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Ti regalerò una rosa

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Created on March 28, 2020

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Transcript

Simone Cristicchi

Ti regalerò una rosa

Questa canzone affronta il tema della malattia mentale vista come diversità e motivo di emarginazione

Alda Merini - Dedicata a Simone Non piangere mai su chi ha abbandonato la sua vita nei manicomi L’hanno fatto spontaneamente per non essere molestati E’ gente che ha un’anima sola e se perde quella muore Voi uomini avete più anime e molte maschere sul vostro viso Giocate in enormi teatri e in enormi teatri del non senso Ma noi eravamo felici di andare verso la morte tragica soluzione di una vita che non volevamo

Ti regalerò una rosa

1. La Canzone

2. Le origini del brano

3. La Legge Basaglia

4. Il testo

5. "Punti di domanda senza frase"

6. La forma della canzone

6. Alda Merini

"Ti regalerò una rosa" ha portato all'attenzione del grande pubblico il cantautore Simone Cristicchi il quale vinse con questo brano il Festival di Sanremo 2007.

La canzone

Le origini del Brano

Si tratta di un pezzo intimo, coinvolgente, a tratti commovente, frutto di una ricerca personale del suo autore nel mondo dei manicomi italiani, aboliti con la Legge Basaglia approvata il 13 maggio 1978.

Il film documentario di Simone Cristicchi sui manicomi prima della loro abolizione: "Dall'altra parte del cancello"

Franco BasagliaPsichiatra

"La follia è una condizione umana: in noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia"Franco Basaglia

1924 - 1980

La canzone nasce dalla lettera di un uomo internato sin da bambino in un manicomio ("credeva di parlare col demonio"), dove la malattia mentale era vissuta come qualcosa da isolare, demonizzare, negare anzichè curare, assistere e sostenere.L'internamento nei manicomi era spesso la conseguenza di una segnalazione di un parente o del medico curante anche quando non esistevano elementi scientifici certi. Da quel momento in poi, per quelle povere persone, iniziava, spesso, l'inferno.

"Il manicomio di Girifalco in Calabria': anni '40 del '900. Ha ispirato la canzone.

La canzone si fa carico di raccontare la storia di Antonio e Margherita, entrambi in manicomio, una storia, quella dei malati di mente, forse mai raccontata fino in fondo. Il ritratto che ne deriva è, a volte, impietoso e le parole della canzone lo testimoniano fino in fondo: i matti sono "Punti di domanda senza frase, migliaia di astronavi che non tornano alla base". E ancora "...i matti sono apostoli di un dio che non li vuole..."

Manicomio di Girifalco in Calabria

L'ultimo momento della canzone, ancora più coinvolgente nella sua drammaticità, vede il protagonista, Antonio, rivolgersi alla sua amata Margherita con un ultimo, disperato saluto: "E ti stupisci che io provi ancora un'emozione? Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare". E' l'ultimo atto di una storia d'amore nata nel buio della disperazione.

"Ti regalerò una rosa Una rosa rossa per dipingere ogni cosa Una rosa per ogni tua lacrima da consolare E una rosa per poterti amare Ti regalerò una rosa Una rosa bianca come fossi la mia sposa Una rosa bianca che ti serva per dimenticare Ogni piccolo dolore"

La canzone utilizza una forma musicale "Strofa - Ritornello". Il ritornello, che la caratterizza recita così:

"Mi chiamo Antonio e sono mattoSono nato nel '54 e vivo qui da quando ero bambino Credevo di parlare col demonio Così mi hanno chiuso quarant'anni dentro a un manicomio Ti scrivo questa lettera perché non so parlare Perdona la calligrafia da prima elementare E mi stupisco se provo ancora un'emozione Ma la colpa è della mano che non smette di tremare

Le strofe non utilizzano il canto, ma una sorta di declamazione molto espressiva.

Prima strofa

"Io sono come un pianoforte con un tasto rottoL'accordo dissonante di un'orchestra di ubriachi E giorno e notte si assomigliano Nella poca luce che trafigge i vetri opachi Me la faccio ancora sotto perché ho paura Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura Puzza di piscio e segatura Questa è malattia mentale e non esiste cura

Seconda strofa

"Ti regalerò una rosa Una rosa rossa per dipingere ogni cosa Una rosa per ogni tua lacrima da consolare E una rosa per poterti amare Ti regalerò una rosa Una rosa bianca come fossi la mia sposa Una rosa bianca che ti serva per dimenticare Ogni piccolo dolore"

Ritornello

"I matti sono punti di domanda senza fraseMigliaia di astronavi che non tornano alla base Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole Mi fabbrico la neve col polistirolo La mia patologia è che son rimasto solo Ora prendete un telescopio, misurate le distanze E guardate tra me e voi, chi è più pericoloso?"

Terza strofa

"Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascostoRitagliando un angolo che fosse solo il nostro Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi Dei miei ricordi sarai l'ultimo a sfumare Eri come un angelo legato ad un termosifone Nonostante tutto io ti aspetto ancora E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora"

Quarta strofa

"Ti regalerò una rosa Una rosa rossa per dipingere ogni cosa Una rosa per ogni tua lacrima da consolare E una rosa per poterti amare Ti regalerò una rosa Una rosa bianca come fossi la mia sposa Una rosa bianca che ti serva per dimenticare Ogni piccolo dolore"

Ritornello

"Mi chiamo Antonio e sto sul tettoCara Margherita son vent'anni che ti aspetto I matti siamo noi quando nessuno ci capisce Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce Ti lascio questa lettera, adesso devo andare Perdona la calligrafia da prima elementare E ti stupisci che io provi ancora un'emozione? Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare"

Strofa conclusiva

Per concludere questo breve percorso nella diversità, leggiamo uno scritto di Alda Merini, grande poetessa, scomparsa il 1^ novembre 2009, che ha vissuto il dramma del manicomio.

Il mio passatoSpesso ripeto sottovoce che si deve vivere di ricordi solo quando mi sono rimasti pochi giorni. Quello che è passato è come se non ci fosse mai stato. Il passato è un laccio che stringe la gola alla mia mente e toglie energie per affrontare il mio presente. Il passato è solo fumo di chi non ha vissuto. Quello che ho già visto non conta più niente. Il passato ed il futuro non sono realtà ma solo effimere illusioni. Devo liberarmi del tempo e vivere il presente giacchè non esiste altro tempo che questo meraviglioso istante.

Foto di Giuliano Grittini

Simone Cristicchi

"Ti regalerò una rosa"

https://www.youtube.com/watch?v=x8RiA5ZRKMs