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L'ulissismo

renata.ortolani03

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Transcript

Ulissismo

Gli autori

Omero​​​

L'ulissismo indica tutte le opere cgo INDICA:TUTTE LE OPERE CHE SI SONO ISPIRATE ALLA FIGURA AI VALORI E E AI MOTIVI DI ODISSEO,L'ESALTAZIONE DELLA BRAMA DI CONSCENZA DEL DESIDERIO DELL'UMO DI SUPERARE I PROPI LIMITI.

Dante Alighieri

Ugo Foscolo

Giovanni Pascoli

Gabriele D'Annunzio

James Joyce

Primo Levi

​Lucio Dalla

Ulisse

Realizzato dalla 2^B

​Ulisse è un personaggio conosciuto per la sua intelligenza, per la sua astuzia e per la sua sete di conoscenza. Queste sue tre fondamentali caratteristiche lo portano a compiere l’ interminabile viaggio prima del suo ritorno in patria. Ulisse però ha anche alcuni difetti come l’ orgoglio, infatti appena fugge dal Ciclope Polifemo gli rivela di essere Ulisse. Quest’ azione gli farà meritare l’ odio di Poseidone, padre di Polifemo, che lo tormenterà per tutto il viaggio. Nell’ Odissea Ulisse si finge pazzo per non recarsi in guerra e restare con la sua famiglia, ma Palamede, re dell’ isola di Eublea, pose davanti all’ aratro di Ulisse suo figlio Telemaco, Ulisse fu costretto a bloccare l’ aratro per non travolgere e uccidere il figlio e così mostrò di essere sano e di poter combattere in guerra. Ulisse compare anche nell’ Illiade come un personaggio importante, infatti con la sua intelligenza pianifica il Cavallo di Troia grazie al quale dopo 10 anni la guerra termina. Insomma Ulisse non è un eroe per la sua forza fisica, ma per la sua grande forza d’ animo e la sua intelligenza, infatti con la sola arma dell’astuzia, non sarà mai un uomo vinto.​

Omero è il nome con cui è storicamente identificato il poeta greco autore dell'Iliade e dell'Odissea:i due massimi poemi epici della letteratura greca.

Dante scrive di Ulisse nella sua opera, la Divina Commedia, nell’Inferno del ventiseiesimo canto, la mattina del 9 aprile 1300 (Sabato Santo), o secondo altri commentatori del 26 marzo 1300. Ulisse è punito nell’ottavo cerchio dell’ottava bolgia, quella dei consiglieri di frode, perché la sua voglia di viaggiare è così tanta da mettere in secondo piano il ritorno in patria, il sentimento paterno verso il figlio Telemaco, l’affetto per il padre Laerte e l’amore che avrebbe dovuto far felice sua moglie Penelope. Nell’opera di Dante, Ulisse si differenzia dagli altri peccatori consiglieri di frode per aver avuto il coraggio di sfidare l’ignoto e per aver incitato i compagni a proseguire il lungo viaggio dicendo loro che tutti sono stati creati per un unico scopo, che è quello di praticare virtù e conoscenze. Ulisse, inoltre, dimostra la sua saggezza e la sua furbizia, che, però, a volte sfocia nell’inganno. Per questo l’Ulisse dantesco viene definito come una persona sì astuta, ma di cui non ci si può fidare perché falsa e ingannatrice e allo stesso tempo come un viaggiatore che cerca soltanto il nuovo e l’ignoto. Alla fine del canto, Dante si dimostra insistente e sempre intento a voler sapere di più su Ulisse, comprendendolo e ammirandolo, anche se con la paura di fare la sua stessa fine data la sua voglia di raggiungere Dio in Paradiso. ​

Dante Alighieri, è stato un poeta, scrittore e politico italiano. È considerato il padre della lingua italiana; la sua fama è dovuta eminentemente alla paternità della Comedìa, divenuta celebre come Divina Commedia e universalmente considerata la più grande opera scritta in italiano e uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale.Importante linguista, teorico politico e filosofo, Dante spaziò all'interno dello scibile umano, segnando profondamente la letteratura italiana dei secoli successivi e la stessa cultura occidentale.

Nel XIX secolo Ulisse torna alla ribalta della letteratura, nel sonetto A Zacinto e nei Sepolcri di Ugo Foscolo. Nella prima opera cioè “A Zacinto” Foscolo ci parla di Ulisse come “bello di fama e di sventura” presentandolo come un moderno eroe. Come Odisseo, infatti, Foscolo nasce in Grecia sulle sponde ioniche e patisce la sventura dell’esilio con la differenza che l’eroe omerico tornerà a baciare la patria, mentre al poeta moderno il fato non lo permetterà e quindi potrà parlare di Zacinto solo attraverso la poesia. In questi versi Ulisse ha delle somiglianze con Foscolo: la gloria e la sventura che rendono bello l’eroe e lo nobilitano. Mentre nella poesia dedicata a Zante, Foscolo si identifica con Ulisse e con la rabbia di stare lontano, dalla tanta amata patria, nei versi dei Sepolcri il discorso cambia e si fa avanti una visione negativa dell’eroe. Infatti Ulisse, rappresentato come colui che ha tentato l’inganno perché dopo la morte di Achille, le sue armi erano state assegnate ad Aiace e lui con l’inganno riuscì a riaverle. Ad Aiace non restò che uccidersi per l’onta subita. Foscolo parla di questo per istruire, insegnando come la morte assicuri giustamente ai valorosi, in questo caso Aiace, la ricompensa spettante la gloria.

Niccolò Ugo Foscolo è stato un poeta, scrittore e traduttore italiano, uno dei principali letterati del neoclassicismo e del preromanticismo.Foscolo fu uno dei più notevoli esponenti letterari italiani del periodo a cavallo fra Settecento e Ottocento, nel quale si manifestano o cominciano ad apparire in Italia le correnti neoclassiche e romantiche. La sua vita fu caratterizzata da viaggi e fughe, a causa di motivi politici (militò nelle forze armate degli stati napoleonici, ma in maniera molto critica, e fu un oppositore degli austriaci, a causa del suo carattere fiero e dei suoi sentimenti repubblicani), ed egli, privo di fede religiosa in quanto intellettualmente formatosi alla scuola degli Illuministi più materialisti, ed incapace di trovare felicità nell'amore di una donna, avvertì sempre dentro di sé un infuriare di passioni.​

L’Ulissismo in PascoliDue componimenti dei poemi conviviali sono riservati ad Ulisse: il sesto (Il sonno di Odisseo) e il settimo (L’ ultimo viaggio). Un ritratto più dettagliato del protagonista possiamo ritrovarlo ne” L’ Ultimo Viaggio” nel quale Pascoli da una sua interpretazione riguardo Ulisse. Pascoli reinventa una micro-Odissea in 24 canti, come quella omerica, nella quale Ulisse, giunto verso la fine della sua vita, decide di imbarcarsi in un’impresa per mare, stanco della monotonia di Itaca. Il suo però non è un viaggio verso l’ignoto bensì un ritorno nel già noto, vuole ripercorrere a ritroso l’antico itinerario alla ricerca di luoghi e figure del passato per interrogarsi sul senso della propria esperienza, per accertarsi della sua stessa consistenza; ma nulla gli si ripresenta uguale, tutto sembra un sogno dissolto.Il protagonista pascoliano si muove in una dimensione non epica, ma lirico simbolica. E’ l’emblema di una ricerca vana e senza fine, destinata a restare sospesa, inconclusa. Come l’Ulisse dantesco anche quello pascoliano è distolto dagli affetti familiari e domestici e la negazione dell’arrivo in patria. ​

Giovanni Pascoli è stato un poeta e accademico italiano, figura emblematica della letteratura italiana di fine Ottocento. Pascoli, nonostante l a sua formazione eminentemente positivistica, è il maggior poeta decadente italiano.​ Pur non partecipando attivamente ad alcun movimento letterario dell'epoca, né mostrando particolare propensione verso la poesia europea contemporanea, Pascoli manifesta nella propria produzione tendenze prevalentemente spiritualistiche e idealistiche, tipiche della cultura di fine secolo segnata dal progressivo esaurirsi del positivismo. Complessivamente la sua opera appare percorsa da una tensione costante tra la vecchia tradizione classicista ereditata dal maestro Giosuè Carducci, e le nuove tematiche decadenti. Risulta infatti difficile comprendere il vero significato delle sue opere più importanti, se si ignorano i dolorosi e tormentosi presupposti biografici e psicologici che egli stesso riorganizzò per tutta la vita, in modo ossessivo, come sistema semantico di base del proprio mondo poetico e artistico.

La crisi di valori tipica del decadentismo si manifesta in modo diverso nella poesia di D'annunzio, in cui il modello del superuomo trova piena realizzazio ne nella figura di Ulisse. Nel l'incontro di Ulisse, tratto da una delle Lodi, Maia: il poeta racconta di aver incontrato navigando nello Ionio insieme ai suoi compagni, a nord di Itaca, Ulisse, partito per l'ultima avventura. Lo stesso poeta e i suoi compagni si sentono dei superuomini ma l'incontro con Ulisse, "re delle tempeste", cambia totalmente la loro vita e soprattutto quella del poeta. L’ incontro tra Odisseo e D’Annunzio è riposto nell’opera MAIA. Il poeta immagina l’incontro con Ulisse e ne fa il simbolo della volontà di potenza, del superuomo che sceglie l’avventura solitaria per mare. Il mito di Ulisse che, giunto a Itaca dopo mille ostacoli, non si ferma e riprende di nuovo il mare. Maia Incontrammo colui che i Latini chiamano Ulisse, nelle acque di Leucade, sotto le rogge e bianche rupi 5 che incombono al gorgo vorace, presso l’isola macra come corpo di rudi ossa incrollabili estrutto e sol d’argentea cintura 10 precinto. Lui vedemmo su la nave incavata. E reggeva ei nel pugno la scotta spiando i volubili venti, silenzioso; e il píleo 15 tèstile dei marinai coprivagli il capo canuto, la tunica breve il ginocchio ferreo, la palpebra alquanto l’occhio aguzzo; e vigile in ogni 20 muscolo era l’infaticata possa del magnanimo cuore. non i lebeti rotondi sotto i banchi del legno 25 luceano, i bei doni d’Alcinoo re dei Feaci, né la veste né il manto distesi ove colcarsi e dormir potesse l’Eroe; 30 ma solo ei tolto s’avea l’arco dell’allegra vendetta, l’arco di vaste corna e di nervo duro che teso stridette come la rondine nunzia 35 del dì, quando ei scelse il quadrello a fi eder la strozza del proco. Sol con quell’arco e con la nera sua nave, lungi dalla casa d’alto colmigno sonora 40 d’industri telai, proseguiva il suo necessario travaglio contra l’implacabile Mare

Gabriele D'Annunzio,è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico e giornalista italiano, simbolo del Decadentismo e celebre figura della prima guerra mondiale.Soprannominato il Vate, cioè "guida degli altri uomini" cantore dell'Italia umbertina, occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. È stato definito «eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana […]» e come politico lasciò un segno nella sua epoca e una influenza sugli eventi che gli sarebbero succeduti

Ulysses è il romanzo di James Joyce considerato uno dei più importanti romanzi del ventesimo secolo. Nella sua opera Joyce paragona l’eroe Odisseo ad un uomo inglese. Il solito uomo d’affari che a causa del suo lavoro è costretto a viaggiare molto, anche se in realtà Leopold, questo il nome del protagonista del racconto di Joyce, viaggia soprattutto per piacere, per la voglia di trovare la propria identità e per placare il desiderio di conoscenza.Ed è proprio il viaggio che viene tenuto in considerazione, tramite il quale il protagonista viene presentato quasi in chiave ironica, ed incarna alcune doti di Odisseo, quali la pazienza, l'amore per i viaggi, la nostalgia di casa.

James Joyce è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo irlandese. Benché la sua produzione letteraria non sia molto vasta, è stato di fondamentale importanza per lo sviluppo della letteratura del XX secolo, in particolare della corrente modernista. Il suo romanzo più noto, Ulisse, è una vera e propria rivoluzione rispetto alla letteratura dell'Ottocento, e nel 1939 il successivo e controverso Finnegans Wake ("La veglia di Finnegan" o più propriamente "La veglia per Finnegan") ne è l'estremizzazione. Durante la sua vita intraprese molti viaggi attraverso l'Europa, ma l'ambientazione delle sue opere, così saldamente legata a Dublino, lo fece diventare uno dei più cosmopoliti e allo stesso tempo più locali scrittori irlandesi.

Primo Levi prende spunto da Dante e per lui diventa il modello per eccellenza. Diversi sono i riferiment i a Dante nel romanzo di Levi, ma l’undicesimo capitolo di “Se questo è un uomo”è completamente pervaso dalla figura dell’eroe Omerico. In quest’ultimo capitolo, int itolato “Il canto di Ulisse”, Levi prova a tradurre il ventiseiesimo canto dell’Inferno dantesco. Ed è proprio grazie a Dante, che Levi riesce a dimenticare - anche se per un breve, brevissimo momento – le atrocità del Lager e si rende conto di non poter perdere la dignità umana. Levi nel suo romanzo sente il bisogno di raccontare agli altri, desidera riportare le sue esperienze sconvolgent i vissute dentro il campo di sterminio nazista, prima della liberazione del 27 gennaio 1945 da parte delle truppe russe. Continue sono le analogie tra l’inferno dantesco e il lager, ma nonostante le analogie non si possono trascurare le logiche differenze tra la struttura dell’inferno di Dante e quello di Levi, perchè mentre Auschwitz è il luogo del male asso luto, il luogo per eccellenza dell’ingiust izia, l’inferno dantesco è il luogo della giustizia asso luta di Dio, dove i peccat i commessi vengono seguiti dalla punizio ne appropriata. Nell’inferno del ventesimo secolo invece la punizione continua, subita dai prigionieri, non è affatto legata a eventuali errori compiuti prima dell’ingresso nel campo. Mentre Dante punisce i peccatori, nei campi di concentramento sono le vittime innocent i a dover soffrire. Mentre l’inferno dantesco viene regolato dalla giustizia, personificatasi nella figura del giudice infernale Minosse, nel contesto della seconda guerra mondiale la giustuzia è un concetto del tutto assente ed è soprattutto il caso a decidere il destino di ciascuno, colpevole o meno

Primo Levi prende spunto da Dante e per lui diventa il modello per eccellenza. Diversi sono i riferiment i a Dante nel romanzo di Levi, ma l’undicesimo capitolo di “Se questo è un uomo”è completamente pervaso dalla figura dell’eroe Omerico. In quest’ultimo capitolo, int itolato “Il canto di Ulisse”, Levi prova a tradurre il ventiseiesimo canto dell’Inferno dantesco. Ed è proprio grazie a Dante, che Levi riesce a dimenticare - anche se per un breve, brevissimo momento – le atrocità del Lager e si rende conto di non poter perdere la dignità umana. Levi nel suo romanzo sente il bisogno di raccontare agli altri, desidera riportare le sue esperienze sconvolgent i vissute dentro il campo di sterminio nazista, prima della liberazione del 27 gennaio 1945 da parte delle truppe russe. Continue sono le analogie tra l’inferno dantesco e il lager, ma nonostante le analogie non si possono trascurare le logiche differenze tra la struttura dell’inferno di Dante e quello di Levi, perchè mentre Auschwitz è il luogo del male asso luto, il luogo per eccellenza dell’ingiust izia, l’inferno dantesco è il luogo della giustizia asso luta di Dio, dove i peccat i commessi vengono seguiti dalla punizio ne appropriata. Nell’inferno del ventesimo secolo invece la punizione continua, subita dai prigionieri, non è affatto legata a eventuali errori compiuti prima dell’ingresso nel campo. Mentre Dante punisce i peccatori, nei campi di concentramento sono le vittime innocent i a dover soffrire. Mentre l’inferno dantesco viene regolato dalla giustizia, personificatasi nella figura del giudice infernale Minosse, nel contesto della seconda guerra mondiale la giustuzia è un concetto del tutto assente ed è soprattutto il caso a decidere il destino di ciascuno, colpevole o meno.

Primo Michele Levi è stato uno scrittore, partigiano, chimico e poeta italiano, autore di racconti, memorie, poesie e romanzi. Il 13 dicembre 1943 venne catturato dai nazifascisti in Valle d'Aosta e quindi, nel febbraio dell'anno successivo, deportato nel campo di concentramento di Auschwitz in quanto ebreo. Scampato al lager, tornò avventurosamente in Italia, dove si dedicò con forte impegno al compito di raccontare le atrocità viste e subite. Il suo romanzo più famoso, sua opera d'esordio, Se questo è un uomo, che racconta le sue terribili esperienze nel campo di sterminio nazista, è considerato un classico della letteratura mondiale, inserendosi nel filone della memorialistica autobiografica e nel cosiddetto neorealismo.

Lucio Dalla nella sua canzone Itaca racconta di un marinaio che domanda al suo capitano sequando viaggia si preoccupa solo di se stesso o anche dei suoi compagni di avventura. Inoltre, ilmarinaio confida al suo capitano la tristezza che prova nel sentirsi lontano dalla sua patria, ma nonostante ciò, egli è pronto a seguirlo ancora. L’eroe Omerico viene rappresentato da Lucio Dalla come l’uomo comune nel quale convive da una parte lo spirito d’avventura e dall’altra il desiderio di restare ad Itaca, la propria terra per vivere con gli affetti più intimi: la moglie e la famiglia.Nella canzone, però, Lucio Dalla sceglie di non nominare mai l’eroe omerico, ma ci sono elementi linguistici che rappresentano chiare allusioni al viaggio di Ulisse, come ad esempio il termine capitano che si riferisce proprio all’intraprendente condottiero, oppure le principesse che ci portano a pensare a tutte le donne che lui ha incontrato nel suo viaggio: Calispo, Circe, Nausicaa. L’espressione “nobile destino”ben si adatta al viaggio di Ulisse stabilito dal Fato ed il termine “astuzia” racchiude la caratteristica principale del personaggio: infatti, Ulisse è l’uomo ingegnoso e curioso e la sua forza non è solo nel corpo, ma soprattutto nell’intelligenza e nella capacità di usare le parole per ingannare i suoi compagni.

Lucio Dalla è stato un musicista, cantautore e attore italiano.Musicista di formazione jazz, è stato uno dei più importanti e innovativi cantautori italiani. .Nell'arco della sua lunghissima carriera, che ha raggiunto i cinquant'anni di attività, ha sempre suonato il pianoforte, il sassofono e il clarinetto, strumenti, questi ultimi due, da lui praticati fin da giovanissimo. La sua copiosa produzione artistica ha attraversato numerose fasi: dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d'autore, arrivando a varcare i confini dell'opera e della musica lirica.È stato un autore conosciuto anche all'estero ed alcune sue canzoni sono state tradotte e portate al successo in numerose lingue.