Want to create interactive content? It’s easy in Genially!
Margherita Hack
larapacelli1
Created on August 30, 2020
Start designing with a free template
Discover more than 1500 professional designs like these:
View
Memories Presentation
View
Pechakucha Presentation
View
Decades Presentation
View
Color and Shapes Presentation
View
Historical Presentation
View
To the Moon Presentation
View
Projection Presentation
Transcript
Margherita Hack
Data di nascita: 12 giugno 1922Data di morte: 29 giugno 2013 Astrofisica e divulgatrice scientifica
“Siamo figli delle stelle”
START
Indice
3. Margherita Hack e la religione
2. Studi e scoperte scientifiche
1. Biografia
5. Margherita Hack e gli animali
4. Margherita Hack e l'impegno politico e civile
6. L''ha detto lei..
7. Fonti
8. Grazie
1.
Biografia
leggi
Margherita Hack nacque nel 1922 a Firenze, vicino a Capo di Marte, proprio quando Mussolini e il fascismo presero il potere in Italia iniziando così vent’anni di dittatura. Era figlia unica, una bambina chiusa e introversa, ma anche competitiva. I genitori amavano la natura e gli animali e le diedero un’educazione molto anticonvenzionale, insegnandole l’amore per la libertà e la giustizia e la tolleranza verso qualunque diversità. Erano infatti di due religioni differenti (una cattolica e uno protestante), ma si convertirono entrambi alla teosofia, una filosofia indiana che predica il rispetto per tutti gli esseri viventi, senza però imporre alla loro figlia l’adesione a questa religione. La madre era una maestra che aveva smesso di lavorare, mentre il padre era un contabile che si interessava di astronomia. Non avendo aderito al Partito Fascista, venne licenziato e la famiglia fu costretta a trasferirsi in periferia, in una casa senza riscaldamento. Riuscivano a mantenersi con il denaro che guadagnava la madre, diplomata all’Accademia di Belle Arti, copiando i quadri della Galleria degli Uffizi. Una delle passioni di Margherita, insieme alla bicicletta, era l’atletica, sport nel quale divenne molto brava, vincendo diverse gare. Al termine di una di queste, avendo vinto una medaglia, dovette pronunciare il giuramento fascista, fatto di cui si vergognò sempre. La sua professoressa di scienze fu cacciata dalla scuola perchè ebrea; infatti, tutti coloro che erano ebrei, in seguito alle leggi razziali, venivano privati dei diritti civili e delle attività commerciali. Di conseguenza, la Hack dichiarò, a scuola, di essere contraria al regime fascista e fu sospesa con sette in condotta e rimandata di tutte le materie rischiando di non riuscire a diplomarsi. Per fortuna, quando l’Italia entrò in guerra il 10 giugno 1940, l’esame di maturità venne soppresso e Margherita venne promossa con la media dell’anno. In segno di protesta verso l’alleanza dell’Italia con la Germania, Margherita tolse la bandiera dell’Italia dalla bicicletta. Terminato il liceo classico, la Hack si iscrisse a lettere; ma dopo la prima lezione capì che non era la facoltà giusta per lei e si iscrisse a fisica, senza una apparente vocazione particolare per la scienza.
Cominciò l’università quando erano da poco state fatte delle scoperte importantissime in campo astronomico, come per esempio che la Via Lattea era solo una delle centinaia di migliaia di altre galassie o la scoperta delle supernove. Erano tutte scoperte realizzate senza la tecnologia di oggi: non vi erano satelliti nello spazio e i calcoli si facevano con la calcolarice. La Hack preparò la sua tesi di astronomia, riguardante le stelle Cefeidi e in particolare la stella FF Aquilae, all’Osservatorio Astronomico di Arcetri con il prof. Fracastoro. Si laureò (entro i quattro anni di università) nel febbraio del 1945, pochi mesi dopo la ritirata dei tedeschi da Trieste. L’anno prima di laurearsi si sposò con il letterato Aldo De Rosa in chiesa (per far piacere al marito) con una cerimonia sempice in tutto e per tutto. Infatti, anche quando diventò benestante, la Hack non fu mai attratta dal lusso: per lei, le cose importanti erano i libri e gli animali. Come primo lavoro, diede ripetizioni e insegnò matematica e geometria all’Istituto di Ottica. Successivamente andò a Milano, alla Ducati, per scrivere le istruzioni per una nuova macchina fotografica. Intanto studiava per il concorso per aiuto astronomo. Tornò poi a Firenze, dove divenne assistente di Astronomia, con incarico temporaneo e continuò a lavorare all’Istituto di Ottica. Iniziò a intraprendere ricerche su una stella anomala, la Zeta Tauri e nel 1949 vinse il concorso per assistente alla cattedra di astronomia, avendo così la certezza di poter continuare a fare ricerca. Ottenne una borsa di ricerca per l’Institut d’Astrophysique di Parigi, dove andò a vivere con il marito Aldo e fece degli studi che vennero pubblicati sugli Annales d’Astrophysique. Nel 1954 ottenne il trasferimento a Merate, succursale dell’Osservatorio di Brera, dove, però, i suoi studi vennero pubblicati solo su Atti della società scientifica lombarda, non conosciuti all’estero. La Hack fu perciò contenta di dirigersi con la sua giardinetta a Utrecht con una borsa di ricerca.
Nell’agosto del 1955, partecipò per la prima volta al congresso dell’Unione Astronomica Internazionale a Dublino. Lì conobbe Otto Strue, il presidente dell’Unione, esperto nello studio di stelle con caratteristiche spettrali peculiari, ossia il campo di ricerca della scienziata. Ottenne quindi di lavorare a Berkley al Dipartimento di Astronomia dell’Unione diretto da Strue. Per raggiungere la città, dovette affrontare un viaggio in nave (sempre insieme ad Aldo) verso New York e un altro, attraverso gli Stati Uniti, in treno. In seguito ricordò questo viaggio come l’unica vacanza della sua vita. Raggiunta la meta, i suoi studi consentirono di scoprire le stelle doppie e Ypsilau Sagittarii. Al rientro in Italia, il 4 ottobre 1957, si seppe che i sovietici avevano lanciato in orbita il primo satellite, lo Sputnik, e poco dopo venne lanciato lo Sputnik 2 con a bordo la cagnetta Laika. Due anni dopo partecipò al Congresso dell’Unione Astronomica Internazionale in Russia (Varsavia). Alla fine del 1959, Margherita Hack ebbe dei problemi seri di anemia, percui venne operata e le vennero fatte trasfusioni. Durante la convalescenza studiò la stella binaria Epsilon Aurie. Nel 1960 la madre di Margherita morì, poco dopo il rientro della figlia dall’Olanda. Nel 1963 vinse il concorso per la cattedra di astronomia all’Università di Trieste e divenne la prima donna italiana direttore di un Osservatorio Astronomico. Modernizzò l’Osservatorio introducendo l’osservazione delle stelle variabili e binarie, la radioastronomia e la spettroscopia stellare in meno di un anno. Ma, in quanto Direttore, dovette occuparsi anche degli aspetti amministrativi e burocratici ed ebbe meno tempo per la ricerca. Realizzò inoltre un nuovo osservatorio, vicino a Trieste, a Basovizza, un paesino vicino al confine con la Slovenia, che attirò scienziati da tutto il mondo. Dal 1964 al 1984, trasformò l’Osservatorio di Trieste in un centro di ricerca moderno. Nel 1995, l’Unione Astronomica Internazionale diede il suo nome a un asteroide che porta infatti il nome “8558 Hack” e nello stesso anno ricevette il Premio Internazionale Cortina Ulisse per la divulgazione scientifica.
La Hack iniziò poi a dedicarsi anche a impegni politici, civili e di divulgazione scientifica. Andò in pensione nel 1997, ma continuò ad apparire in televisione per dibattiti e interviste, a fare conferenze anche nelle scuole, a fare un po’ di ricerca e a scrivere libri di divulgazione scientifica. Fu membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei e membro dei gruppi di lavoro dell’ ESA e della NASA. Nel 2011 le fu conferita la Civica benemerenza del Comune di Trieste per il suo lavoro all’Osservatorio e per il suo impegno civile e politico e nel 2012 fu nominata Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana per l’impegno nella ricerca scientifica e nel servizio alla società, che la rende esempio per le giovani generazioni. Margherita Hack morì nel 2013 nell’ospedale Cattinara a Trieste, dove era ricoverata per problemi caridaci di cui soffriva (insieme a problemi motori) da circa due anni. Riposa, insieme al marito Aldo, morto a causa dell’Alzheimer quasi un anno dopo Margherita, nel cimitero Sant’Anna di Trieste.
Play
Play
Play
indice
2.
Studi e scoperte scientifiche
leggi
I temi di indagine scientifica su cui si focalizzò la Hack furono principalmente i seguenti. Le Cefeidi, chiamate così dal nome della prima stella di questo tipo a essere identificata, Delta Cephei, furono il primo argomento di ricerca della Hack ed oggetto della sua tesi di laurea. Si tratta di stelle variabili, cioè che variano continuamente la loro luminosità nell’arco di un periodo di tempo molto breve, appena cinquanta giorni. Si conoscevano fin dall’antichità, ma fu una donna, Henrietta Leavitt, a scoprire agli inizi del XX secolo che attraverso lo studio della variazione di luminosità era possibile usare queste stelle come parametri di misurazione della loro distanza dalla Terra. Grazie a quelle osservazioni oggi le stelle di questo tipo sono considerate punti di riferimento fondamentali per misurare la distanza delle galassie alle quali appartengono e le distanze trovate con questo metodo sono considerate tra le più accurate attualmente possibili. In uno dei suoi libri di divulgazione, la Hack parlò delle Cefeidi dicendo:“sono caratterizzate dall’estrema regolarità delle loro variazioni luminose”, e “la loro grande importanza consiste nel fatto che c’è una stretta relazione fra il periodo di variabilità e il loro splendore intrinseco”. Margherita Hack ha il merito di aver esplorato l’universo attraverso i raggi ultravioletti a partire da una stella nota come Epsilon Aurigae. È lontana 6500 anni luce e ben duecentomila volte più luminosa del Sole. Si tratta di una variabile ad eclisse con un periodo orbitale di 27 anni (9883 giorni). Secondo un modello proposto dalla Hack, la stella eclissante aveva una struttura a gusci concentrici ed era circondata da anelli di gas ionizzato: si spiegava così il graduale impallidire della compagna eclissata. Le dimensioni della stella eclissante sono enormi: il diametro è 2800 volte quello del Sole e il colore è rosso cupo. Si è così concluso che probabilmente Epsilon Aurigae è un sistema formato da tre stelle, una coppia di stelle calde e molto vicine fra loro circondate da una nebulosa protoplanetaria, e una stella gigante circondata da un’atmosfera rarefatta. La stessa Hack disse: «È vero, ho un debito di riconoscenza con l’IUE. Nel 1957 avevo studiato la stella Epsilon Aurigae, dal cui spettro di luce avevo dedotto l’esistenza d’una stella compagna, molto più debole e più calda, che avrebbe eccitato la luce emessa dalla stella visibile emettendo nell’ultravioletto.
Dalla stazione di Villafranca del Castillo, presso Madrid, puntammo allora il satellite verso Epsilon Aurigae e rimasi in attesa. Dopo qualche istante, sullo schermo cominciò ad apparire una strisciolina bianca nell’ultravioletto: era lo spettro della compagna invisibile. A ventuno anni dalla mia ipotesi, era la conferma che avevo ragione. È stata la soddisfazione più bella della mia carriera scientifica». Diventata assistente di astronomia all'Osservatorio di Arcetri, la Hack iniziò a interessarsi di una stella molto calda, chiamata Zeta Tauri, che si comportava in modo anomalo: il suo spettro mostrava, irregolarmente e con delle improvvise variazioni, delle righe brillanti, le cosidette "righe di emissione". La studiò insieme ad altre stelle con anomalie simili e , in breve tempo, riuscì ad ottenere un quadro completo delle loro caratteristiche e la spiegazione delle loro stranezze. All'Osservatorio di Berkeley, invece, scoprì una stella doppia e osservò la stella Ypsilon Sagittarii, una stella che non contiene idrogeno (l'elemento più comune dell'Universo) perchè, come scoprì la stessa Hack anni dopo, era molto vecchia e aveva già passato le fasi di trasformazione dell'idrogeno in elio, e dell'elio in carbonio e ossigeno. Scoprì inoltre la W Serpentis, un'altra stella doppia, che costituì un'assoluta novità nella ricerca astronomica; la stella maggiore succhia il gas dalla compagna più piccola, provocando enormi maree e getti di gas dall'una all'altra, formando così un disco di accrescimento. La Hack si è occupata dello studio delle stelle a emissione b, ovvero le stelle in rapida rotazione che emettono grandi quantità di materiale e talvolta formano anelli o inviluppi stellari. Quelle di tipo Be sono caratterizzate da uno spettro continuo di righe scure e da una significativa emissione di idrogeno (da qui il suffisso “e” dopo la lettera B, che indica la loro classe spettrale) e da un eccesso di radiazione infrarossa. Oggi sappiamo che queste due peculiarità dipendono dai dischi di materia che circondano queste stelle e ne assorbono la radiazione ultravioletta.
La Hack si è anche occupata dello studio delle Quasar e delle Pulsar. Le Quasar, scoperte nel 1963, sono delle radiostelle: oggetti celesti che sembravano stelle ma che emettevano una quantità enorme di onde radio, come un’intera galassia. Dallo spettro di luce si vide che presentavano un fortissimo spostamento verso il rosso. Si trattava dei nuclei centrali di galassie lontanissime. Vennero appunto chiamate Quasar, contrazione di quasi stellar radio source: sorgente radio quasi stellare». Le Pulsar sono invece delle stelle che presentano rapidissime pulsazioni luminose; solo all’inizio degli anni Settanta si capì che erano stelle di neutroni, cioè ciò che restava dell’esplosione delle supernove. Studiò poi la radiazione fossile a 2,7 gradi assoluti, cioè il residuo della fase di altissima temperatura dell’Universo primordiale. Nel 1992 il satellite americano Cobe identificò nella radiazione fossile delle impercettibili disomogeneità: sono i ‘semi’ della formazione di galassie e ammassi di galassie, successivamente studiati da altri strumenti. Gli interessi scientifici della Hack riguardarono anche i buchi neri, che ingurgitano materia e non lasciano filtrare la luce, i Grb (gamma ray burst), le poderose emissioni di raggi gamma provenienti da supernove in esplosione, individuate grazie al satellite italo-olandese BeppoSax, e infine i pianeti extrasolari, i sistemi planetari scoperti intorno ad altre stelle a partire dal 1995. Come divulgatrice scientifica, Margherita Hack si pose due obiettivi: -convincere i giovani a dedicarsi alla ricerca scientifica, facendoli innamorare delle stelle e dei misteri dell’universo: la scienziata fiorentina ha scritto numerosi libri, ha partecipato a manifestazioni e trasmissioni televisive col preciso scopo di diffondere le sue conoscenze. La sua capacità di divulgatrice l’ha resa portavoce di una scienza complessa come l’astrofisica da lei spiegata con parole semplici. Il suo ruolo di scienziata non le ha mai impedito di vivere appieno la sua vita di donna e rendere comprensibili ai suoi lettori e ai suoi telespettatori le nozioni scientifiche più difficili.
-Combattere le visioni fideistiche e irrazionali della natura, dalle superstizioni sugli oroscopi alle letture teologiche della creazione.
Play
Play
Play
indice
3.
Margherita Hack e la religione
leggi
Margherita Hack si è sempre dichiarata atea e laica. Atea perchè non credeva in Dio: riteneva che l’Universo fosse stato creato non da un Essere Supremo, ma dalla composizione sempre più complessa di particelle elementari. Riconosceva che fosse strano pensare a questa capacità “divina” della materia, ma pensava anche che ricorrere a Dio, per cercare spiegazione su tutto ciò che la scienza non è in grado di spiegare, fosse una soluzione troppo facile e comoda, che non la convinceva. Scrisse che chi non accetta la fede ritiene che il credere in Dio sia un modo infantile di spiegare tutto ciò a cui la scienza non è in grado di dare risposte e che, a riprova dell’infantilismo del credente, vi è il fatto che il “divino” nella vita degli uomini si è attenuato man mano che la conoscenza e la comprensione dei fenomeni aumentava. Nonostante questo, riteneva che religione e scienza potessero convivere, anche perchè nessuna delle due sarebbe mai riuscita a spiegare con certezza tutto ciò che non riusciamo a capire e anche se la religione, in qualche modo, nei secoli, aveva cercato di limitare il progresso della scienza, non ci sarebbe stato mai limite alla conoscenza e non si sarebbe mai potuto limitare la curiosità della mente. Si dichiarava invece laica, perchè non voleva imporre le sue credenze a nessuno, poichè ognuno ha diritto di avere le proprie idee, che devono essere rispettate ma mai imposte. Riguardo all’etica, sosteneva che gli scienziati (che fossero atei, agnostici o credenti) sono esseri umani come tutti gli altri, certamente non inferiori moralmente agli uomini di fede, e che molti credenti ubbidiscono ai principi etici delle loro religioni per assicurarsi un posto in Paradiso, mentre l’ateo, che ispira la propria condotta agli insegnamenti di Gesù Cristo, uomo e non Dio, come personaggio storico (“Ama il prossimo tuo come te stesso” e “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”), lo fa semplicemente per un suo intimo convincimento, non per una ricompensa in un Aldilà in cui non crede.
L’etica di Margherita Hack si basava sui principi di libertà, giustizia e rispetto di tutti gli esseri viventi, per i quali si è sempre battuta. Per lei, la libertà veniva prima di tutto, ma quella di ognuno terminava dove cominciava quella altrui. Per giustizia, invece, intendeva il rispetto delle leggi che permettono la convivenza civile.
Play
Play
indice
4.
Margherita Hack e l'impegnopolitico e civile
leggi
La grande scienziata non è nota solo per il suo impegno scientifico, ma anche per quello politico e civile. Da giovane era stata fascista, ma solo fino al 1938, quando sono entrate in vigore le leggi razziali e ha capito che sbagliava. Si riconosceva nel socialismo: dare uguali possibilità a tutti, con particolare riguardo a chi è più in difficoltà. Ha sempre votato a sinistra. Ha anche partecipato alla vita politica: nel 2005 si è candidata alle elezioni regionali in Lombardia per il Partito dei Comunisti Italiani e ha ottenuto 5.634 voti a Milano, ma ha ceduto il posto a Bebo Storti. Si è candidata nuovamente nel 2006 nello stesso partito per le elezioni della Camera, ma, una volta eletta, ha rinunciato al seggio per continuare a dedicarsi all’astronomia. Nel novembre 2009 in una lettera sulla rivista “MicroMega” ha criticato il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per i processi giudiziari in cui era coinvolto. Nel 2010, durante le elezioni regionali, si è presentata tra le file della Federazione della Sinistra ed è stata eletta in Lazio nella circoscrizione di Roma, ma, nuovamente, si è dimessa per lasciare il seggio agli altri candidati. Nel 2011 ha preso la tessera del partito politico Democrazia Atea, con cui si è candidata al primo posto in lista alla Camera nella circoscrizione Veneto 2. Nell’aprile 2013 è entrata nel comitato “Emma Bononino presidente” per promuovere la candidatura di Emma Bononino a Presidente della Repubblica.
Margherita Hack è stata una grande sostenitrice dei diritti civili; ha sostenuto i diritti degli omosessuali: “Hanno gli stessi diritti di tutti: essere omosessuali è solo una variante della specie umana” e nel 2010 è stata premiata per la sua attività a favore del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. La Hack riteneva inoltre che l’eutanasia fosse un diritto e riteneva necessaria una legge che disciplinasse il suicidio assistito.
Era favorevole alla ricerca sul nucleare in quanto energia molto meno inquinante rispetto a quella ricavabile dal petrolio, ma si è espressa contro la costruzione di centrali nucleari in Italia affermando che, nel nostro Paese, sono difficili da gestire.
Play
Play
Play
Play
indice
5.
Margherita Hack e gli animali
leggi
Margherita Hack fu vegetariana fin dalla nascita, per decisione dei genitori. Riteneva che si potesse benissimo vivere senza mangiare la carne e il pesce, evitando le atrocità degli allevamenti intensivi e dei macelli. Portava se stessa ad esempio dicendo che era riuscita a vincere campionati di atletica e ha fare la Trieste-Grado in bicicletta a ottant'anni senza aver mai mangiato carne. Difese quindi i diritti degli animali, essendo contraria agli esperimenti su di essi, che considerava una barbarie contro natura. Nella sua vita Margherita Hack fu sempre circondata da molti cani e gatti. Durante il liceo e l'università le tenne compagnia durante lo studio un gattino soriano e, da allora, anche insieme al marito Aldo, adottò molti cani e gatti senza padrone.
Play
indice
6.
L'ha detto lei...
leggi
Chi sono? Sono un’introversa di natura che la vita ha trasformato in una persona estroversa, sempre a contatto con la gente. Svolgo una professione che non prevederebbe il contatto con il pubblico, ma che, di fatto, mi ha portato al centro di attenzioni e affetto insperati...Trovo persone che mi ammirano quasi con devozione come se fossi Padre Pio. Non capisco il perchè, ma ne sono lusingata e sono grata di tanto interesse.
Io ho avuto una famiglia estremamente liberale, che non mi ha mai condizionato. Mi ha sempre lasciata libera di fare le scelte che preferivo
Ho fatto un lavoro degno, niente di straordinario, ho risolto certi problemi, piccoli problemi, nulla a che fare con la grande cosmologia, le grandi risposte
La scienza è un lavoro divertente...bisogna avere molta costanza e un certo intuito, quella che si chiama immaginazione scientifica
La scienza pura ha lo scopo di conoscere, non dovrebbe avere limiti. La scienza applicata invece ha dei limiti, perchè dovrebbe essere utilizzata per migliorare le condizioni dell’umanità, non per peggiorarle, nel rispetto di tutti gli esseri viventi...Purtroppo non è sempre così. La scienza ha portato anche alle tragedie delle bombe atomiche
Ci sono tante persone che pensano che l’uomo non sia mai andato sulla Luna, che sia stata una montatura. Da scienziata mi sento di rassicurarli: l’allunaggio è avvenuto davvero. Gli astronauti hanno lasciato sul suolo lunare uno specchio per riflettere un raggio laser che è servito per misurare la distanza dalla Luna. E’ una prova. Hanno portato anche molti sassi dalla Luna, che hanno una componente isotopica diversa da quella terrestre. Non ci si può sbagliare
-M.H : “ C’è un asteroide che è stato chiamato Apophis, che è il nome di un dio egiziano, che vuol dire “il Distruttore” e che dovrebbe cadere sulla Terra nel 2036” -Federico Taddia : “E tu quindi hai paura del 2036?” -M.H : “Ah, io non ci sarò più, vi arrangiate voi!”
Abbiamo ventiquattromila libri tutti in casa. So il numero perchè abbiamo deciso di lasciarli alla biblioteca comunale
Credo che Gesù sia stato una grande figura, forse la più grande apparsa nella storia dell’umanità, ma sia stato un uomo, non un Dio, un uomo avanti nei secoli ai suoi tempi
Credo nella solidarietà tra gli esseri viventi e tra gli esseri viventi considero non solo gli uomini, ma anche gli animali. Credo nella capacità del nostro cervello di capire il mondo che ci circonda, le leggi che lo regolano
Io credo che i miracoli nascano da fenomeni naturali rari o siano eventi frutto dell’immaginazione...Non prendo mai in considerazione ciò che non ha una spiegazione razionale, dimostrabile, scientifica
L’ignoranza porta alla superstizione...L’ignoranza è la causa anche di tutti quegli atteggiamenti verso i cosiddetti “diversi”: gli omosessuali, gli extracomunitari
C’è poi un’altra forma di superstizione, quella degli ufo e degli extraterrestri...La scienza pone dei limiti certi: è impossibile credere che un’astronave viaggi da una stella fino a noi, anche alla velocità della luce ci vorrebbero centinaia di migliaia di anni. E, comunque, pure viaggiare alla velocità della luce o a velocità superiori non è possibile, non sopravviverebbe nessuno! Gli avvistamenti sono abbagli, fenomeni fisici rari
Finchè son viva non c’è la morte, quando c’è la morte non ci so’ più io, quindi non ha senso aver paura
- Federico Taddia. : “E’ vero che leggi l’oroscopo tutte le mattine?” -M.H. : “Uh, non faccio nulla senza l’oroscopo! (ride) L’oroscopo è proprio una gran turlupinatura, perchè l’astrologia è una superstizione nè più nè meno come aver paura del gatto nero che ti traversa la strada e le tante tante superstizioni che ci sono”
- Francesco Taddia: “Tu ami di più le stelle o i gatti?” -M.H. : “Beh, i gatti naturalmente, i gatti sono tanto simili a me, abbiamo gli stessi sentimenti di affetto, di gelosia, le stelle sono dei palloni di gas, che stanno lassù, sono degli oggetti da studiare, però i gati sono un’altra cosa, i gatti sono come me”
Il mio guardaroba è molto semplice. Sono tutte magliette che mi regalano da un congresso all’altro. Mi vesto come capita...pochi euro bastano e avanzano per vestirmi
- Federico Taddia : “Margherita, ti senti una testa tosta?” - M.H. : “Oh, mah, dicono che son testona!”
In comune con le stelle? Parecchio, perchè tutta la materia di cui siamo fatti noi l’hanno costruita le stelle, cioè tutti gli elementi dall’idrogeno all’uranio sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove, cioè queste stelle molto più grosse del Sole che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultato di tutte le reazioni nucleari avvenute nel loro interno. Per cui, come dice la canzone, noi siamo veramente figli delle stelle
indice
7.
Fonti
leggi
Bibliografia: - S. Cerrato – M.Hack, “L’Universo di Margherita”, ed. Scienza - M.Hack – P. Di Piazza, “IO CREDO”, ed. Nuovadimensione - M.Hack, “Il mio infinito”, ed. Dalai - S.Rossi, “Margherita Hack esploratrice delle stelle”, ed. EL Siti: - Scienze.fanpage.it - Donnenellascienza.it - Studenti.it/margherita-hack-vita-libri-scoperte YouTube: - Le voci della scienza- Margherita Hack 18 aprile 2008 (Museo Nazionale della Scienza) - Intervista a Margherita Hack, astrofisica (Cortocircuito Associazione) - Margherita Hack, la signora dell’astrofisica italiana (Euronews) - Big Bang! In Viaggio nello Spazio con Margherita Hack (Big Bang) - Perchè le stelle non ci cadono in testa? (Editoriale Scienza)
indice
Grazie per l'attenzione
indice