per le guerre e per le carestie.Ma quando muore un numero elevato di persone si cercano delle spiegazioni che, nel Basso Medioevo, erano per lo più religiose. All'origine della peste non vi fu Dio, ma una serie di motivazioni naturali e socio-economiche.
CONSEGUENZE SOCIALI DELLA PESTE
La peste ebbe sulla società un effetto disatroso. Il terrore per la malattia era tale da portare alle rotture di legami più saldi. Si assisteva a infiniti episodi di corruzione,di chi con il denaro cerca di evitare la quarantena di uscire dalla città,mentre chi era povero si appropiava dei beni di morti e malati senza ritegno.
LA PESTE SEMINA I PRIMI MORTI
dopo numerosi viaggi, petrarca tornò a parma, dove aPprese la morte di un suo parente di ritorno dalla francia, COSì IL POETA SENTE SEMPRE PIù VICINA LA PESTE CAUSANDOGLI PAURA.
PETRARCA E LA PESTE
Petrarca diventa consapevole di questa grave pandemia quando rifiuta l'invito a pranzo di un parente fiorentino.
COME SOPRAVVIVERE ALLA PESTE?
La peste in Boccaccio
- La peste del 300 venne raccontata anche in letteratura, ricordiamo infatti che la peste funge da cornice nell'opera più importante di Giovanni Boccaccio: il Decameron. Il Decameron racconta la storia di 10 giovani fiorentini che scappano dalla città infestata dalla peste per rifugiarsi in una villa in campagna e allietano legiornate raccontandosi delle novelle.
cornice del Decameron
Boccaccio parla della peste nell'introduzione della prima giornata, ne delinea il cupo e tragico panorama della città di Firenze e inizia a raccontare i primi segni della pestilenza. Davanti tutto questo degrado della vita stessa, Boccaccio fa cominciare la sua opera con il suo progetto di ricostruire una nuova società.
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